Daniel Harding è seduto nell’elegante ingresso di un albergo a pochi passi dalla Philharmonie, la sala concerti di Berlino. Niente farebbe pensare che ha passato una settimana concitata. Siamo nel novembre 2022 e lui è nella capitale per dirigere i Berliner Philharmoniker in un programma che prevede Vaughan Williams, Strauss e l’intensa e complessa Rocaná, una composizione di Unsuk Chin del 2008. Sembra rilassato e disinvolto. Indossa una felpa con il cappuccio e i jeans.
Quando ci sediamo, gli dico che il concerto mi è piaciuto e che mi sembra che sia piaciuto anche a lui. “Sono contento di aver dato questa impressione”, dice ridendo, e mi racconta dei drammi che si sono svolti dietro le quinte: hanno perso una giornata di prove a causa di un’intossicazione alimentare e questo ha reso il primo concerto, e in particolare l’opera di Chin, un po’ snervante. “Quel pezzo è avvincente, ma è molto difficile”, dice. “È una sensazione forte vedere tutti sul palco sotto pressione. E quando ti senti impreparato, ma hai un’orchestra di quel livello, capisci che c’è un’energia diversa dal solito”.
Pochi direttori d’orchestra, però, sanno mantenere il sangue freddo meglio di lui in una situazione complicata. Non solo Harding è una presenza calma sul podio, ma negli ultimi due anni ha avuto una carriera parallela come pilota d’aereo per l’Air France, cosa che gli ha dato una nuova prospettiva anche su come dirigere un’orchestra. “Una delle cose che dico, a proposito della mia doppia vita, è che nei concerti è giusto rischiare, perché lì si può farlo senza veri pericoli”, spiega.
Il fatto che conosce bene i Berliner Philharmoniker deve averlo aiutato: li ha diretti per la prima volta a 21 anni. Alla stessa età è diventato il più giovane direttore d’orchestra nella storia dei Proms, la stagione concertistica curata dalla Bbc. Già prima il suo mentore Simon Rattle gli aveva dato la possibilità di dirigere la City of Birmingham symphony orchestra, e aveva 23 anni quando si è presentato per la prima volta al Covent Garden di Londra. “Ho diretto molte grandi orchestre da giovane”, dice Harding, che oggi ha 47 anni. “A volte è andata bene e a volte no”.
Tra i suoi incarichi successivi ci sono stati quelli in due importanti orchestre da camera europee, la Mahler chamber orchestra e la Deutsche Kammerphilharmonie di Brema. Per dieci anni, a partire dal 2007, è stato direttore ospite della London symphony orchestra. Da quindici anni è il direttore musicale dell’Orchestra sinfonica della radio svedese (e dall’ottobre 2024 sarà direttore musicale dell’orchestra e del coro dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma). Nel 2019 si è concluso un periodo che lui definisce “breve ma molto felice” come direttore principale dell’Orchestre de Paris, e dopo aveva preso un anno sabbatico per concentrarsi sul volo, un progetto vanificato dalla pandemia. “Credo di essere stato l’unico direttore d’orchestra al mondo che durante il primo anno del covid-19 ha fatto più concerti di quelli che si aspettava”, dice.
Doppio impegno
Oggi i due lavori, di pilota e direttore d’orchestra, si completano a vicenda. Mi dà un rapido resoconto di come si sta svolgendo il suo mese. “Sono stato con l’Air France per i primi otto giorni, poi sono andato a Cleveland, quindi al Concertgebouw di Amsterdam. Questo è l’equilibrio che sognavo di trovare. Non smetto mai di pensare: ‘Sto facendo questo concerto adesso perché è quello che voglio fare, non solo perché ho promesso di farlo tre anni fa e ho firmato un contratto’”.
Un musicista che l’ha ispirato da questo punto di vista è il baritono Christian Gerhaher, che prima di dedicarsi alla musica aveva studiato medicina. “Ascoltarlo cantare quindici anni fa mi scombussolò. Gli dissi che non avevo mai sentito nulla di simile e lui mi rispose, in modo molto umile: ‘Sono solo un dilettante. Canto un po’ solo perché la gente me lo chiede’. Ho pensato che fosse la cosa più bella del mondo. Mi piacerebbe essere un direttore d’orchestra dilettante”.
Harding è consapevole dell’effetto positivo che la sua carriera di pilota ha avuto su quella musicale, anche se durante i colloqui di lavoro che ha sostenuto con la compagnia aerea francese ha dovuto vincere lo scetticismo dei responsabili del personale. “Il processo di selezione dell’Air France è molto difficile. Dura un anno, e prevede una serie di test di agilità mentale e di prove varie. Se riesci a passarle, finisci davanti a una commissione composta da un pilota e da uno psicologo che cercano d’individuare ogni tuo punto debole. Era chiaro su cosa avrebbero puntato il dito: negli ultimi vent’anni ero stato il capo, e tutti dovevano fare quello che dicevo io. Come mi sarei comportato dentro una cabina di pilotaggio? È stata un’ottima occasione per riflettere su cosa sia un direttore d’orchestra”.
Parlando del suo lavoro nel mondo della musica, Harding riflette: “Il direttore d’orchestra è l’unica persona sul palco che non può fare niente da sola. Ma, anche se lavora con amici e persone che conosce da vent’anni, rimane sempre un po’ al di fuori del collettivo. Una delle cose che mi piace di più di lavorare per l’Air France è che indosso la mia uniforme, vado a conoscere un nuovo capitano e un nuovo equipaggio di cabina e faccio parte della squadra. Scoprire un altro mondo, vedere come lavorano le altre persone e avere un ruolo diverso è salutare. In un anno ho imparato cose su me stesso che non avevo imparato nei 29 anni precedenti”. Anche nel 2022 c’è stata una visita inaspettata ai Proms della Bbc. “È stata una cosa dell’ultimo minuto”, racconta, “e per fortuna l’Air France si è mostrata disponibile. Ho alternato concerti, giorni liberi e giorni di volo. I musicisti mi chiedevano: ‘Dov’eri ieri?’. E io rispondevo: ‘Ad Amsterdam la mattina e a Tunisi il pomeriggio!’. Dicevano di non avermi mai visto così felice. Lavoravo sugli aerei e poi, in quello che sembrava un giorno di ferie, dirigevo la Romantica di Bruckner con i Berliner Philharmoniker ai Proms”.
Molti forse si chiedono perché Harding, nato nel Regno Unito, non sia mai stato in lizza per un incarico importante nel suo paese. Lui risponde: “Opportunità del genere si presentano raramente. I direttori rimangono al loro posto per anni e poi, quando c’è un avvicendamento, ovviamente solo una persona è assunta”. E non si può dire che la Brexit abbia aumentato le speranze. “Ho vissuto fuori dal Regno Unito per 25 anni, quindi non sono abbastanza informato per dare giudizi”, dice. “Ma penso che sia sempre meglio partecipare ed essere inclusivi. Vedo i miei amici e colleghi che sono ancora dall’altra parte della ‘cortina di ferro’ e sono felice di vivere in Europa”. Harding è un vero europeo: parla francese, tedesco e italiano. In più di un’occasione gli viene in mente una parola francese prima del suo equivalente inglese. Si vergogna del fatto che, dopo quindici anni a Stoccolma, non ha mai imparato lo svedese. “C’è una terribile diceria nell’orchestra, secondo la quale parlo svedese ma faccio finta di non saperlo”, spiega. “La verità è che non lo parlo. Datemi un giornale e saprò dire se una recensione è buona o cattiva, ma per il resto niente”.
Sottolinea quanto sia importante per lui l’Orchestra sinfonica della radio svedese. “La gente dice che ho due lavori, ma in realtà ne ho di più. Sono un pilota di linea, un direttore musicale a Stoccolma e un direttore d’orchestra dalle altre parti. Il ritmo di un direttore ospite non ha nulla a che vedere con quello di un direttore musicale. Sono molto fortunato, perché posso guidare le migliori orchestre del mondo. Ma il direttore musicale è quello che sognavo di fare fin da piccolo”.
Con tutti questi impegni, ha tempo per qualcos’altro? Ha degli hobby? “Ho delle piccole ossessioni, è sempre stato così”, risponde. “E due di queste sono diventate il mio lavoro”. ◆ ff
◆ 1975 Nasce a Oxford, nel Regno Unito.
◆ 1988 Dopo aver studiato tromba, comincia a suonare nella National youth orchestra del Regno Unito.
◆ 1996 Diventa il più giovane direttore d’orchestra della stagione dei Proms della Bbc.
◆ 2005 Dopo le dimissioni di Riccardo Muti debutta al Teatro alla Scala di Milano.
◆ marzo 2023 Viene annunciato che dal 2024 sarà il direttore musicale dell’orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma.
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Questo articolo è uscito sul numero 1505 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati