Come sanno i lettori di Internazionale, Kōhei Saitō è un filosofo giapponese che ha partecipato, tra l’altro, alla nuova edizione delle opere di Karl Marx. Lavorando su materiali poco noti ne ha proposto una nuova interpretazione, mostrando come dopo aver pubblicato il primo libro del Capitale, Marx abbandonò progressivamente l’approccio produttivista secondo cui per raggiungere il socialismo bisognava passare per forza attraverso uno sviluppo estremo del capitalismo volto a farne esplodere tutte le contraddizioni. Marx, osserva Saitō, si convinse della possibilità che si potesse fare una rivoluzione a partire dalle strutture collettive dei contadini, e prestò sempre più attenzione ai pericoli di uno sfruttamento predatorio della natura che alcuni avevano messo in luce già alla sua epoca. In questo libro molto venduto in Giappone, apparso in inglese e presto tradotto in italiano, Saitō sostiene che un “comunismo della decrescita” sia l’unica via d’uscita che abbiamo e critica l’idea di una crescita economica verde e sostenibile. Per salvare il pianeta, spiega, occorre uscire dal capitalismo mettendo al centro i beni comuni, favorendo le cooperative, e prendendo esempio dalle grandi città che meglio degli stati stanno affrontando la transizione ecologica. Di questo e altro Kōhei Saitō parlerà con Astra Taylor domenica 6 ottobre, all’incontro di chiusura del festival di Internazionale a Ferrara. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1577 di Internazionale, a pagina 77. Compra questo numero | Abbonati