Qui un tempo c’era una città o almeno una piazza. Ma tra la folla vicino alla fontana di Trevi un dettaglio potrebbe segnalare che tutto è cambiato, che la città ha lasciato il posto al suo fantasma.

I turisti sono schiacciati contro una lunga transenna messa a dicembre del 2024 per organizzare il flusso di persone davanti alla fontana dove si lanciano le monete. Uno dei monumenti più famosi di Roma, capolavoro del barocco, sta forse per trasformarsi in un’attrazione a pagamento. Il comune vuol far pagare ai visitatori due euro per avvicinarsi alla vasca. Anche se l’iniziativa potrebbe mettere ordine nel caos dei turisti, alcuni abitanti sono amareggiati perché temono che possa essere il passo definitivo per trasformare il centro storico in un parco divertimenti. Un luogo inaccessibile a chi nella città ci abita. Nella piazza riecheggia il suono di un fischietto. Alcuni addetti alla sicurezza schierati intorno alla fontana richiamano all’ordine i turisti stanchi, che vorrebbero sedersi sui bordi della vasca dopo aver scattato l’inevitabile selfie. “A volte sembra di badare a un gregge di pecore. Non ci vedono nemmeno. Guardano la fontana solo attraverso lo schermo del telefono”, commenta un addetto alla sicurezza che chiede di restare anonimo. S’interrompe all’improvviso e dice ad alta voce: “Go down please!”, è l’invito a un gruppo di turisti statunitensi a non fermarsi sugli scalini. Per riposarsi è meglio scegliere i gradini della chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi, proprio di fronte, dove alcune suore latinoamericane con l’aria stanca vendono immagini sacre e rosari di plastica. Nella Roma di oggi la libertà di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni, che nel film di Federico Fellini La dolce vita, si abbracciavano dentro alla fontana in una notte d’estate del 1959, è un sogno.

Fontana di Trevi, Roma, 15 marzo 2025 - Camillo Pasquarelli
Fontana di Trevi, Roma, 15 marzo 2025 (Camillo Pasquarelli)

Lo sguardo di Fellini

Tra pellegrini e visitatori, Roma ha sempre vissuto di turismo. Ma il centro storico, con i suoi vicoli e le sue chiese con tesori mozzafiato, non è mai stato così affollato come oggi. Nel 2024 ci sono state 51,3 milioni di presenze, con un aumento del 5,6 per cento rispetto all’anno precedente. Nei primi due mesi del 2025 ci sono già stati 3,8 milioni di turisti, che corrispondono a un aumento del 3,3 per cento su base annua. Durante il Giubileo, che attirerà moltissimi pellegrini cattolici, sono attesi 30 milioni di visitatori in più rispetto al 2024. Per accoglierli la città ha moltiplicato i cantieri e ha completato il restauro di molti monumenti in tempi record. Ma con il declino delle attività commerciali nel centro storico e la diffusione degli affitti a breve termine, che spingono gli abitanti verso le periferie, il rapporto con la città sta cambiando. Come in tutte le grandi città europee c’è chi mette in guardia sui danni dell’overtourism (iperturismo), un problema diffuso, dall’isola di Bora Bora al monte Everest, passando per Kyoto e Barcellona.

In questo sabato 16 marzo i turisti in bermuda incrociano alcuni romani con il piumino. Le magliette verdi degli irlandesi venuti a sostenere la loro squadra di rug­by s’intrecciano con i foulard blu dei pellegrini del Giubileo e con gli zainetti arancione acceso dei partecipanti alla maratona di Roma. Circa cinquantamila persone sono attese domani per la gara che si snoda su un lungo circuito a zigzag con partenza dal Colosseo. “È emozionante vivere un evento con tutte queste persone venute da ogni parte del mondo!”, afferma entusiasta Claire Gautret, 32 anni, arrivata dalla Corsica per correre insieme al suo compagno sui sampietrini romani. Questo fine settimana Roma appartiene ai suoi visitatori.

Negozio di souvenir a San Pietro, Roma, 16 marzo 2025 - Camillo Pasquarelli
Negozio di souvenir a San Pietro, Roma, 16 marzo 2025 (Camillo Pasquarelli)

I primi a beneficiarne sono i negozi per turisti e i ristoranti, sempre più numerosi. In piazza della Maddalena, davanti All’antico Vinaio, celebre e instagrammabile succursale romana di una catena di focaccerie fiorentine, c’è una fila lunga dieci metri. È diventata the place to be, dice una turista francese che aspetta immersa tra inebrianti effluvi tartufati. Il personale addetto alla sicurezza, in abito nero e cravatta, mantiene la fila separata dal flusso di turisti che attraversa la piazza e dalle tradizionali botticelle, carrozze trainate da cavalli dagli occhi tristi.

Fellini nel film Roma, un altro dei suoi capolavori, uscito nel 1972, ironizzava sul tracciato della metropolitana cittadina, che si scontrava con i reperti riemersi dalle profondità del tempo. La città che raccontava sembrava fatalmente in ostaggio del suo strato sotterraneo, eredità di un incredibile passato. A piazza Venezia, punto di snodo tra la Roma barocca e il cuore della città antica, nel 2032 dovrebbe aprire una stazione della metropolitana. All’interno ci sarà un museo archeologico, visto che la città vuole scommettere su una capacità di accoglienza dei turisti ancora più grande.

Come Disneyland

D’altronde Alessandro Onorato, assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda nella giunta di centrosinistra che governa Roma, nega categoricamente che si possa parlare di overtourism. “Abbiamo ancora un importante margine di crescita”, spiega Onorato. “Non vogliamo scoraggiare i visitatori, vogliamo attirarne di più. Non siamo come Venezia: abbiamo tanto spazio e dei monumenti in periferia quasi sconosciuti da valorizzare, come il Parco degli Acquedotti, l’antica città di Gabii o Tor Marancia (un quartiere popolare). L’idea è distribuire la massa di turisti nel tempo e nello spazio”, spiega. Onorato respinge tutte le accuse di “disneyficazione” e afferma che è necessario salvaguardare la vita urbana, proprio per permettere ai visitatori di godersi lo stile di vita romano.

Turista con ventaglio, Roma, 15 marzo 2025 - Camillo Pasquarelli
Turista con ventaglio, Roma, 15 marzo 2025 (Camillo Pasquarelli)

La strategia dell’amministrazione comunale consiste nel fare un salto di qualità incoraggiando l’apertura di nuovi alberghi a cinque stelle nel centro storico, ma anche moltiplicando le manifestazioni fieristiche e i grandi eventi sportivi o culturali per sfruttare gli immensi siti archeologici lasciati in eredità dall’impero romano. Nel 2023 Bruce Springsteen e i Guns N’ Roses si sono esibiti al Circo Massimo. “I grandi eventi attirano persone che altrimenti non verrebbero a Roma e che poi potrebbero tornarci”, afferma entusiasta Onorato. “La sfida per noi è anche combattere le truffe di cui i turisti possono restare vittime”, conclude.

Walter Veltroni, sindaco di Roma dal 2001 al 2008, con una giunta di centrosinistra, diceva che i beni culturali sono “il petrolio d’Italia”, una fonte di entrate inesauribile. Uno dei giacimenti più ricchi s’impone con la sua sagoma sul paesaggio romano fin dal primo secolo dopo Cristo: è l’anfiteatro Flavio, noto come il Colosseo.

Via dei Fori imperiali, che da piazza Venezia porta al Colosseo, attualmente ingombra di gru e circondata da un’alta recinzione, è stata aperta durante il fascismo. In quel periodo i fori furono liberati su entrambi i lati dalle case popolari, e furono abbattuti alcuni edifici medievali e rinascimentali. Nel 2023 il Colosseo è stato visitato da dodici milioni di persone, un aumento del 24 per cento rispetto all’anno precedente. Lungo i corridoi dell’anfiteatro, dove è scorso il sangue di tanti uomini e animali, alcuni gruppi si accalcano dietro le loro guide munite di bacchetta e collegate via radio agli auricolari dei clienti. Sono professionisti che hanno dovuto superare un duro concorso e che fanno del loro meglio per trasmettere alcune informazioni storiche, ripetendo continuamente gli stessi aneddoti comici tra una sessione di foto e l’altra. “Tutto questo ha qualcosa a che fare con il film Il gladiatore?”, chiede una turista con l’accento britannico. È una domanda frequente, ammette la guida, che a causa dei suoi anacronismi detesta Il gladiatore II ancora di più del film originale di Ridley Scott.

Città del Vaticano, 9 marzo 2025 - Camillo Pasquarelli
Città del Vaticano, 9 marzo 2025 (Camillo Pasquarelli)

“Sono a favore di un’apertura totale del patrimonio”, esordisce Rita Paris, archeologa ed ex direttrice del Parco archeologico dell’Appia antica, “ma troppo spesso, per motivi commerciali, alcuni monumenti diventano icone, come il Colosseo, che le persone visitano per mezzo secondo, il tempo di scattare una foto. Questo impedisce di capire una città così complessa e favorisce un turismo che non ha coscienza dei luoghi che attraversa”.

Un problema che non risparmia neanche la Santa Sede. Nel maggio 2024 i dipendenti dei musei vaticani hanno protestato per la decisione di aumentare la capacità quotidiana a trentamila biglietti, un numero considerato troppo alto che rischia di compromettere la sicurezza dei visitatori.

La guida francese Fleur de la Haye-Serafini pensa che così si rischia quello che definisce “un turismo del meme”, riferendosi alle immagini virali ripetute all’infinito sui social media. Con la sua agenzia, Roma Mia, promuove un rapporto diverso con la città, con visite tematiche sul crimine o sull’arte di strada. Dario Andreucci, anche lui una guida, è preoccupato perché vede i turisti “trattati come bestiame, sulle cui spalle si fa profitto”.

Per i viaggiatori frettolosi, la visita di Roma si può fare a bordo di un golf cart. Ce ne sono circa trecento che sfrecciano ogni giorno per il centro storico. Fabrizio Bortoli dirige l’agenzia Roman roads tours e propone giri veloci della città che possono arrivare a costare alcune centinaia di euro. Discendente da una famiglia di imprenditori del turismo, Bortoli ammette la difficoltà delle autorità nel regolare un settore così redditizio. “È questo il vero paese delle opportunità, non gli Stati Uniti!”, dice divertito durante il nostro incontro in un bar del centro tra una sfilza di trattorie davanti alle quali si danno da fare dei buttadentro a caccia di clienti. “Noi siamo in regola, ma lo stesso non si può dire per la maggior parte degli operatori. Tutto quello che non è esplicitamente vietato è consentito. E così tutti ne approfittano per fare affari”. Subito dopo saluta un cliente che mi presenta come un decano degli antiquari di via dei Coronari, che si trova in centro, dove la presenza dei commercianti storici è messa a rischio dal diffondersi dei negozi di souvenir e di pelletteria a buon mercato. “Questi piccoli veicoli non sono il mezzo peggiore per avere un’idea di com’è Roma, le strade e i palazzi”, dice un ex autista dell’azienda, che vuole restare anonimo. Mentre per i furgoncini neri dai vetri oscurati che portano la clientela in giro per la città la situazione è diversa. Spesso sono turisti statunitensi che chiedono di essere trasportati tra siti archeologici e ristoranti. Un sistema che fa sentire più sicuro chi teme di mescolarsi con la folla.

Quartieri senz’anima

L’Europa, con un’industria al collasso, è destinata a trasformarsi in un museo a cielo aperto? Nel 2024 il turismo ha sostenuto la debole crescita italiana contribuendo per il 10,8 per cento al pil. È la prima attività economica della provincia di Roma, con 25 miliardi di euro generati nel 2023. Un motivo di orgoglio nazionale per il governo di estrema destra guidato da Giorgia Meloni. Il 6 marzo sull’account X di Fratelli d’Italia è stato pubblicato un post in cui si annunciava un nuovo anno record di turisti per il 2024, con 458,4 milioni di presenze. Oltre all’annuncio c’era un ritratto di Meloni, con un’aria trionfale, e il messaggio: “L’Italia supera la Francia”.

Secondo l’agenzia europea Eurostat, nel 2024 le presenze in Francia sono arrivate a 450,1 milioni. Un’eco della percezione italiana secondo cui i rapporti tra i due paesi possono solo essere caratterizzati da concorrenza e rivalità. In Italia ce l’hanno ancora con la Francia perché continua a trattenere al Louvre la Gioconda di Leonardo da Vinci.

Per i viaggiatori frettolosi, la visita di Roma si può fare a bordo di un golf cart

Incontro Filippo Celata, professore di geografia all’università Sapienza, in un caffè-libreria considerato di sinistra, nel quartiere San Lorenzo. I manifesti di protesta coprono i muri lungo le strade e gli abitanti qui sono più giovani che nel resto della città. Davanti a una birra artigianale, lo studioso esperto degli effetti dell’overtourism spiega che questo quartiere, un tempo popolare, è stato poi molto frequentato dagli studenti, che stanno andando via perché ora gli appartamenti sono affittati ai turisti. “È sempre lo stesso meccanismo”, spiega Celata, “gli affitti turistici sottraggono case al mercato immobiliare, fanno aumentare i prezzi e contribuiscono a trasformare il tessuto urbano, svuotando interi quartieri dei loro abitanti”. E favorendo i lavori precari nella ristorazione e nei servizi. Il turismo produce una nuova generazione di proprietari che vivono di rendita.

La crescita degli affitti a breve termine, in particolare su Airbnb, potrebbe rallentare, ma ormai ha già stravolto la città, facendo arricchire i proprietari dei 44.225 immobili interessati. In dieci anni, dal 2013 al 2023, la popolazione del centro storico si è ridotta del 38,5 per cento, mentre la zona di Trastevere ha perso nello stesso periodo il 45 per cento degli abitanti.

Il dibattito sull’overtourism interessa tutta l’Italia. Il ministero dell’interno vuole costringere i proprietari ad accogliere personalmente i turisti, per contrastare la pratica diffusa delle key box (le scatole che si aprono con un codice e che contengono le chiavi dell’appartamento), sintomo della “airbnbizzazione” delle città turistiche. L’assessore Onorato si è mobilitato personalmente, accompagnando degli agenti della polizia municipale a distruggere a colpi di tronchese queste cassette spuntate in tutto il centro. Invece di affrontare la questione in profondità, la città colpisce le sue manifestazioni più fastidiose. In via dei Coronari, davanti alla facciata di un palazzo, un uomo travestito da centurione, con un’armatura di plastica, si accende una sigaretta. È uno dei vari personaggi di strada che propongono selfie ai turisti.

Contro la pedonalizzazione

Fabrizio Lanza Tomasi, 63 anni, ci riceve nel suo soggiorno al secondo piano di un palazzo elegante. Mobili di antiquariato, dipinti napoletani del seicento e alcuni busti. È il nipote adottivo del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore del romanzo Il Gattopardo. Questo classico della letteratura italiana pubblicato nel 1958 e da cui cinque anni dopo Luchino Visconti trasse un film, racconta attraverso la storia della dinastia dei Salina la lotta della nobiltà siciliana per mantenere il potere, nonostante il declino dell’ancien régime. Su Netflix sta per uscirne una nuova versione, che Lanza Tomasi non ritiene degna dell’opera originale.

Vive a Roma e dopo una carriera nell’informatica, oggi presta la sua voce alle audioguide turistiche. Si batte contro la pedonalizzazione del centro storico: “Il comune vuole eliminare le auto per consegnare ancora di più i nostri quartieri ai turisti, ai tavolini dei bar, al rumore”. Non nasconde però che alcuni dei suoi compagni di lotta, rappresentanti come lui dell’élite del centro di Roma, stanno pensando di inserire le loro proprietà sulle piattaforme di affitti brevi. Storiche famiglie ricche e altri proprietari immobiliari saranno tra i principali beneficiari dello stravolgimento della città. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, osservava Tancredi, l’eroe del Gattopardo, con una frase rimasta celebre. ◆ fdl

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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati