I taliban stanno formando un nuovo esercito regolare afgano, scrive il Nikkei Asia. Secondo il settimanale, vogliono dare all’Afghanistan la parvenza di uno stato trasformando un gruppo di insorti in una forza militare permanente. Probabilmente questo ha a che fare con la necessità di essere riconosciuti a livello internazionale, oltre che con l’esigenza di contrastare l’Iskp, il ramo locale del gruppo Stato islamico. Il loro piano però non è stato reso pubblico per evitare le critiche di chi fa pressioni perché diano priorità alla fornitura di viveri alla popolazione e risolvano i problemi legati alla grave crisi economica. Citando fonti interne al regime, l’ex agente delle forze di sicurezza afgane Kunar Abdul Jabbar dice che i taliban, bisognosi di supporto, assistenza tecnica ed equipaggiamento, sono in contatto con Islamabad e Pechino. Secondo l’Onu hanno ucciso più di cento persone che facevano parte dell’ex esercito di Kabul e lavoravano per il governo di Ashraf Ghani. ◆
L’esercito dei taliban
Un lavoro da uomini
Tomoko Yoshino ( nella foto ), da ottobre a capo della Rengo, la più grande federazione di sindacati del Giappone, si prepara all’annuale contrattazione con le aziende del settore industriale per l’aumento dei salari scrive il Japan Times. In un’intervista al Financial Times Yoshino ha rivelato che quando è stata nominata i colleghi l’hanno pregata di rinunciare all’incarico perché, date le difficoltà legate alla pandemia, il compito sarebbe stato troppo duro per una donna.
Valori sconcertanti
In Corea del Sud ha creato sconcerto il risultato di un sondaggio del Pew research center statunitense, scrive Shindonga. A 13mila persone in 17 paesi ricchi è stato chiesto d’indicare le cose più importanti nella vita: i sudcoreani sono stati gli unici a mettere al primo posto il denaro (il 19 per cento), seguito dalla salute (17 per cento) e dalla famiglia (16 ). A livello globale, il 38 per cento ha messo la famiglia in cima alla classifica, seguita dal lavoro (25 per cento) e dal denaro (19).
Elezioni patriottiche
Il 19 dicembre si terranno a Hong Kong le elezioni per il parlamento locale, le prime ad ammettere solo i candidati “patrioti” e leali a Pechino. Un criterio imposto dal nuovo sistema elettorale, introdotto su volontà del governo cinese. Il risultato è una lista uniforme, che non rappresenta la maggior parte della popolazione e in cui sono assenti i candidati dell’opposizione. Quanto al rischio di un alto tasso di astensionismo, la leader dell’esecutivo Carrie Lam dice di non essere preoccupata, scrive il South China Morning Post. Secondo Lam, infatti, che i cittadini non sentano l’esigenza di scegliere legislatori diversi è sintomo di una buona amministrazione. Il 13 dicembre Jimmy Lai, proprietario del giornale antigovernativo Apple Daily, e altri sette attivisti che come lui si trovavano già in carcere, sono stati condannati per aver partecipato nel 2020 alla veglia in ricordo dei fatti di piazza Tiananmen.
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