Pete Kennedy non può andare in bicicletta per più di qualche minuto senza tirare fuori il gps. Non si è perso, stiamo percorrendo una nuova rete di sentieri appena fuori dalla cittadina manifatturiera di Old Fort, in North Carolina, e sa esattamente dove si trova. Ha già pedalato in questa zona. Oggi sta raccogliendo dati: dove s’incrociano i sentieri, da dove partono le strade sterrate che si addentrano nella foresta, quali cancelli separano una zona da un’altra. Così, quando in una mattinata piovosa percorriamo una strada sterrata attraverso il distretto Grandfather ranger della foresta nazionale di Pisgah e vede un cancello che non ha mai notato prima, tira fuori il gps, e aggiunge un punto di riferimento (waypoint) e una nota.
“Il primo passo per creare una mappa è raccogliere dati”, spiega digitando sul suo telefono. “La maggior parte di questi dati si raccoglie chiedendo informazioni ai proprietari dei terreni, leggendo blog e registri. Ma bisogna anche passare del tempo sul campo e vedere alcune cose con i propri occhi”.
Kennedy è il proprietario della Pisgah map company, un’azienda che realizza mappe dei sentieri frequentati da escursionisti, ciclisti, cacciatori e chiunque altro voglia esplorare una delle foreste nazionali o aree ricreative della North Carolina occidentale.
Conoscenza del territorio
Un dettaglio importante è che le mappe sono cartacee, di quelle che si piegano, che i nostri genitori e nonni tenevano infilate nel vano portaoggetti dell’auto. Quelle che uno pensa che non esistano più, visto che andiamo tutti in giro con piccoli supercomputer in tasca. Si potrebbe obiettare che oggi abbiamo a disposizione più mappe che mai, ma sono appunto quelle piccole e digitali che popolano i nostri telefoni e ci dicono dove trovare il supermercato più vicino o come evitare un ingorgo. Con i satelliti che trasmettono tutta la conoscenza umana ai nostri smartphone in un istante, potrebbe sembrare che le mappe cartacee stiano facendo la stessa fine di altri oggetti del passato, come il telefono a disco o il fax. Ma c’è ancora Kennedy, che perlustra i boschi vicino a casa sua ad Asheville, in North Carolina, usando quei satelliti e il mondo digitale per creare un prodotto decisamente analogico. “Ho pensato alla concorrenza delle app fin da quando ho realizzato la mia prima mappa, più di dieci anni fa”, dice. “Mi chiedo se fare mappe cartacee è ancora un’attività redditizia e se si usano ancora”.
Nelle sue mani una mappa non è solo una serie d’informazioni. È una forma d’arte
Lascia la domanda sospesa. Ma il suo successo sembra essere una risposta sufficiente. Kennedy realizza e vende mappe cartacee dal 2009. La prima è stata quella del Pisgah ranger district, un’area molto popolare della foresta nazionale di Pisgah, tra Asheville e Brevard, in cui ogni anno arrivano milioni di escursionisti e appassionati di mountain bike. Tanti di loro comprano la sua mappa, venduta nei negozi di bici e di caccia della zona. Oltre alla mappa del Pisgah ranger district, Kennedy ne ha fatte altre nove di alcune aree della North Carolina occidentale. Da luoghi popolari come la DuPont state recreational forest a zone meno conosciute come la Green river game land.
Le persone comprano ancora una mappa cartacea se è buona. Kennedy ci ha visto un’opportunità: realizzarne di migliori.
La foresta che calma
Chi ha trascorso un po’ di tempo in un parco nazionale o in una foresta statunitense, probabilmente si sarà imbattuto nelle mappe topografiche illustrate dei sentieri del National Geographic. Le sue mappe gialle sono delle icone e sono distribuite in tutti gli Stati Uniti. Forse esiste già una mappa del vostro parco preferito fatta dal National Geographic. Potreste anche averne una nello zaino o in garage. E vanno benissimo. Non sono perfette, ma fanno il loro dovere. Come lo fa un’utilitaria di medie dimensioni. Nella maggior parte dei casi vi porteranno dal punto A al punto B. Ma ci sono degli errori: sentieri segnati in modo sbagliato, strade sterrate che appaiono in alcune edizioni ma non in altre. Alcune mappe, come quella del Pisgah ranger district, hanno difetti di progettazione, sembrano dare la priorità alle strade e alle città rispetto ai sentieri, e spesso per seguire un percorso dall’inizio alla fine bisogna capovolgere la cartina. La maggior parte delle persone la userebbe tranquillamente, ma Kennedy, un appassionato di mountain bike e kayak, sapeva di poter fare un lavoro migliore. “Tutto è nato dal mio amore per la vita all’aria aperta e per questi posti. Quando apro una mappa, cresce dentro di me lo spirito d’avventura. Solo a guardarla mi viene voglia di esplorare. Ovunque vada, compro una mappa. Mi emoziono solo a osservarle”.
Kennedy, 51 anni, ha una corporatura minuta, capelli brizzolati e l’energia di un’ape che ronza intorno a un fiore. “Il mio cervello lavora freneticamente”, dice. “Quando sono qui nei boschi è l’unico momento in cui si calma, specialmente se sto andando in kayak o in mountain bike, oppure mi sto arrampicando. Perché devo concentrarmi su quello che sto facendo. È meraviglioso”.
Da bambino non aveva questa passione per la vita all’aria aperta. È cresciuto negli anni ottanta a Hartsville, in South Carolina. La sua famiglia trascorreva molto tempo al lago, pescando e facendo sci nautico, e lui vagava per i boschi dei dintorni con il fratello maggiore. Ma s’innamorò delle attività sportive all’aperto, che oggi caratterizzano la sua vita, quando era al liceo e si trasferì ad Asheville per frequentare un college e scoprì la foresta nazionale di Pisgah, non lontano dalla città. “Andai a fare un’escursione a Linville Gorge, un canyon nella foresta”, racconta Kennedy. “Era un luogo così selvaggio che ne rimasi affascinato”.
Trascorse i decenni successivi oscillando tra varie passioni, imparando ad arrampicarsi e trascorrendo il suo tempo libero nelle montagne del sud dello stato, come Looking glass rock e Rumbling bald. Poi si concentrò sulla mountain bike e pedalò sul singletrack (un sentiero stretto che si percorre in bici uno dietro l’altro) della Foresta nazionale di Pisgah. Per diversi anni si dedicò al kayak, allenandosi in modo da poter affrontare corsi d’acqua turbolenti come il Green river, non lontano da Asheville.
Gerarchia delle informazioni
Adesso Kennedy ha due gemelli di 8 anni, di giorno insegna sistemi informativi geografici (Gis), l’aspetto informatico dei dati cartografici, all’Asheville-Buncombe technical community college, e ha un giardino e un garage pieni di attrezzature per attività sportive all’aperto: kayak, canoe, biciclette e una roulotte da campeggio. Trascorre la maggior parte del suo tempo libero in mountain bike e kayak, sfruttando al massimo la rete di sentieri in continua espansione che circonda casa sua. Sta insegnando ai suoi figli a sciare, pagaiare e andare in bicicletta. E sta sfruttando la sua passione per la vita all’aria aperta per rendere le sue mappe concorrenziali.
Per perfezionarle usa le proprie conoscenze personali e le arricchisce con alcuni suggerimenti per le escursioni. Nella sua mappa della DuPont state forest ci sono consigli su gite in bici per principianti, sul singletrack e sulle cascate da visitare. Come se un amico del posto ci indicasse i suoi luoghi preferiti.
“La conoscenza della zona distingue le nostre mappe dalle altre”, dice Kennedy. Con Jack Henderson, un cartografo, trascorrono molto tempo sul campo alla ricerca dei dati che mancano. “Ogni volta che c’è un errore, andiamo sul posto e ristabiliamo la verità”. Mentre oggi molte mappe si fanno al computer.
E la “verità” non finisce una volta completato il lavoro. Kennedy aggiorna tutte le sue mappe ogni anno, facendo piccole modifiche basate su nuove informazioni e cambiando leggermente il design. Nell’ultimo anno ci sono stati molti lavori sui sentieri del distretto di Grandfather ranger, nella foresta nazionale di Pisgah, che saranno riportati sulla nuova mappa. La rete di questi sentieri è in continua trasformazione a causa di deviazioni, aggiunte e chiusure. Negli anni Kennedy ha percorso la maggior parte dei sentieri della foresta e ha fatto centinaia di modifiche. Ha attraversato ogni sentiero della DuPont state recreational forest per realizzare la prima mappa di quella zona, molto frequentata. Kennedy cambia costantemente anche la grafica e il modo in cui le informazioni sono visualizzate.
“Le dimensioni dei caratteri mi tengono sveglio la notte”, dice. “Devi comunicare tanti dati contemporaneamente. Non è come in un libro, dove questi sono distribuiti sulle varie pagine. Apri una mappa e la vedi tutta in una volta. Quindi sono ossessionato dalla gerarchia delle informazioni. Quali sono quelle che chi apre la mappa vede prima? E quali sono le più importanti da dare? Non voglio che le persone debbano andarsele a cercare, ma non voglio nemmeno esagerare, magari dandone di inutili”.
La prima cosa che si nota di una mappa della Pisgah map company è la bellezza. Kennedy passa molto tempo a studiare i colori. Le copertine delle sue mappe sono una miscela rilassante di azzurri chiari e verdi, con qualche tocco di arancione. Invece di una fotografia, Kennedy preferisce mettere in copertina scene disegnate a mano dall’illustratore Jim Slatton, che conferiscono alle mappe un’atmosfera rétro da poster dei parchi nazionali. I colori tenui si ripetono all’interno, dove le linee che indicano sentieri e strade hanno tonalità di verde, marrone chiaro e blu, per indicare diversi tipi di terreni, fiumi o laghi. Ogni decisione sul carattere e le dimensioni delle scritte, sulla tonalità di verde per il suolo pubblico o sulle linee topografiche contribuisce a un’estetica generale rilassante e informativa. Nelle mani di Kennedy una mappa non è solo una serie d’informazioni. È una forma d’arte. “La cartografia occupa uno strano spazio che unisce scienza e arte”, dice. “Per realizzare le mappe ci vuole un bel po’ di scienza, ma per me devono essere belle. Una mappa ben progettata è un’opera d’arte”.
I clienti sono d’accordo. Kennedy ha cominciato a stampare le sue mappe su grandi pannelli d’alluminio da appendere al muro come opere d’arte. Sono così apprezzate che ha difficoltà a tenere il passo con le richieste. Intanto va avanti con altre produzioni. In autunno uscirà una nuova mappa di Hickory nut gorge, un canyon a est di Asheville che comprende pezzi di parco statale e terreni privati. Il lago Lure si trova nel cuore della gola e ha sempre attratto turisti: il film Dirty dancing è stato girato in parte lì. Il canyon è molto visitato e ovunque ci sono dei sentieri in costruzione. Presto ci sarà bisogno di una mappa perché il numero di ciclisti ed escursionisti che vengono a esplorare la zona è cresciuto.
Nonostante tutto l’impegno che Kennedy mette nel suo lavoro, non gli piace prendersene il merito. Il suo nome non compare su nessuna delle sue mappe, tranne quella del distretto di Pisgah ranger. Anche sul logo dell’azienda non c’è il suo nome. “Non amo ricevere tanta attenzione”, dice, ma gli piace vedere le persone che usano le sue mappe. L’idea di creare qualcosa di tangibile che la gente può usare è già una soddisfazione per lui. “Distribuisco molte mappe quando sono nella foresta e vedo che ci sono persone che hanno bisogno di una guida. Ho un forte legame con il paesaggio e forse dandogli la mappa posso aiutarle a costruire una maggiore connessione con questa terra. Proprio com’è successo a me”. ◆bt
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Questo articolo è uscito sul numero 1496 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati