Alcuni ricercatori dell’università del Kent e del Francis Crick institute, nel Regno Unito, hanno usato la tecnica di editing genetico crispr-cas9 per creare cucciolate di topi composte solo da femmine o solo da maschi. La tecnica potrebbe evitare l’abbattimento di centinaia di migliaia di topi usati nei laboratori di ricerca. Inoltre, potrebbe essere applicata negli allevamenti di polli, evitando l’abbattimento di milioni di galli, eliminati perché non producono uova. I ricercatori hanno ottenuto cucciolate di un unico sesso con un’efficienza del 100 per cento, modificando i cromosomi X e Y dei genitori per impedire agli embrioni maschi o femmine di svilupparsi oltre una fase precoce di 16-32 cellule. Secondo gli autori, scrive Nature Communications, la tecnica permetterà di migliorare il benessere degli animali nei laboratori e, forse, negli allevamenti. Ma bisogna approfondire gli aspetti normativi ed etici della questione.
La selezione dei sessi
Combinazioni vaccinali
Per la dose di richiamo nella campagna di vaccinazione contro il covid-19 si può usare un prodotto diverso dal precedente. Lo conferma uno studio condotto nel Regno Unito su circa tremila persone vaccinate con due dosi di AstraZeneca o Pfizer-Biontech. Per i richiami (booster) sono stati usati gli stessi prodotti o altri, con dosaggi variabili. Nella sperimentazione sono stati usati anche i vaccini Moderna e Johnson & Johnson, disponibili anche in Italia, e Curevac, Novavax e Valneva. Tutte le combinazioni hanno dato risultati positivi tranne una, la vaccinazione con due dosi di Pfizer seguita dal richiamo con Valneva. Il richiamo con Pfizer o Moderna offriva invece un’ottima protezione. L’obiettivo dello studio era valutare la sicurezza e l’efficacia dei richiami, ma anche la possibilità di usare vaccini diversi rispetto a quelli attualmente distribuiti, ampliando le possibilità di scelta. Uno dei limiti dello studio è la durata, di appena un mese. Bisognerebbe infatti valutare la risposta del sistema immunitario più a lungo termine. I ceppi di coronavirus analizzati erano quello originario di Wuhan e le varianti alfa, beta e delta, non la omicron. ◆
Il vantaggio degli amish
L’analisi dei genomi di circa settemila componenti della comunità religiosa degli amish, negli Stati Uniti, ha permesso d’identificare una variante genetica rara che protegge il cuore. È una mutazione del gene b4galt1 associata a livelli più bassi di ldl (il cosiddetto colesterolo “cattivo”) e di fibrinogeno (un fattore di coagulazione del sangue), che in grandi concentrazioni aumentano il rischio di problemi cardiovascolari. La stessa mutazione, scrive Science, è stata rilevata solo in otto dei 140mila genomi non amish depositati nella biobanca del National
heart, lung and blood institute.
Chi ha lasciato le impronte?
Il sito di Laetoli, in Tanzania, potrebbe essere stato abitato da vari tipi di ominidi. Il sito è noto per la scoperta di impronte di Australopithecus afarensis, che indicano come l’ominide avesse un’andatura bipede già 3,66 milioni di anni fa. Vicino a queste impronte ne sono state individuate altre (nelle immagini), di attribuzione incerta. In uno studio pubblicato su Nature, alcuni ricercatori sostengono che queste impronte siano state lasciate da un altro tipo di ominide bipede, non da un orso o uno scimpanzé.
Genetica L’Apis mellifera, l’ape più diffusa al mondo, è probabilmente originaria dell’Asia occidentale. Analizzando il dna di 250 api di 18 gruppi distinti, i ricercatori hanno individuato 145 geni comuni e ricostruito il percorso evolutivo dell’insetto. Inoltre, scrive Science Advances, hanno isolato due nuove specie di api, quella dell’Egitto e quella del Madagascar.
Ambiente La formazione negli oceani di isole composte da rifiuti di plastica galleggianti sta creando nuovi ecosistemi, colonizzati da specie costiere e oceaniche, come granchi, mitili e anemoni di mare. L’ipotesi, scrive Nature Communications, è che le specie costiere raggiungano le isole galleggianti su rifiuti trasportati dalle correnti. Il fenomeno aumenta il rischio che alcune specie superino le barriere geografiche colonizzando nuovi ambienti.
Pasti notturni e diabete
Consumare i pasti durante i turni di lavoro notturni potrebbe aumentare il rischio di diabete. In uno studio condotto in laboratorio con pochi partecipanti, i ricercatori hanno trovato un legame tra l’ora dei pasti e un parametro metabolico del diabete. Secondo Science Advances, l’effetto potrebbe essere dovuto alla mancata sincronizzazione di due orologi circadiani, uno basato sulla luce e l’altro sull’ora dei pasti. Consumare i pasti solo di giorno potrebbe essere una soluzione.
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