Non passa più di qualche mese senza che si scopra la presenza delle microplastiche in una nuova parte del corpo umano. Sono state trovate nel fegato, nei reni, nei polmoni, nell’intestino e addirittura nel latte materno e nel sangue. Recentemente sono state individuate nei bulbi olfattivi del cervello di otto persone.

Questi frammenti di plastica sono talmente piccoli – meno di cinque millimetri di diametro – da riuscire a entrare nel nostro corpo attraverso il cibo, l’acqua e l’aria che respiriamo. Si formano quando pezzi di plastica più grossi sono decomposti dalla luce del sole, dall’acqua o da altre forze. Le aziende le aggiungono di proposito a prodotti come gli esfolianti per la pelle e i cosmetici. Può sembrare preoccupante, ma non sappiamo ancora quali effetti hanno queste sostanze sul nostro corpo.

Finora le prove più convincenti della loro pericolosità provengono da uno studio pubblicato all’inizio del 2024, che ha individuato le microplastiche nelle placche rimosse dalle arterie di 150 adulti su 257. Le placche sono accumuli di colesterolo, grassi e globuli rossi che possono ridurre il flusso sanguigno. Due anni e dieci mesi dopo, quando hanno richiamato i partecipanti, i ricercatori hanno scoperto che quelli con le placche contenenti microplastiche avevano il quadruplo della probabilità di essere morti o di aver avuto infarti o ictus.

Il risultato non dimostra che le microplastiche causino infarto o ictus, ma si limita a stabilire una correlazione, che potrebbe essere dovuta ad altri fattori. Chi aveva placche contenenti microplastiche, per esempio, poteva essere stato esposto a un’aria più inquinata rispetto a chi non ne aveva. E l’aria inquinata è un fattore di rischio noto della cardiopatia.

La maggior parte degli indizi sui potenziali danni causati dalle microplastiche deriva dagli studi sugli animali. Nel 2022 Tracey Woodruff e i suoi colleghi dell’università della California a San Francisco hanno esaminato 24 studi sui roditori, scoprendo che le microplastiche avevano avuto effetti dannosi sul loro apparato digerente, riproduttivo e respiratorio.

I roditori esposti alle microplastiche, per esempio attraverso l’acqua, avevano nel colon più infiammazioni e meno cellule che secernono muco, vitali per la salute dell’intestino, rispetto a quelli che bevevano acqua priva di plastica. Nei ratti maschi è stata riscontrata anche una ridotta qualità e quantità di spermatozoi, mentre le femmine avevano meno follicoli capaci di produrre ovuli. Per Woodruff è segno che le microplastiche possono aumentare il rischio di disturbi come il cancro del colon e la sterilità.

Principio di precauzione

Tuttavia un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità del 2022 sottolinea che la maggior parte degli studi sugli animali usa concentrazioni di microplastiche molto più alte di quelle a cui sono esposte le persone, rendendo difficile applicare i risultati agli esseri umani. Secondo lo stesso rapporto, inoltre, le microplastiche circolano nei nostri organi in maniera diversa da quanto accade nei roditori.

A complicare le cose, le microplastiche differiscono per forme, dimensioni e materiali, ciascuno dei quali può avere effetti diversi sulla salute. Richard Thompson e i suoi colleghi dell’università di Plymouth, nel Regno Unito, hanno scoperto che più di metà degli studi per valutare la tossicità delle microplastiche aveva esaminato solo due tipi di plastiche, il polistirolo e il polietilene. Fra l’altro di solito gli studi usano particelle sferiche, mentre le microplastiche tendono ad avere una forma irregolare. “È un gruppo di inquinanti molto più complesso del piombo o del mercurio”, spiega Thompson.

Visti tutti questi limiti, almeno per ora è impossibile stabilire se le microplastiche siano nocive per la salute umana, ma questo non significa che siano innocue, soprattutto se si accumulano. “Sappiamo che eliminarle sarà molto difficile”, aggiunge Thompson, che raccomanda di adottare il principio di precauzione: ridurre la produzione di plastica – che potrebbe triplicare entro il 2050 – ed evitare che sia dispersa nell’ambiente. ◆ sdf

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1583 di Internazionale, a pagina 117. Compra questo numero | Abbonati