A marzo del 2023 al congresso degli Stati Uniti è stata presentata una proposta di legge per consentire a chi ha compiuto sedici anni di lavorare in alcuni stabilimenti dell’industria del legname sotto la supervisione dei genitori. La norma è stata sostenuta con forza dalle organizzazioni del settore. Per Wendy Bostwick, invece, è stato come rivivere un incubo.
Nel 2014 suo figlio Cole è morto in un incidente in un impianto di produzione di legname a Washington, dove lavorava anche il padre Tim. Il ragazzo aveva appena compiuto diciotto anni. “Quella di Cole è stata una tragedia, ma se un ragazzo vuole lavorare in questo settore, la soluzione migliore è farlo cominciare insieme ai familiari, in modo che possa imparare da loro”, ha detto il senatore dell’Idaho Jim Risch, principale promotore del disegno di legge.
“Cazzate!”, commenta Bostwick. “Quelle fabbriche sono tra le più pericolose al mondo. E i politici vogliono mandarci i nostri figli”.
La proposta presentata al congresso è una delle tante iniziative in corso in tutto il paese per indebolire le norme sul lavoro minorile in un periodo in cui molte aziende faticano a trovare dipendenti. “Se questa campagna avrà successo, molte famiglie vivranno una tragedia simile alla nostra”, sostiene Bostwick. “Sono passati nove anni dalla morte di Cole, ma ne viviamo le conseguenze ogni giorno. Tutti i componenti della famiglia sono affetti da disturbo da stress post-traumatico”.
Molti studi rivelano un allarmante aumento delle violazioni delle leggi sul lavoro minorile. Secondo un rapporto recente dell’Epi economic policy (Epi), il numero di ragazze e ragazzi assunti infrangendo le regole è aumentato del 37 per cento tra il 2021 e il 2022 e del 283 per cento rispetto al 2015. “Penso che i provvedimenti presentati in molti stati siano l’ultimo tentativo degli industriali statunitensi di cancellare le norme sul lavoro minorile. Non è un taglio netto ma una serie di spinte contemporanee con un obiettivo comune”, spiega Jennifer Sherer, che ha collaborato allo studio dell’Epi. Il rapporto “Death on the job”, pubblicato dal sindacato Afl-Cio nel 2023, indica che 350 ragazzi sotto i 25 anni sono morti lavorando nel 2021. Almeno 24 di loro erano minorenni.
Nel 2023 otto stati hanno proposto o approvato leggi per ridurre le protezioni sul lavoro minorile. Di recente l’Arkansas ha approvato una norma per eliminare la verifica dell’età e la necessità di ottenere un permesso da parte dei genitori o dei tutori. Il senato dell’Iowa, a maggioranza repubblicana, ha approvato un testo che permette ai minori di svolgere compiti pericolosi e aumenta il numero di ore di lavoro consentite.
“Quella norma fa parte di uno sforzo più generale per ridefinire l’infanzia”, sostiene Liz Bennett, senatrice democratica dell’Iowa. “Stiamo riportando i ragazzi indietro di decenni. È molto preoccupante, perché a farne le spese saranno quelli economicamente più vulnerabili, in Iowa e nel resto del paese”.
Nel 2022 il New Jersey e il New Hampshire hanno approvato leggi per ridurre le protezioni sul lavoro minorile. Di recente il Missouri ha introdotto un emendamento a una legge della camera che farebbe aumentare le ore di lavoro. Testi simili sono stati approvati in Minnesota, Missouri, Nebraska, Ohio e South Dakota. Nina Matt, che ha collaborato allo studio dell’Epi, aggiunge che in Maine e Virginia sono state approvate leggi per stabilire una paga, più bassa del minimo, per i lavoratori tra i quattordici e i diciassette anni.
Categorie a rischio
Il Washington Post è entrato in possesso di alcune email che rivelano il ruolo della Foundation for government accountability, un centro studi conservatore della Florida, nella stesura di gran parte delle leggi citate finora. All’interno della lobby che spinge per cambiare le norme ci sono interessi diversi. “Un aumento delle ore di lavoro degli adolescenti potrebbe aiutare i ristoranti a risolvere le carenze di personale?”, scriveva la National restaurant association, l’associazione che rappresenta i ristoratori del paese, in un articolo in cui chiedeva al congresso di approvare una proposta presentata dai repubblicani per cancellare i limiti sugli orari di lavoro degli adolescenti.
Le proposte dei singoli stati sono spesso in contrasto con le leggi federali. L’Epi sostiene che l’obiettivo di chi le presenta è ostacolare a livello locale le regole federali per neutralizzare un po’ alla volta il quadro normativo su retribuzione e ore di lavoro. Secondo Sherer, la spinta per favorire il lavoro minorile si accompagna al tentativo di indebolire i sistemi di controllo. La legge introdotta in Iowa, spiega, usa un linguaggio che sembra voler tollerare qualsiasi violazione.
I democratici hanno fatto molte proposte a livello federale contro questa tendenza. Il dipartimento del lavoro e quello della salute e dei servizi umani hanno suggerito politiche per rafforzare l’applicazione delle norme sul lavoro minorile e aumentare le sanzioni pecuniarie per gli abusi. Chi si oppone alle proposte dei repubblicani sottolinea che le leggi in vigore sono già inadeguate, anche perché le agenzie governative non hanno le risorse per contrastare l’aumento degli abusi. Se questa tendenza non sarà fermata, spiega Sherer, le conseguenze sul lungo periodo saranno gravi. “Gli adolescenti che lavorano circa venti ore alla settimana durante l’anno scolastico entrano a far parte delle categorie di lavoratori ad alto rischio. Inoltre, rendono meno negli studi e hanno meno probabilità di proseguire la carriera scolastica o la formazione professionale. Quindi avranno meno opportunità lavorative e redditi bassi per tutta la vita”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1510 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati