Una nuova variante dell’mpox chiamata clade Ib, emersa nel 2023 nella Repubblica Democratica del Congo, si è ormai diffusa in diversi paesi confinanti. Anche Svezia e Thailandia hanno individuato il virus in persone arrivate da quella regione. La clade Ib è molto meno trasmissibile dei virus respiratori come il sars-cov-2, quindi quasi certamente non causerà una pandemia come quella di covid-19. Tuttavia le prime evidenze indicano che si diffonde da un individuo all’altro molto più in fretta di altre varianti dell’mpox, come la clade IIb, responsabile di quasi centomila contagi in tutto il mondo dal 2022.

Normalmente l’mpox, in precedenza chiamato vaiolo delle scimmie, infetta i ratti e gli scoiattoli. Ha due tipi principali, la clade I e la clade II, diffusi rispettivamente in Africa centrale e in Africa occidentale. Anche se di tanto in tanto passa alle persone, finora i focolai hanno riguardato soprattutto i nuclei familiari, perché il virus non è bravo a diffondersi tra gli esseri umani. La maggior parte dei contagi avviene tramite stretto contatto, compresi i rapporti sessuali, spiega Susan Gould della Liverpool school of tropical medicine, nel Regno Unito. Infettarsi toccando oggetti contaminati, come le lenzuola, è possibile ma molto più raro. Gould ha individuato il virus anche in campioni di aria, ma non ci sono prove che possa diffondersi per via aerea, dice.

L’epidemia dovuta alla clade IIb, un sottotipo della clade II, è la più grave e finora la più estesa, ma ha colpito quasi esclusivamente uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. In Europa il 98 per cento dei casi riguarda individui di sesso maschile. Dagli studi genetici risulta che la IIb ha circolato tra le persone per diversi anni prima di essere individuata.

Ora anche i casi di Ib stanno aumentando, con più di 15mila contagi e cinquecento decessi. Questa variante sembra più trasmissibile della IIb, ma secondo Brian Ferguson dell’università di Cambridge non è ancora confermato.

Nel 2022 ci si aspettava che le misure standard come il tracciamento dei contatti fermassero la diffusione della IIb, ma non è stato così, forse perché le persone infette possono essere contagiose anche in assenza di sintomi. La vaccinazione dei soggetti più a rischio ha comunque ridotto la circolazione del virus nei paesi ricchi, dice Paul Ananth Tambyah dell’International society for infectious diseases.

Dosi che scarseggiano

Resta da vedere se la Ib potrà essere contenuta con il tracciamento, soprattutto perché non sappiamo se il virus può essere trasmesso prima della comparsa dei sintomi. È possibile che i paesi con sistemi sanitari efficienti limitino i focolai, e che altri non ci riescano. Se la Ib si diffonderà ampiamente in alcune zone, potrebbe radicarsi nelle popolazioni animali al di fuori dell’Africa centrale e occidentale, rischiando d’innescare focolai nelle zone non endemiche.

Un aspetto positivo è che l’mpox muta più lentamente rispetto a virus come il sars-cov-2, per cui sembra improbabile che riesca a evolversi per eludere i vaccini esistenti, anche se il virus potrebbe cambiare in modi imprevedibili. Se la Ib non muterà troppo, le campagne vaccinali dovrebbero bastare a impedire epidemie più ampie. Ma la scarsa disponibilità di vaccini è un problema, soprattutto se la Ib non resterà circoscritta a un gruppo ben delimitato com’è successo con la IIb. Per Ferguson non abbiamo i dieci milioni di dosi che servirebbero a fermare i contagi in Africa centrale. Le case farmaceutiche stanno aumentando la produzione, ma ci vorrà tempo. Il tasso di mortalità della clade I varia dall’1 all’11 per cento a seconda delle popolazioni colpite e del grado di controllo dell’infezione. Nei paesi con i sistemi sanitari migliori è probabile che il dato tenda verso il basso.

Secondo Tambyah la Ib si comporterà in modo simile alla IIb, ma non si diffonderà altrettanto se i governi agiranno subito, anche perché hanno già dovuto affrontare l’mpox e le persone potrebbero avere un certo livello d’immunità. Se però non si fa niente per fermare le epidemie in Africa emergeranno nuove varianti, dice. “E il ciclo ricomincerà da capo”. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati