P er un bizzarro paradosso storico, nel corso della sua vita l’oligarca Bidzina Ivanishvili (fondatore del partito Sogno georgiano) è riuscito per ben due volte a far emergere una posizione unitaria nella turbolenta politica georgiana. Nel 2012 il suo denaro e la sua influenza avevano compattato i partiti allora all’opposizione e l’avevano portato al potere. Oggi, dodici anni e tre elezioni dopo, sembra aver indotto le forze dell’attuale opposizione a unirsi per farlo uscire di scena.

L’eterogenea costellazione di gruppi, organizzazioni e personalità che compongono l’opposizione è infatti riuscita a creare una serie di alleanze elettorali per sfidare Sogno georgiano al voto del 26 ottobre, che determinerà l’orientamento geopolitico del paese e la sua struttura di governo per i prossimi anni.

Senza questo sistema di alleanze, la maggior parte delle formazioni europeiste non avrebbe nessuna possibilità di superare la soglia di sbarramento, fissata al 5 per cento. Se l’opposizione vuole vincere, deve collaborare. Un ruolo fondamentale nel superare la tradizionale frammentazione del panorama politico georgiano l’ha avuto la presidente della repubblica Salomé Zourabichvili, che ha agito da collante tra le forze democratiche. In passato vicina a Ivanishvili, oggi la presidente ne critica apertamente le posizioni. Confinata a un ruolo di rappresentanza, ha mediato tra i vari gruppi e leader d’opposizione spingendoli a formare coalizioni elettorali.

In questo modo l’opposizione si è raggruppata in quattro alleanze. Nessuna sembra in grado di superare Sogno georgiano, ma insieme possono ambire a formare una coalizione di governo per mandare a casa il partito di Ivanishvili.

Per quanto riguarda i sondaggi elettorali, invece, in Georgia c’è un adagio che in questo momento sembra particolarmente valido: “Chi paga i sondaggisti sceglie il risultato”. Un’indagine commissionata dall’emittente Imedi tv, in pratica la portavoce di Sogno georgiano, sostiene che il partito di Ivanishvili sfiorerà il 60 per cento. Di contro, stando a un sondaggio commissionato da Formula tv, vicina all’opposizione, Sogno georgiano non dovrebbe superare il 33 per cento. Confrontando i dati, gli analisti indipendenti ritengono più attendibile il secondo sondaggio. Tuttavia sottolineano che al momento nessun dato è davvero affidabile. Molti elettori, inoltre, sono ancora indecisi. E a complicare ulteriormente il quadro ci sono le minacce rivolte da Sogno georgiano all’opposizione e agli organi che dovrebbero garantire il regolare svolgimento del voto: una situazione che alimenta la paura di brogli e manipolazioni. ◆ as

Giorgi Lomsadze è un giornalista georgiano, esperto di questioni caucasiche.

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Questo articolo è uscito sul numero 1586 di Internazionale, a pagina 56. Compra questo numero | Abbonati