Il presidente polacco Andrzej Duda ha posto il veto alla legge sui media approvata dal parlamento a dicembre, che avrebbe vietato alle società non europee di possedere mezzi d’informazione in Polonia e aveva suscitato forti critiche nel paese e all’estero. Duda, alleato del governo nazionalconservatore, ha dichiarato di essere d’accordo in linea di principio con la legge, ma ha spiegato che la sua applicazione avrebbe potuto provocare problemi legali. Secondo Gazeta Wyborcza la decisione è dovuta soprattutto al desiderio di evitare tensioni con gli Stati Uniti: una delle principali emittenti polacche, Tvn24, è infatti di proprietà statunitense.
Fermata la legge sui media
Via libera al suicidio assistito
Dal primo gennaio in Austria il suicidio assistito è diventato legale. In base alla legge approvata dal parlamento a dicembre, chi soffre di una malattia incurabile e vuole mettere fine alla sua vita dovrà far esaminare il suo caso da due medici, e dopo un “periodo di riflessione” di tre mesi (due settimane per i malati terminali) potrà acquistare il farmaco letale in farmacia.
Gas e nucleare resistono
Dopo più di un anno di negoziati, la Commissione europea ha presentato agli stati dell’Unione una proposta in base alla quale le centrali nucleari e a gas naturale potrebbero rientrare come “soluzioni transitorie” nella cosiddetta tassonomia verde, che dovrebbe certificare la sostenibilità degli investimenti e in futuro potrebbe costituire un requisito per accedere ad alcuni fondi europei. Gli impianti dovranno soddisfare certe condizioni: le nuove centrali nucleari non potranno essere approvate oltre il 2045 e dovranno disporre di un piano per lo smaltimento sicuro delle scorie, mentre quelle a gas dovranno sostituire impianti più inquinanti e non potranno essere autorizzate dopo il 2030. Entro il 2035 inoltre dovranno essere riconvertite per essere alimentate a idrogeno. La proposta ha suscitato le critiche degli ambientalisti e di diversi governi, ma secondo il belga De Standaard riflette la volontà di trovare un compromesso tra gli interessi dei paesi europei, in particolare quelli della Francia, che non vuole rinunciare alle centrali atomiche da cui dipende la maggior parte della sua produzione di elettricità, e della Germania, che ha investito sul gas naturale per compensare gli effetti dell’abbandono del nucleare: il 1 gennaio tre delle ultime sei centrali atomiche tedesche sono state disattivate, e le altre tre saranno chiuse entro la fine dell’anno. Come spiega il polacco ** Rzeczpospolita**, inoltre, la proposta sembra rivolta a superare le resistenze dei paesi dell’Europa orientale, che vogliono puntare sull’energia nucleare e sul gas per mettere fine alla loro dipendenza dal carbone. Il 22 dicembre la Polonia ha selezionato i possibili siti per la costruzione della sua prima centrale atomica, e ha in programma di attivarne sei entro il 2040. ◆
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