Dopo la decisione di Bruxelles di alzare i dazi sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese, Pechino ha risposto avviando un’indagine antidumping sulle importazioni di carne di maiale dall’Unione europea. La procedura potrebbe comportare un aumento dei dazi cinesi sulla carne suina europea – oggi del 12 per cento – colpendo in particolare Spagna, Paesi Bassi, Danimarca, Germania e Francia.

Il 17 giugno il ministero del commercio cinese ha precisato che l’indagine si concentrerà sulle importazioni destinate al consumo umano, cioè quelle che riguardano carne suina fresca, essiccata, affumicata, conservata e congelata, comprese le interiora. Nel 2023 la Cina ha consumato quasi 58 milioni di tonnellate di carne suina e prodotti derivati, importandone appena 1,5 milioni di tonnellate, di cui circa metà dall’Europa. Il sito cinese specializzato in finanza Cailianpress.com ha sottolineato che una riduzione della fornitura europea non dovrebbe avere effetti rilevanti sui prezzi al consumo. Di contro, ha ipotizzato che molti allevatori europei si troveranno in difficoltà perché non riusciranno a trovare nuovi acquirenti per gli organi interni, le zampe, le code e le orecchie dei suini, che generalmente in Europa non si consumano. Nella cucina cinese l’intestino, lo stomaco e la vescica del maiale servono per lo stufato. Lo zampetto viene cucinato con zenzero e aceto, mentre i polmoni, le code e le orecchie sono presenti in diverse zuppe.

Falsi pretesti

Il 26 maggio il quotidiano Global Times, controllato dal Partito comunista cinese, riferiva che il governo di Pechino stava pensando di avviare un’indagine antidumping sulle importazioni di carne suina dall’Unione europea. Il 1 giugno, poi, il ministro del commercio Wang Wentao, in visita in Spagna, ha detto che le indagini di Bruxelles sulla presunta concorrenza sleale dei veicoli elettrici e di altri prodotti cinesi sono basate su falsi pretesti. Nonostante gli avvertimenti di Pechino, Bruxelles il 12 giugno ha annunciato un aumento dei dazi tra il 17,4 e il 38,1 per cento sulle auto elettriche cinesi.

Secondo Interporc, associazione dei produttori spagnoli, nel 2023 la Spagna ha esportato in Cina circa 560mila tonnellate di carne di maiale, per un valore di 1,2 miliardi di euro. Dopo l’annuncio dell’indagine, Madrid ha chiesto di trattare. Anche i Paesi Bassi e la Danimarca rischiano molto: nel 2023 hanno esportato in Cina carne di maiale rispettivamente per 620 e 550 milioni di dollari. Secondo l’Economic Daily, in Cina i prezzi della carne di maiale da aprile hanno ripreso a crescere e l’aumento della domanda, che attira i produttori europei, permetterà a Pechino di negoziare in posizione di forza. La Cina, inoltre, potrebbe anche considerare la possibilità di aumentare le importazioni dal Brasile e dalla Russia.   ◆ as

L’analisi

◆ “L’Unione europea si trova tra l’incudine e il martello”, scrive su Nikkei Asia Stephen Olson, dell’istituto di ricerca Pacific forum di Honolulu. “Da un lato è evidente che i produttori cinesi di veicoli elettrici riescono a vendere auto in Europa a prezzi bassi grazie ai sussidi statali. Dall’altra le prospettive per le aziende che producono veicoli elettrici nell’Unione europea sono misere. E le posizioni europee sono diverse: la Germania si è opposta all’indagine sui sussidi statali all’industria cinese temendo i danni di una ritorsione di Pechino. Le aziende tedesche che in Cina hanno la sede di produzione o un importante mercato per le vendite risentiranno di eventuali contromisure. E, dato che le case automobilistiche tedesche importano i veicoli che producono in Cina, sarebbero colpite da nuovi dazi. Anche gli ambientalisti sono contro l’aumento dei dazi: con l’Unione che fatica a raggiungere gli obiettivi sul clima, la disponibilità di veicoli elettrici economici è una cosa positiva. Pechino sostiene che ogni azione commerciale occidentale è puro protezionismo. Ma un aumento delle tensioni con l’Europa è l’ultima cosa che la Cina vuole, perché spingerebbe Bruxelles più vicino agli Stati Uniti. Le prossime settimane saranno decisive. I dazi europei entreranno in vigore dal 4 luglio, nel frattempo le due parti cercheranno un punto d’incontro”.


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Questo articolo è uscito sul numero 1568 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati