Siamo nell’età dell’oro dei politici anziani: dieci anni fa solo uno dei dieci paesi più popolosi al mondo era guidato da un ultrasettantenne (l’India), oggi sono diventati otto. Questo significa che almeno metà della popolazione mondiale è nelle mani di leader che hanno più di settant’anni, e in alcuni casi superano gli ottanta. Anche i due paesi che non fanno parte della lista, Indonesia e Pakistan, sono destinati a entrarci dopo le elezioni delle scorse settimane.
A febbraio del 2014 i corridoi del potere erano molto meno “grigi”: negli Stati Uniti c’era Barack Obama, 52 anni; i leader di Cina e Russia, Xi Jinping e Vladimir Putin, avevano rispettivamente 60 e 61 anni. Il messicano Enrique Peña Nieto non aveva ancora compiuto 48 anni. Le ragioni dietro il cambiamento sono varie.
Negli ultimi anni i leader autoritari hanno rafforzato la loro presa sul potere. Nel 2022, a 69 anni, in una rielezione senza precedenti Xi ha ottenuto un terzo mandato alla guida del Partito comunista cinese. Putin, arrivato al vertice in Russia quando aveva 47 anni, è ancora al potere 25 anni dopo, e ha spazzato via qualsiasi opposizione. Uno dei suoi avversari più temibili, Alexej Navalnyj, è morto in prigione qualche settimana fa, a 47 anni.
Gli ostacoli per arrivare al potere sono aumentati anche nei paesi democratici, dove servono risorse economiche sempre maggiori per vincere le elezioni. Questo dà un vantaggio decisivo ai politici che possono contare su una rete di finanziatori affidabili. In India Narendra Modi, 73 anni, si appresta a ottenere facilmente un terzo mandato, mentre in Bangladesh Sheikh Hasina, 76 anni, è al quinto mandato da prima ministra.
A metà febbraio Prabowo Subianto, 72 anni, esponente di una élite politica radicata, ha vinto le elezioni in Indonesia. Prenderà il posto del presidente Joko Widodo, ex imprenditore e sindaco di una piccola città che nel 2014, a 43 anni, aveva vinto le elezioni regalando nuove speranze alla terza democrazia del pianeta.
Partire dal basso
Negli Stati Uniti si parla da tempo dei candidati delle presidenziali. Secondo un sondaggio recente del Pew research center, la maggior parte degli statunitensi vorrebbe un presidente con meno di settant’anni. Molti elettori temono che le condizioni di salute precarie possano essere un ostacolo sia per Joe Biden, che ha 81 anni, sia per Donald Trump, che ne ha 77. “I due partiti principali hanno avuto il tempo per evitare di ritrovarsi in questa situazione, ma non sono stati capaci di scegliere leader che trasmettessero un senso di rinnovamento”, sottolinea Aksel Sundström, professore di scienze politiche dell’università di Göteborg, in Svezia.
A Washington gli errori e le gaffe di Biden e Trump hanno attirato l’attenzione dei mezzi d’informazione. Ma l’età dei politici è un problema più generale. Nel 2023 Mitch McConnell, il leader dei repubblicani al senato, che ha 82 anni, è rimasto immobile all’improvviso durante un’intervista. Giorni fa ha dichiarato che lascerà il seggio a novembre. I politici più anziani ignorano ogni invito a farsi da parte, e generalmente sono confermati alle urne. Al momento l’età media dei deputati negli Stati Uniti è di 57,9 anni, mentre quella dei senatori è di 64 anni. Dal 2003 l’età media dei deputati e dei senatori è aumentata di quattro anni. Da questa situazione sono nate delle proposte per fissare un limite di età per gli incarichi a livello federale. Nikki Haley, ex candidata alle primarie del Partito repubblicano, ha chiesto un test obbligatorio delle capacità mentali per i politici di più di 75 anni.
Nel sistema bipartitico statunitense i giovani ambiziosi solitamente devono partire dal basso. Questo rende molto difficile un’ascesa veloce come quella di Emmanuel Macron, arrivato alla presidenza francese a 39 anni, poco dopo aver fondato un partito politico.
In generale l’Europa, dove l’età media è più alta che negli Stati Uniti, è in controtendenza rispetto al resto del mondo. Le democrazie parlamentari europee, infatti, offrono maggiori opportunità a leader più giovani. Nel 2022 in Italia la leader di estrema destra Giorgia Meloni è diventata presidente del consiglio a 45 anni, mentre Volodymyr Zelenskyj, che guida l’Ucraina nella guerra contro la Russia, ha 46 anni.
I leader più anziani sostengono che la loro età è una risorsa in una fase storica segnata dalle guerre in Ucraina e a Gaza e dalla rivalità tra Stati Uniti e Cina, che sta ridisegnando l’ordine mondiale. Aggiungono che la diplomazia mondiale ha bisogno di gente esperta.
Ma molte persone si chiedono se presidenti e primi ministri cresciuti in un’altra epoca siano in grado di guidare il mondo del ventunesimo secolo, alle prese con una rapida ridefinizione dovuta alla crisi climatica e all’intelligenza artificiale.
Aiuti ai genitori
I commentatori temono che i giovani, governati da coetanei dei loro nonni, possano perdere interesse nella politica. Sundström parla di una “spirale di alienazione” in cui la presenza di candidati anziani alimenta un calo dell’affluenza tra i più giovani, che a sua volta riduce le iniziative volte ad affrontare la realtà delle nuove generazioni.
Alcune ricerche indicano che i leader locali più giovani s’impegnano sulle questioni che riguardano la popolazione non anziana, stanziando più risorse in determinati settori. Charles McClean, dell’università di Yale, ha scoperto che i comuni giapponesi guidati da sindaci con meno di 50 anni dedicano più risorse al problema delle lunghe liste d’attesta negli asili nido pubblici.
Alcuni politici anziani stanno cercando di colmare il divario generazionale. Quest’anno Biden ha aperto un profilo su TikTok. Subianto è apparso su Instagram con il suo gatto. Il senatore Bernie Sanders (82 anni) e l’ex leader del partito laburista Jeremy Corbyn (74 anni) sono due figure di riferimento per i giovani progressisti, e la loro legittimità deriva anche da un lungo impegno per le cause di sinistra.
Secondo Kevin Munger, professore di scienze politiche alla Pennsylvania state university, i giovani farebbero meglio a prepararsi a una nuova ondata di leader anziani. “La situazione cambierà solo quando questi uomini saranno innegabilmente troppo vecchi, cioè tra dieci o quindici anni”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1554 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati