Da San Francisco il viaggio comincia dopo un’ora d’auto sulla statale I-280 e continua per la “killer 117”, la strada californiana in cui capitano più incidenti. Dalla cittadina costiera di Aptos si sale verso le montagne di Santa Cruz, superando piccoli boschi di sequoie e mandrie di cervi. Qualche chilometro più avanti il telefono non prende più e non resta che affidarsi alle istruzioni stampate su carta.
Quando appare un gruppo di cassette delle lettere sbiadite, bisogna girare a destra e salire per un vialetto scosceso fino a un vecchio capanno color verde menta. Lì si parcheggia e si fa a piedi l’ultimo tratto del vialetto, nel fogliame fitto, tra gatti neri e galline che chiocciano. Qui c’è la Mushroom dome, la cupola a fungo.
Negli anni questa struttura geodetica di circa dieci metri quadrati ha ospitato più di 5.800 persone da oltre quaranta paesi. La Mushroom dome è stata celebrata da articoli, lunghi post su Instagram e video. È l’alloggio più prenotato su airbnb. Ha superato 5,6 milioni di concorrenti, tra cui una casa a forma di elefante, una grotta in Francia e un castello in Scozia. Cosa la rende così popolare? E che impatto ha avuto sulla vita di chi la gestisce? Un pomeriggio d’agosto sono andato a scoprirlo.
Pochi secondi dopo essere uscito dall’auto sono accolto da Katherine “Kitty” Mrache, 72 anni, proprietaria della Mushroom dome. Con uno sguardo gentile e una chioma bianca, Kitty emerge dal suo giardino seguita da uno stuolo di colibrì. “Ce l’hai fatta”, sorride. Vive tra i boschi dal 1984, quando i suoi genitori – un geologo e un’attivista contro la guerra – si trasferirono qui dalla baia di San Francisco in cerca di un posto tranquillo. Le chiesero se voleva che le comprassero un terreno vicino al loro dove vivere. “Certo che sì”, disse lei.
Nei dieci anni successivi abitò lì lavorando come istruttrice del metodo kumon, insegnante Montessori e guaritrice con i cristalli. A metà degli anni novanta i genitori di Kitty permisero a una loro amica rimasta senza casa di costruire una capanna nella proprietà. La struttura, però, non doveva superare i dieci metri quadrati. L’amica costruì la casetta , ci abitò sette anni, poi si sposò e traslocò.
Dopo la morte dei genitori, la loro proprietà fu venduta. Ma Kitty volle tenere quella strana capanna. “Abbiamo affittato una gru e l’abbiamo caricata su un camion”, dice. La casetta fu sistemata in giardino e diventò un alloggio temporaneo per i figli. Kitty ritagliò a mano 144 triangoli di legno, costruì le fondamenta e rafforzò il tetto con una pittura elastomerica.
Quando i figli andarono via di casa, lei e il marito Michael decisero di provare ad affittarla. Nel luglio 2009 Kitty pubblicò su Craigslist un annuncio in cui offriva la capanna per 60 dollari a notte, ma scoprì che il sito era un ricettacolo di truffatori e di ospiti poco affidabili. “Le persone prenotavano e poi cancellavano all’ultimo momento, senza preoccuparsi di avvertire”, dice. “Non pagavano in anticipo, quindi ero io a rimetterci”. Cercando un’alternativa s’imbatté in una nuova piattaforma di affitti brevi, Airbnb.
Per tutte le tasche
Il sito era nato undici mesi prima ed era relativamente sconosciuto. Kitty decise di provare. La Mushroom dome entrò su Airbnb come proprietà numero 8.357. Quasi tutti gli altri alloggi erano abitazioni a San Francisco e New York. La casetta di Kitty, una cupola dall’aspetto bizzarro immersa in un bosco, era una stranezza. Questo giocò a suo favore. Diventò subito difficile trovarla libera. E da allora la sua popolarità non è mai calata. Oggi la Mushroom dome è così apprezzata che resta sfitta al massimo tre giorni all’anno.
Bisogna prenotare con otto mesi di anticipo. Perfino i figli di Kitty devono contendersela con gli altri. Nonostante la popolarità, Kitty ha deciso di mantenere un prezzo abbordabile: 156 dollari a notte, cento in meno degli alberghi in città. “Non voglio che siano solo i dipendenti delle aziende tecnologiche a venire qui”, dice. “Voglio che sia un posto accessibile”. I suoi ospiti vanno dai ricchi amministratori delegati alle famiglie comuni.
Kitty s’iscrisse ad Airbnb quando a lavorare alla piattaforma erano ancora in pochi. Conosce personalmente i fondatori e loro la considerano un’incarnazione dell’obiettivo dichiarato dell’azienda: aiutare la gente comune a guadagnare dagli spazi extra. Airbnb ha messo la Mushroom dome in una serie di cartelloni pubblicitari affissi in cinque città statunitensi. Lo slogan diceva: “Milioni di ospiti Airbnb. Solo una Kitty”. Inoltre ha sistemato una replica della capanna al quarto piano del suo quartier generale a San Francisco.
Per Airbnb la popolarità della Mushroom dome si spiega anche con una tendenza diffusa sulla piattaforma: l’aumento di interesse per le case dall’aspetto singolare. “Visto che non vedono l’ora di rompere con la monotonia del lockdown, i viaggiatori cercano alloggi particolari, come capanne 0 casette sugli alberi”.
Airbnb afferma di avere più di 170mila alloggi di questo tipo, con un aumento del 30 per cento rispetto al 2019. Le ricerche di alloggi assurdi (come tane degli hobbit o case a forma di patata) sono aumentate del 94 per cento durante la prima metà del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019.
Kitty attribuisce il suo successo all’attenzione per i clienti. “È importante concentrarsi sul servizio, non su quello che si può guadagnare”. Se la prende con chi affitta e lascia la chiave in cassette con la combinazione, senza entrare in contatto con le persone che ospita. Il suo alloggio, dice, è più di un posto dove dormire: “È una porta per scoprire se stessi”.
I libri nella capanna sono pieni di messaggi di viaggiatori che la descrivono come un luogo in cui avvengono esperienze uniche. C’è chi ha fatto proposte di matrimonio, scattato foto della gravidanza o celebrato traguardi importanti.
Kitty vuole essere una parte importante di tutto questo. Con alle spalle quarant’anni di pratica nella meditazione, guida spesso gli ospiti nella ricerca della consapevolezza di sé o in viaggi metafisici. Nella nostra chiacchierata di due ore, in cui avremmo dovuto parlare di ciò che rende popolare il suo alloggio, abbiamo discusso di cani telepatici, fisica quantistica, cristalloterapia e tettonica delle placche. Cresciuta nel caos della controcultura degli anni sessanta e plasmata dalla spiritualità new age degli anni ottanta, Kitty è unica, come la sua capanna. Mi ha raccontato storie sulle sostanze alchemiche, sulla canalizzazione dello spirito e sulla notte in cui sua madre si trovò in prigione con Joan Baez. È anche Kitty a rendere così popolare l’alloggio.
Le polemiche su Airbnb
La Mushroom dome ha ricevuto anche recensioni negative perché Kitty è troppo loquace o perché la capanna è troppo spartana. “Una donna ha portato qui sua madre dalla Cina. Sono arrivate, hanno dato un’occhiata e sono tornate a valle”, racconta. Ma nel complesso gli ospiti sanno cosa aspettarsi. La popolarità del posto ha permesso a Kitty di ristrutturare e affittare una seconda proprietà nel suo terreno.
Prima di affittare su Airbnb, Kitty faticava a tirare avanti con gli assegni da 250 dollari al mese del programma di previdenza sociale. Oggi gli affitti le fruttano ottomila dollari al mese: più di otto volte quello che guadagna in media chi mette a disposizione uno spazio su Airbnb. È consapevole delle polemiche che circondano la piattaforma, additata per il suo impatto negativo sull’offerta immobiliare e per aver contribuito all’aumento degli affitti e dei prezzi di vendita. Ma c’è una differenza, dice, tra affittare una capanna nei boschi e comprare un appartamento in un quartiere dove c’è grande richiesta di alloggi e farla diventare una casa vacanze.
La capanna è una manna per la contea di Santa Cruz: attraverso le tasse turistiche le garantisce circa cinquantamila dollari all’anno. Duemila proprietari di case della zona hanno seguito le orme di Kitty.
Nel 2020 Kitty ha avuto più di settanta cancellazioni a causa della pandemia, ma ne ha approfittato per stendere un nuovo pavimento in legno e costruire un nuovo divano. La pausa nelle prenotazioni le ha anche lasciato un po’ di tempo per riflettere: “Ho 71 anni e vorrei vedere il mondo”, dice guardando le sequoie che proteggono la proprietà.“Ma in fondo è il mondo a venire da me”. ◆ nv
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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati