Dopo un ventennio in cui l’eroina era stata la protagonista assoluta delle sostanze illegali, la fine degli anni novanta vide un ritorno delle droghe leggere, in particolare della marijuana. In Svizzera si scoprì un vuoto legislativo per cui era consentita la coltivazione della canapa e la vendita di prodotti derivati purché non finalizzati all’assunzione diretta. A Zurigo nacquero i “canapai”, piccoli negozi che proponevano cosmetici, deodoranti, piccoli sacchetti per profumare gli armadi e cuscini sui cui dormire per combattere ansia e insonnia. Sacchetti e cuscini che contenevano erba fumabile. I canapai raggiunsero presto il Ticino dove, grazie a un turismo di massa dall’Italia, i negozi arrivarono a essere più di quaranta nella sola Lugano. L’esplosione incontrollata del mercato creò però non pochi problemi: da un lato la politica tollerava il fenomeno in un’ottica di gestione del rischio, ma dall’altro mancava un piano per governare le sue ricadute sociali, come l’infiltrazione della criminalità o la scomparsa di frutta e verdura dai negozi, perché nei campi ora si coltivava la canapa. In quegli anni Olmo Cerri era un adole-scente e in questo podcast in cinque puntate, curato in ogni dettaglio, racconta meravigliosamente l’ascesa e il declino della “Giamaica
delle Alpi”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati