A due mesi dalle elezioni del 26 settembre, la Germania sembra finalmente pronta a voltare pagina dopo 16 anni sotto la guida di Angela Merkel. Il 24 novembre il Partito socialdemocratico (Spd), i Verdi e il Partito liberaldemocratico (Fdp) hanno infatti annunciato di aver raggiunto l’accordo per la formazione del prossimo esecutivo, che sarà guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz (al centro della foto insieme ai leader degli altri partiti), 63 anni, attuale ministro delle finanze. Tra i principali punti del programma figura l’anticipo al 2030 della data limite per la chiusura di tutte le centrali a carbone del paese, attualmente fissata al 2038. Si trattava di una delle principali richieste dei Verdi, che avevano minacciato di abbandonare i negoziati perché giudicavano insufficienti le misure contro il cambiamento climatico. Entro la stessa data l’80 per cento dell’elettricità prodotta in Germania dovrebbe venire da fonti rinnovabili e nel paese dovrebbero circolare 15 milioni di auto elettriche. Un’altra proposta di spicco è la legalizzazione della vendita della cannabis, che potrebbe fruttare allo stato 4,7 miliardi di euro all’anno. Tra le altre misure ci sono l’aumento del salario minimo a 12 euro l’ora, la costruzione di 400mila appartamenti per alleviare la crisi degli alloggi, l’abbassamento a cinque anni del periodo di residenza necessario per chiedere la cittadinanza tedesca e la possibilità di detenere la doppia nazionalità. Per quanto riguarda la composizione del governo, secondo la Berliner Zeitung i verdi dovrebbero ottenere il nuovo “superministero” dell’economia e del clima e quello degli esteri, mentre al liberale Christian Lindner andrebbero le finanze. Ora l’accordo dovrà essere approvato dai congressi di Spd e Fdp e dagli iscritti ai Verdi. Se non ci saranno imprevisti, Scholz potrebbe presentarsi in parlamento nella seconda settimana di dicembre. ◆
Premier per un giorno
Il 24 novembre la socialdemocratica Magdalena Andersson (nella foto) è diventata la prima donna a guidare un governo in Svezia. La sua nomina, definita storica da Aftonbladet, aveva messo fine alla crisi politica cominciata a giugno con la sfiducia al suo collega di partito Stefan Löfven. Poche ore dopo, però, la premier ha rassegnato le dimissioni perché i Verdi hanno lasciato la coalizione per protestare contro l’accordo sul bilancio con l’opposizione. Andersson ha dichiarato che cercherà di formare un governo monocolore nei prossimi giorni.
Processo ai volontari
Il 18 novembre si è aperto a Lesbo il processo a 24 volontari di un’organizzazione per il soccorso in mare ai migranti, tra cui 17 stranieri. Sono accusati di spionaggio, perché avrebbero intercettato le frequenze della guardia costiera, e rischiano fino a otto anni di prigione. Il tribunale ha però stabilito di non essere competente per giudicare il caso e ha rinviato il processo a un’altra corte, spiega To Vima. Un altro procedimento contro sette volontari accusati di reati più gravi, tra cui quello di traffico di esseri umani, è ancora in fase istruttoria.
Saakashvili in ospedale
Il 20 novembre l’ex presidente georgiano Mikhail Saakashvili ha accettato di mettere fine allo sciopero della fame di protesta contro la sua incarcerazione, dopo che il ministero della giustizia ha autorizzato il suo trasferimento in un ospedale militare accogliendo le raccomandazioni dei medici. Saakashvili, al potere dal 2003 al 2013, aveva lasciato il paese dopo la vittoria dell’oligarca filorusso Bidzina Ivanishvili alle presidenziali, spiega Georgia Today. Quindi si era stabilito in Ucraina, dove aveva sostenuto il movimento Euromaidan ed era stato eletto governatore della regione di Odessa. Nel 2018 era stato condannato in contumacia da un tribunale georgiano a sei anni di carcere per abuso d’ufficio. Il 1 ottobre era tornato in Georgia per prendere la guida dell’opposizione in vista delle elezioni amministrative, ma era stato subito arrestato.
Francia Almeno 27 migranti sono morti in un naufragio nella Manica mentre tentavano di raggiungere il Regno Unito.
Lituania. Il governo cinese ha declassato i rapporti diplomatici con Vilnius al livello d’incaricato d’affari. La decisione è una rappresaglia per l’apertura di un ufficio diplomatico di Taiwan in Lituania, che secondo Pechino rappresenta una violazione della sua sovranità sull’isola.
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