Il viaggio in barca nell’arcipelago di Stoccolma offre una tavolozza di colori impressionante. Lo scintillio dei labirintici sund (stretti) taglia il verde delle isole piene di alberi, che hanno spiagge di ciottoli del colore dell’oro bianco. Le cabine rosse simili a quelle delle favole spuntano tra gli alberi o sono appollaiate sulle rocce. Ogni volta che la mia barca si lascia alle spalle un tratto di costa ne appare un altro a prua. Una sequenza a perdita d’occhio. Questo gruppo di trentamila isole è uno degli arcipelaghi più grandi del mondo, con un numero di isole cinque volte superiore a quello della Grecia.

Seguo il nuovo Stockholm archipelago trail (Sat), un percorso che dall’ottobre di quest’anno unirà l’isola di Arholma, a nord, a quella di Oja, a sud. Grazie al Sat, questo sarà uno dei pochi arcipelaghi al mondo a essere interamente visitabile a piedi permettendo di scoprire le isole in un modo finora inimmaginabile.

La zona è frequentata da anni dai bagnanti e da chi va in barca, ma i 270 chilometri di sentieri del Sat inviano un messaggio chiaro: è un luogo che si può esplorare anche a piedi. Il percorso attraversa ventuno isole, mettendone in risalto la bellezza naturale e la necessità di proteggere il loro fragile ecosistema. “Il Sat distribuirà i visitatori su un’area più vasta”, spiega Michael Lemmel, ideatore del sentiero.

Una distesa di isole su 1.700 chilometri quadrati, con spiagge di sabbia e baie rocciose. “Qui ci sono turisti dalla fine di giugno alla fine di agosto. Il resto dell’anno non c’è quasi nessuno”, spiega Lemmel. Nella stagione delle escursioni, che va da maggio alla fine di ottobre, il percorso permetterà di ridurre i turisti nelle settimane più affollate.

Nonostante sia una delle bellezze della regione, un sondaggio del 2022, promosso dal sito Visit Stockholm, rivelava che tra i turisti stranieri arrivati Stoccolma, l’81 per cento visita il centro della città, e tra questi solo il 26 per cento fa un giro in barca tra le isole. Eppure nell’arcipelago c’è molto da fare e da vedere: stendersi al sole sulle spiagge di Sandhamn e Nåttarö, andare in kayak, rilassarsi in cabine isolate con vista sul mare (o sulla foresta) e soprattutto godersi una tranquillità difficile da trovare nelle vicinanze.

La forma degli alberi

Nei sentieri del Sat non sono ammesse le auto, le barche possono ormeggiare solo in alcuni punti, ed è difficile andare in bici. Il modo ideale per spostarsi è camminare: completando il percorso o facendone solo una parte. La segnaletica è perfetta e ci sono panchine nei punti più belli per ammirare il panorama. L’impatto ambientale del Sat è quasi nullo. Le indicazioni (blu per il mare, giallo per la sabbia) sono agganciate agli alberi attraverso fasce rimovibili per non scalfire in modo permanente i tronchi. Il percorso segue sentieri già esistenti aperti dal passaggio di persone e dagli animali, quindi non è stato necessario abbattere alberi. “I sentieri permettono a chi si occupa di proteggere le isole di abitarci per buona parte dell’anno”, spiega Marie Östblom, dell’agenzia per lo sviluppo di Stoccolma, che supervisiona il Sat. “Gli escursionisti faranno crescere la domanda di alloggi e di visite guidate. Nelle isole ci abitano poche persone, quindi prendere decisioni è semplice”.

In sei giorni ho percorso il Sat passando per sei isole (Finnhamn, Grinda, Sand­hamn, Utö, Alö e Nåttarö) e coprendo quasi un quarto dell’intero tragitto. Le isole sono tante e la foresta è talmente fitta che secondo gli abitanti l’unico modo per distinguere un luogo dall’altro è concentrarsi sulla forma degli alberi. Eppure ho avuto la sensazione che ogni isola abbia una sua caratteristica. Finnhamn è l’unica dove crescono alberi di quercia. Grinda offre una combinazione armonica tra boschi e terreni agricoli. Sand­hamn è più turistica e ha pinete incantevoli. La vicina Utö e la riserva naturale di Ålö-Rånö hanno colline che offrono uno dei panorami più belli dell’arcipelago. Nåttarö è una delle prime riserve marine della Svezia e ha spiagge bellissime circondate da pini e betulle.

“Vogliamo portare qui i visitatori per consentigli di apprezzare questi tesori”, sottolinea Lemmel. “È difficile interessarsi alla sopravvivenza delle isole se non si sa cosa offrono. Gli abitanti di Stoccolma non sanno molto dell’arcipelago: migliaia di isole (alcune fanno parte del Sat) con una natura incontaminata e a poca distanza dalla capitale”.

Nonostante le bellezze naturali e lo status di santuario per gli uccelli , l’arcipelago è esposto all’inquinamento. A causa dell’intricata rete di canali, infatti, l’acqua inquinata proveniente dal mar Baltico e dai fiumi pieni di fertilizzanti rischia di restare bloccata nella zona. Le autorità stanno cercando soluzioni a lungo termine per sventare questa minaccia ecologica.

A Utö, il Sat emerge dai boschi e corre lungo un terreno acquitrinoso artificiale, parte di un progetto ideato da Thomas Hjelm per rinvigorire la vita marina in tutto il Baltico. Introducendo pesci predatori che rischiano l’estinzione, come il luccio e il persico, e facendogli raggiungere il mare attraverso l’acquitrino, si attiva un ciclo naturale che contribuisce a decontaminare l’acqua nell’area in cui si muovono i pesci, perché la loro presenza riduce la quantità di alghe. Nei terreni acquitrinosi crescono rapidamente anche i giunchi che secondo Hjelm possono essere usati come alternativa ai fertilizzanti prodotti con la paglia, eliminando le emissioni di CO2 rilasciate quando si taglia l’erba. “Questa palude dimostra cosa fare per migliorare le cose”.

Impronta carbonica

La parte del percorso che attraversa Sand­hamn è la più trafficata perché il porto e la spiaggia dell’isola sono luoghi noti. Lena Josefsson, proprietaria del Sandhamn Seglarhotel, mi ha spiegato che offrire un’esperienza di viaggio sostenibile è difficile perché per usare servizi di base (come le strutture per il riciclo dei rifiuti e i supermercati) spesso bisogna prendere la barca e raggiungere la terraferma.

“Ci siamo inventati qualche soluzione”, racconta Josefsson. “Per esempio abbiamo combinato tutti i rifiuti organici del ristorante per produrre del fertilizzante e stiamo per aprire un alloggio dentro un faro al largo di Sandhamn. Speriamo di attirare un tipo diverso di visitatori, magari con un’impronta carbonica ridotta”. Oggi l’Amazzonia o l’Artico sono subito associati a problemi ambientali, cosa che per ora non capita con l’arcipelago di Stoccolma. L’obiettivo del percorso è dare la possibilità ai visitatori di scoprire la meraviglia di queste foreste, di queste spiagge e di queste baie silenziose affollate dalle anatre, e soprattutto riflettere sul perché sono così preziose.

“La stagione magica va dalla fine di agosto alla fine di ottobre, quando l’acqua è molto più calda di quella della costa”, dice Östblom. E dopo sei giorni di cammino non ho esitato a tuffarmi. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1585 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati