Un nuovo elemento si aggiunge alla corsa agli armamenti di Cina e Stati Uniti. Secondo il Financial Times, in agosto Pechino ha testato un missile ipersonico in grado di portare testate nucleari, che ha orbitato intorno alla Terra per poi atterrare mancando di 30 chilometri il bersaglio. Il missile riuscirebbe a superare i sistemi di difesa missilistici statunitensi in Alaska creati per abbattere i proiettili in arrivo dal polo nord e attaccare gli Stati Uniti da sud. La notizia ha colto di sorpresa l’intelligence statunitense, e dimostra che la Cina ha fatto enormi progressi nello sviluppo di armi ipersoniche, capaci di colpire gli obiettivi più rapidamente rispetto ai missili balistici. Il 18 ottobre la Cina ha negato di aver fatto il test.
Missile a sorpresa
Ancora in lockdown
A Auckland il lockdown in vigore da metà agosto è stato esteso per altre due settimane perché nel paese, dove il 55 per cento dei cittadini è vaccinato, i contagi aumentano. Il 18 ottobre, scrive The Spinoff, si è registrato il più alto numero di infezioni giornaliero (98).
Un segnale positivo
Il generale Min Aung Hlaing, capo della giunta militare birmana, non sarà invitato al vertice dell’Associazione dei paesi del sudest asiatico (Asean), dal 26 al 28 ottobre. Al suo posto ci sarà un rappresentante non politico della Birmania. È una mossa inusuale per l’Asean, che di solito evita di prendere posizione su questioni “interne” ai paesi membri. “La decisione va interpretata come una sincera preoccupazione per la repressione seguita al colpo di stato di febbraio”, si chiede Asia Times, “o come l’opportunismo di nazioni che, in vista della fine della pandemia, dipendono dalla benevolenza degli Stati Uniti e dei paesi che hanno condannato il golpe?”. Pochi giorni dopo la giunta birmana ha annunciato il rilascio di 5.600 manifestanti arrestati nei mesi scorsi .
Congedo mestruale
Il cammino dell’Australia verso l’uguaglianza di genere rallenta e la differenza di stipendio tra maschi e femmine è passata dal 13,4 per cento al 14,2 per cento, in parte a causa della pandemia. Servono quindi nuove strategie, scrivono su The Monthly Gabrielle Golding, esperta di diritto del lavoro dell’università di Adelaide, e Tom Hvala, della scuola di salute pubblica della Monash university di Melbourne. La loro proposta è introdurre il congedo mestruale pagato, che è uno strumento adottato da un numero crescente di aziende private ma che sarebbe opportuno introdurre per legge. Oggi le australiane che hanno mestruazioni invalidanti possono prendere giorni di malattia, ma medicalizzare il ciclo mestruale rafforza l’idea che il corpo femminile sia inferiore a quello maschile. Il congedo pagato normalizzerebbe le mestruazioni, romperebbe i tabù in merito e, dal punto di vista economico, migliorerebbe la produttività. In questo caso serve riconoscere le differenze tra i generi e ridurre lo svantaggio fisiologico delle donne. ◆
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