I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.
Mentre il sessantotto è stato un fenomeno di protesta globale, il movimento del settantasette fu una storia prettamente italiana che non aveva paralleli in altri paesi: di nuovo migliaia e migliaia di ragazzi si aggregarono per organizzare proteste, manifestazioni, occupazioni di università. Ma il settantasette fu tutto tranne una ripetizione del sessantotto. Mentre il primo movimento si basava su un ottimismo di fondo, sulla speranza di “un mondo migliore”, nel settantasette dominava il pessimismo, la disillusione verso una società che sembrava riservare ai giovani solo crisi e repressione. Il grande merito della nuova edizione del libro di Concetto Vecchio, arricchita da un’introduzione firmata dall’autore, è di cogliere quello spirito. Lo fa a partire dall’assassinio di Carlo Casalegno, giornalista della Stampa, ammazzato dalle Brigate rosse (Br) nel novembre 1977. Intorno a quel delitto Vecchio narra il magma ribollente del movimento che in larghissima parte teorizzava lo scontro armato con lo stato, che reagì duramente, ma che vide ammazzati molti suoi servitori dalle formazioni terroriste, a cominciare dalle Br. Chi vuole cogliere l’essenza di quell’“anno tragico e appassionato” (così il sottotitolo) trova nel libro un testo tanto scorrevole quanto denso di fatti e riflessioni. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1605 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati