Durante la prima ondata di covid-19 c’è stato un aumento delle chiamate alle linee d’ascolto per la salute mentale, soprattutto nei paesi in lockdown e con le restrizioni più severe. Il picco massimo è stato registrato a sei settimane dall’inizio della pandemia, con il 35 per cento di richieste in più rispetto alla media. Lo studio è basato sui dati anonimi di otto milioni di chiamate d’aiuto in diciannove paesi. A chiamare erano soprattutto persone che soffrivano di solitudine o avevano paura di contagiarsi. Le chiamate per problemi affettivi ed economici, per pensieri suicidi e per violenze si sono invece ridotte rispetto all’era pre-covid. In Francia e in Germania le chiamate per pensieri suicidi sono leggermente aumentate, ma solo nelle prime settimane della pandemia. “Le preoccupazioni legate al covid sembrano aver sostituito le ansie sottostanti, anziché aggravarle”, scrive Nature.
Solitudine e paura
Un’arma contro il cancro
Le cellule del cancro stabiliscono un collegamento fisico con quelle del sistema immunitario, sfruttandolo a proprio vantaggio. Era già noto che le cellule si collegano tra loro creando tubuli microscopici, formati dalla proteina actina. Secondo un nuovo studio, le cellule tumorali si collegano con alcuni tipi di linfociti T, che fanno parte del sistema immunitario. Grazie a queste strutture prelevano dai linfociti T i mitocondri, piccoli organelli che producono energia. In questo modo le cellule del cancro si rafforzano, indebolendo contemporaneamente quelle del sistema immunitario che dovrebbero contrastarle. I ricercatori hanno lavorato su particolari cellule tumorali coltivate in laboratorio, osservando che il trasferimento dei mitocondri le faceva moltiplicare e prosperare. Hanno anche verificato che bloccando lo sviluppo dei tubuli nei topi, e quindi il trasferimento dei mitocondri, si rallentava la crescita del cancro. Secondo gli studiosi, un meccanismo simile è presente anche negli esseri umani. Il prossimo passo sarà mettere a punto dei farmaci che ostacolino la formazione dei tubuli, senza però danneggiare l’organismo. ◆
Indaco ecologico
Circa un quinto dell’inquinamento idrico industriale è dovuto ai coloranti sintetici per tessuti. L’indaco, per esempio, è sintetizzato a partire dall’anilina (un derivato del petrolio), dalla formaldeide e dal cianuro, attraverso un processo ad alte temperature. La ricercatrice Tammy Hsu racconta su Nature che l’obiettivo della start-up Huue, che ha fondato a Berkeley, in California, è produrre l’indaco per i jeans in modo ecosostenibile, sfruttando la fermentazione microbica. I batteri Escherichia coli sono programmati geneticamente per sintetizzare l’indaco a partire dallo zucchero, senza usare sostanze inquinanti.
Giochi competitivi o cooperativi
Il modo di giocare, competitivo o cooperativo, riflette il grado di conflittualità all’interno e all’esterno di una determinata cultura. I ricercatori hanno esaminato venticinque culture della regione del Pacifico, scrive PlosOne, scoprendo che in quelle con molti conflitti tra i suoi membri prevalgono i giochi competitivi, in cui le sfide sono individuali. In quelle invece in cui la conflittualità è diretta verso l’esterno, i giochi tendono a essere cooperativi, con gruppi di giocatori che ne sfidano altri. Nella foto: la haka degli All Blacks
Guarita dall’hiv
Una donna potrebbe essere guarita dal virus hiv. Il caso, descritto sugli Annals of Internal Medicine, sarebbe il secondo documentato. Il virus è quasi impossibile da eliminare perché inserisce il suo materiale genetico nel dna delle cellule umane. I ricercatori hanno esaminato milioni di cellule del sangue della paziente senza trovare materiale genetico intatto del virus. Non è ancora chiaro come abbia fatto il sistema immunitario a eliminare il virus.
Biologia I prototteri sono pesci diffusi in Africa che durante la stagione secca vivono fuori dall’acqua, avvolti in un bozzolo di fango (nella foto, un Protopterus annectens). Si è scoperto, scrive Science Advances, che il bozzolo è formato anche da cellule del sistema immunitario, che combattono i batteri ed evitano le infezioni.
Biologia Alcuni ricercatori hanno catalogato i geni attivi nelle cellule di un embrione umano. L’embrione era nello stadio della gastrulazione, tra 16 e 19 giorni dopo la fecondazione, durante il quale si cominciano a differenziare i tessuti. Sono state identificate anche cellule staminali primordiali. In questa fase, scrive Nature, non è ancora cominciata la differenziazione delle cellule nervose. Le linee guida limitano gli studi in vitro su embrioni di più di 14 giorni, ma in questo caso si trattava di un aborto volontario.
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