In Italia il 25 settembre si voterà per eleggere deputati e senatori (il numero dei parlamentari è stato ridotto nel 2020 con un referendum costituzionale). In base ai sondaggi, la coalizione guidata da Giorgia Meloni, leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia (FdI), avrà più seggi in parlamento.
Qual è la storia e perché è importante? Questo potrebbe avere conseguenze importanti per l’Italia e per l’Unione europea nonostante la coalizione formata da FdI, Lega e Forza Italia abbia ribadito l’impegno nei confronti dell’Europa e della Nato.
Il partito post-fascista di Meloni è passato dal 4 per cento dei voti del 2018 al 25 per cento degli ultimi sondaggi. Il suo vantaggio rispetto al Partito democratico (Pd), guidato da Enrico Letta, potrebbe essere di appena un punto percentuale, ma con la coalizione potrebbe raggiungere il 48 per cento, contro il 29 per cento della coalizione di centrosinistra.
Meloni, 45 anni, ha preso le distanze dalle origini neofasciste del suo partito dichiarando che la destra “ha consegnato il fascismo alla storia”. Però apprezza il leader nazionalista ungherese Viktor Orbán, si oppone ai diritti dei gay e vorrebbe che la marina militare respingesse le imbarcazioni usate dai migranti. Non ha fatto parte del precedente governo e il suo partito è sempre stato all’opposizione, e questo sembra aver dato i suoi frutti. Gli slogan di Meloni: “Dio, patria e famiglia” e “Meno Europa, ma meglio” stanno causando nervosismo.
Come siamo arrivati qui? Il presidente del consiglio Mario Draghi diciotto mesi fa era stato scelto per governare il paese in piena pandemia. Il 21 luglio si è dimesso dopo che la sua maggioranza si è divisa. Il periodo in cui è rimasto al governo è stato caratterizzato da una relativa stabilità e dalla ripresa economica, ora il Movimento 5 stelle gli ha negato il sostegno, seguito dalla Lega e da Forza Italia. Gli elettori italiani non hanno approvato e ritengono il Movimento 5 stelle e la Lega responsabili. Questa dinamica ha favorito ulteriormente Fratelli d’Italia, che nei sondaggi era testa a testa con la Lega all’inizio del 2022 e oggi potrebbe ottenere il doppio dei suoi voti.
Come funziona il sistema? Con la nuova legge elettorale introdotta nel 2018, solo un terzo dei deputati e dei senatori sarà eletto con il sistema maggioritario, mentre gli altri verranno eletti con il sistema proporzionale. I partiti possono presentarsi da soli o all’interno di una coalizione. I singoli partiti devono ottenere almeno il tre per cento dei voti per entrare in parlamento, mentre per le coalizioni la soglia di sbarramento è il 10 per cento. Quest’anno i seggi alla camera sono stati ridotti da 630 a 400, mentre quelli al senato sono passati da 315 a 200. La riduzione produrrà maggioranze più risicate, e chi cambierà partito potrà farle naufragare più facilmente. Gli elettori avranno due schede, una per eleggere i senatori e l’altra per eleggere i deputati. Se si mette solo una croce per ogni scheda, il voto sarà valido sia per eleggere il candidato al seggio assegnato con il sistema uninominale sia per eleggere i candidati delle liste del sistema proporzionale.
Quali sono i partiti candidati e cosa vogliono? Nella coalizione di centrodestra i due partiti più forti sono Fratelli d’Italia, che promuove la famiglia tradizionale, e la Lega, ostile all’immigrazione e all’influenza dell’Unione europea. Una vittoria di questa alleanza porterebbe l’Italia verso l’estrema destra. Per contrastare l’aumento del costo della vita, la coalizione propone il taglio dell’iva sui beni primari e sull’energia, una revisione del piano di ripresa e resilienza (Pnrr) dell’Unione europea che tenga conto dell’aumento dei prezzi. La destra chiede anche consistenti tagli alle tasse, la cancellazione del reddito di cittadinanza, la riforma del patto di stabilità e l’elezione diretta del presidente della repubblica.
Un’ampia coalizione al centrosinistra, si è dissolta nel giro di pochi giorni, quando il partito Azione ha deciso di abbandonarla, lasciando il Partito democratico in un’alleanza chiamata Partito democratico-Italia democratica e Progressista (Pd-Idp) e composta da quattro liste di piccoli partiti di sinistra, filoeuropei ed ecologisti. Questa coalizione non ha una piattaforma comune. Il Pd ha pubblicato autonomamente il suo programma, in cui si impegna a rafforzare le energie rinnovabili e a fornire elettricità da fonti rinnovabili gratuitamente o a prezzi ridotti alle famiglie con redditi medi e bassi. Propone inoltre di tagliare le tasse sui redditi più bassi, alzare gli stipendi netti di una mensilità e introdurre un salario minimo di 9 euro all’ora. Il partito ha promesso di facilitare il processo con cui i figli degli immigrati possono ottenere la cittadinanza italiana, d’inasprire le pene per chi compie atti di violenza o discriminazione nei confronti delle persone lgbt, di legalizzare la cannabis e di abbassare l’età minima per votare da 18 a 16 anni.
Il Movimento 5 stelle, guidato dall’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, si presenta da solo alle urne dopo la scissione voluta dall’ex leader Luigi Di Maio (che ha fondato un suo partito, Impegno civico). Oggi è al 10 per cento, lontano dal 32 per cento del 2018. I cinquestelle propongono l’emissione di debito comune europeo per creare un fondo di ripresa energetica, la revisione del patto di stabilità e un sistema che permetta ai lavoratori di conservare una percentuale maggiore del loro stipendio lordo. Molte politiche sociali dei cinquestelle sono simili a quelle del Pd.
Azione ha formato un’alleanza con Italia viva, il partito dell’ex presidente del consiglio Matteo Renzi. I due partiti hanno proposto la definizione di “Terzo polo” per la loro coalizione e attualmente sono intorno al 5 per cento.
Chi vincerà e cosa succederà dopo? Letta ha ribadito che il risultato delle elezioni non è scontato, affidandosi ai sondaggi secondo cui il 40 per cento degli elettori non intende votare o non ha ancora deciso per chi votare. Ma in realtà la vittoria del centrodestra sembra estremamente probabile. Meloni ha chiarito che l’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina, ma la vittoria di una coalizione di estrema destra solleverebbe inevitabilmente dubbi sulla politica italiana, anche considerando i legami del passato di Salvini e Berlusconi con Vladimir Putin.
In un contesto in cui la crescita è lenta e l’inflazione s’impenna, Meloni non ha l’esperienza né la credibilità di Draghi per gestire un’economia paralizzata e gravata da un enorme debito. ◆ as
“Giorgia Meloni, 45 anni, non ha nulla contro i cartoni animati, anzi: ama i fumetti giapponesi e le creature di fantasia. Ma l’entusiasmo termina quando le storie entrano in rotta di collisione con la sua visione del mondo, in particolare per quanto riguarda la famiglia”, scrive Dominik Straub sul quotidiano austriaco Der Standard. “A Meloni e al partito che guida, Fratelli d’Italia, fa orrore tutto quello che devia dall’immagine della ‘famiglia naturale’, composta da mamma papà e figli, oppure puzza di ‘ideologia gender’. E così Peppa Pig, la protagonista dell’omonimo cartone animato britannico, si è trovata all’improvviso nel mirino del partito”.
La Rai trasmetterà una puntata in cui Peppa Pig fa amicizia con Penny Polar Bear, un orsetto polare che le racconta di vivere con due mamme: “Una fa la medica, l’altra cucina spaghetti”. Per il partito di Meloni è troppo: “È inaccettabile la scelta degli autori di Peppa Pig di inserire un personaggio con due mamme”, ha detto Federico Mollicone, il responsabile cultura di Fratelli d’Italia. “Ancora una volta il politicamente corretto ha colpito e a farne le spese sono i nostri figli”. La vicenda che riguarda il cartone animato può sembrare marginale, scrive il quotidiano austriaco, ma lascia intendere a cosa potrebbero andare incontro in Italia donne, persone omosessuali e transgender se Meloni dovesse diventare presidente del consiglio.
“L’interruzione di gravidanza è legale in Italia dal 1978”, scrive Der Standard, “solo che Fratelli d’Italia sembra non essersene ancora accorto: nelle Marche, la regione dove il partito governa dal 2020, l’amministrazione ha cercato di limitare l’uso della pillola abortiva e si è opposta alla sua somministrazione nei consultori”.
In tema di diritti e uguaglianza il quotidiano osserva: “Nella struttura patriarcale di Fratelli d’Italia Meloni è una mosca bianca: a parte lei, non ci sono nel partito donne che ricoprono cariche importanti”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 44. Compra questo numero | Abbonati