Nei trecento secoli che trascorsero tra i quarantamila e i dodicimila anni fa fu prodotta in molte regioni europee (ma soprattutto, a giudicare dai ritrovamenti, tra il sud della Francia e il nord della Spagna) la cosiddetta arte parietale, cioè immagini figurative tracciate sulle pareti delle grotte.

Dall’epoca della loro scoperta alla fine dell’ottocento, questi segni, simboli sessuali, piccole figure umane e grandi animali, fanno riflettere gli studiosi, che si chiedono come e perché i primi uomini moderni, in particolare gli uomini di Cro-Magnon, si misero a disegnare.

In questo libro Gwenn Rigal, a lungo guida di uno dei siti più importanti dell’arte parietale – Lascaux, in Francia – presenta con pazienza e con tante informazioni le conoscenze attuali. Prima, sulla base delle immagini e degli altri oggetti trovati nelle grotte, delinea i tratti di quelle società di cacciatori e raccoglitori. Poi, cambiando prospettiva, racconta le ipotesi che sono state fatte per spiegare la presenza delle immagini: arte fine a se stessa, ambientazione per rituali legati alla caccia e alla fertilità, tracce di religioni animiste, totemiche o sciamaniche, dialoghi con un altro mondo forse immaginato al di là di quelle pareti nascoste.

Invece di fornire una nuova teoria sensazionale (e falsa), Rigal analizza i risultati di un campo di ricerca in continua evoluzione e ne rivela tutte le potenzialità conoscitive. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1475 di Internazionale, a pagina 89. Compra questo numero | Abbonati