Suresh Vangela è un giovane studente britannico, figlio d’immigrati riservati e dediti al lavoro. Fin dalla nascita sia Suresh sia suo fratello Praful sono affetti da emofilia, una condizione genetica che impedisce la coagulazione del sangue. Dall’inizio degli anni settanta sono sottoposti a una cura che prevede una trasfusione periodica di sangue, ma appena ventenni cominciano ad avere dei sintomi imprevisti. Dopo alcune analisi scoprono di essere sieropositivi. Soltanto anni dopo Suresh, sopravvissuto al fratello, avrebbe scoperto che avevano contratto la malattia insieme ad altre decine di migliaia di persone attraverso una somministrazione di sangue infetto: lo scandalo sanitario più grave della storia britannica. Suresh non sapeva cosa fosse l’aids e quali potessero essere le cure o come gestirlo. Sua moglie Rekha però ha avuto un’intuizione: se la sanità si ostinava a non dare risposte, anche per nascondere la sua responsabilità nella vicenda, avrebbero potuto trovare il supporto necessario nella comunità omosessuale, che da anni si era organizzata per informare, gestire e far conoscere la malattia. Un documentario onesto e profondo, che parte dall’illusione di denunciare uno scandalo sanitario e prende a sorpresa strade improvvise che portano a commuoversi e a voler sperare di nuovo nelle capacità curative dell’umanità. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1604 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati