I l ciclo si ripete. Mentre milioni di persone sono costrette a lasciare le loro case per colpa dei disastri climatici, l’estrema destra sfrutta le loro sofferenze per aumentare il suo potere. E, se questo potere cresce, i programmi contro la crisi climatica vengono cancellati, il riscaldamento accelera e altre persone saranno costrette a partire. Se non spezziamo questo circolo vizioso, diventerà la storia dominante della nostra epoca.
Uno studio recente pubblicato sulla rivista Nature ha identificato la cosiddetta nicchia climatica umana, cioè le temperature e la quantità di precipitazioni in cui la nostra specie può prosperare. Nel corso dei millenni ci siamo stabiliti nelle aree del mondo che ci permettevano di vivere bene, ma in molti di questi luoghi la nicchia si sta restringendo. Oggi circa seicento milioni di persone vivono in condizioni inospitali.
I governi che sbandano a destra cancellano le misure contro la crisi climatica, perché in questo modo alzano un muro a difesa degli interessi delle oligarchie economiche
Le politiche attuali provocheranno un aumento della temperatura media di 2,7 gradi entro il 2100. Di questo passo, due miliardi di persone si troveranno fuori dalla nicchia nel 2030, e nel 2090 saranno 3,7 miliardi. Se i governi limitassero il riscaldamento all’obiettivo concordato di 1,5 gradi, il numero di persone esposte al calore estremo sarebbe cinque volte inferiore. Se invece abbandonassimo le politiche climatiche, l’aumento della temperatura raggiungerebbe i 4,4 gradi. In questo caso, entro la fine del secolo circa 5,3 miliardi di persone dovrebbero affrontare condizioni che variano dal “pericoloso” all’“impossibile”.
Già oggi le stazioni meteorologiche del golfo Persico registrano temperature (35 gradi al 100 per cento di umidità) superiori al limite oltre il quale la maggior parte degli esseri umani non riesce a sopravvivere. In altre stazioni meteorologiche lungo le coste del mar Rosso, del golfo dell’Oman, del golfo del Messico, del golfo della California e del versante meridionale dell’Asia le misurazioni sono state di poco inferiori. In ampie parti dell’Africa non c’è quasi nessun monitoraggio delle ondate di calore. India, Nigeria, Indonesia, Pakistan, Afghanistan, Papua Nuova Guinea, Mali e America centrale sono esposti a rischi estremi.
Nei paesi ricchi abbiamo ancora la possibilità di scegliere: possiamo limitare notevolmente i danni causati dalla crisi climatica di cui i nostri paesi sono i maggiori responsabili. Ma queste scelte sono volutamente ridotte al minimo. I sostenitori delle guerre culturali, spesso finanziati da miliardari e aziende, bollano anche i tentativi più innocenti di ridurre il nostro impatto ambientale come complotti per privarci della libertà. Tutto viene messo in discussione: quartieri a traffico ridotto, pompe di calore e perfino i fornelli a induzione. Sta diventando difficile discutere in modo razionale di problemi cruciali come l’uso dei suv, il consumo di carne e i viaggi in aereo.
Il negazionismo climatico è tornato di moda. Scienziati e attivisti sono accusati di essere tirapiedi, comunisti e pedofili. Mentre le conseguenze dei nostri consumi si fanno sentire a migliaia di chilometri di distanza e le persone si presentano ai nostri confini cercando rifugio da una crisi di cui non sono praticamente responsabili (e che provoca vere inondazioni e vera siccità), le forze politiche annunciano che siamo “inondati” dai profughi. E così milioni d’individui si convincono che l’unica soluzione sia chiudere i confini.
I governi che sbandano a destra cancellano le misure contro la crisi climatica, perché le politiche di estrema destra sono il muro difensivo creato dalle oligarchie per proteggere i loro interessi. La Florida, per esempio, è uno degli stati più esposti ai disastri naturali, soprattutto all’innalzamento dei mari e agli uragani. Eppure il governatore Ron DeSantis sta costruendo la sua candidatura per le presidenziali sul negazionismo. Sul canale Fox News, DeSantis ha descritto la scienza climatica come una “politicizzazione del meteo”. L’estrema destra prospera nella catastrofe, e anche per questo sembra invincibile.
Se volete sapere che aspetto ha uno dei nostri futuri possibili, pensate al trattamento riservato ai migranti e moltiplicatelo per cento. In questo momento, ai confini dell’Europa, i migranti sono respinti in mare, imprigionati, picchiati e usati come capri espiatori. L’odio contro di loro ha aiutato l’estrema destra a conquistare il potere in Italia, Svezia e Ungheria, e ad aumentare la sua forza in Spagna, Austria, Francia e perfino in Germania. Possiamo aspettarci che ogni successo dell’estrema destra sia seguito dall’indebolimento delle politiche a favore del clima. Così molte altre persone saranno obbligate a cercare rifugio nelle aree (sempre meno numerose) in cui c’è ancora la nicchia climatica adatta agli esseri umani. Di solito queste zone coincidono con i paesi responsabili delle politiche che hanno spinto quelle persone ad abbandonare le loro case. Evitare che la Terra collassi e scongiurare il trionfo dell’estrema destra sono due obiettivi indivisibili. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1525 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati