Moni Nilsson ha la rara capacità di sapersi calare nella sofferenza dei più piccoli. Una sofferenza che spesso non sa come esprimersi. Ed è quello che succede a Lea, dieci anni. Scopre nel peggior modo possibile che sua madre è una malata terminale di cancro. La mamma sta per morire. Questo dolore indicibile si accompagna a circostanze che confondono la protagonista. La notizia, l’irreparabile, arriva da una compagna, Noa, che ha visto sua madre in tv durante un galà per la prevenzione dei tumori. Noa sa prima di Lea che sua madre morirà. E Lea non le perdona questo primato. In realtà la migliore amica è solo un pretesto per far confluire la paura, l’angoscia, la rabbia verso qualcosa di esterno a sua madre, alla malattia. Quello di Moni Nilsson è un libro che con estrema dolcezza e leggerezza, visto anche l’argomento, entra nella vita di un’adolescente in crisi. Un libro sulle relazioni, su quanto sia potente l’amore e quanto il trauma possa ferire oltre la morte. Toccando temi sensibili, Moni Nilsson fa sentire chi legge meno solo. Qui si parla di cancro ma potrebbe essere qualsiasi altro male, fisico e metafisico. E si parla soprattutto di come non soccombere alla paura. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1516 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati