Licia Troisi non ha bisogno di presentazioni. È la regina italiana del fantasy. La più amata. Una cosa che però i suoi fan non sanno è che è una persona ansiosa. Con Astrofisica per ansiosi possiamo dire che ha gettato definitivamente la maschera. Nelle duecento pagine e più del suo nuovo libro emerge il suo lato scientifico – si è laureata con una tesi sulle galassie nane e oggi oltre che scrittrice, è anche astrofisica – ma messo a servizio della sua ansia. Il ragionamento non a caso ruota tutto intorno alla fine del pianeta. È un’ossessione dell’essere umano, questa. Dall’anno mille alle invasioni non specificate di alieni, fino all’apocalisse biblica, l’uomo si è sempre crogiolato un po’ nell’idea di fine totale. Ma esagerando i pericoli e in fondo disinnescando la paura. Troisi invece con rigore scientifico si mette a esaminare i modi in cui l’universo potrebbe ucciderci. D’altronde viviamo in tempi difficili. Scopriamo che il Sole, la Luna, le stelle possono essere minacce concrete. Ma anche i pianeti potrebbero “vendicarsi”. Scopriamo cos’è l’antimateria e ci sembra di afferrare anche la fisica delle particelle. Alla fine della lettura la Terra sarà ancora in piedi, e noi avremo imparato tanto. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 87. Compra questo numero | Abbonati