Futura è un film collettivo di Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher. Uscirà il 25 ottobre al cinema. È un viaggio in Italia, da Verona a Bagheria, in più di venti città grandi e piccole. Sono interviste a ragazze e ragazzi che parlano di lavoro, scuola, paure, amore, amicizie, sogni.
Le prime immagini sono girate al lago di Bolsena. C’è il sole. Un gruppo di adolescenti ride e scherza, è il gennaio del 2020. Subito dopo scoppia la pandemia e arrivano gli sguardi smarriti e spaventati, con le mascherine a coprire il volto degli studenti dell’istituto professionale di Cornaredo, vestiti di bianco, con il cappello da cuoco. Poi, passata l’illusione dell’estate, si torna all’inverno.
“Tra isolamenti e aperture, restrizioni e divieti, abbiamo continuato il nostro viaggio, camminando di pari passo tra il futuro dei giovani e una moderna pandemia che ne mutava sogni e umori. Senza rendercene conto, questo film diventava il diario di uno stato d’animo contagiato”.
In tutte le interviste sorprendono la lucidità, la chiarezza con cui i ragazzi vedono le difficoltà e la mancanza di prospettive, la disillusione, perfino la rassegnazione. Si nota l’assenza della politica, nel senso di spinta al cambiamento attraverso la partecipazione alla vita collettiva.
I registi sono a Genova per l’anniversario del G8, un anno e mezzo dopo aver cominciato il viaggio in Italia, e incontrano gli studenti che oggi frequentano la scuola Diaz. Colpisce il silenzio dei ragazzi quando gli chiedono che ne pensano di quello che è successo lì nel 2001, quando non erano ancora nati. “Non vi hanno mai raccontato niente?”, “Sinceramente no”, risponde uno di loro.
Se nelle redazioni dei giornali e delle case editrici, nelle sedi dei partiti (almeno quelli più o meno di sinistra), nelle stanze dei sindacati, ai piani alti delle grandi aziende, nei centri studi, a palazzo Chigi e nei ministeri più importanti, insomma se in tutti quei posti dove si cerca di capire che paese è, e sarà, l’Italia, quest’anno decidessero di guardare un solo film, sarebbe bello se fosse questo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 9. Compra questo numero | Abbonati