La variante omicron del virus sars-cov-2 tende a sfuggire ai test nasali rapidi nelle prime fasi dell’infezione. È emerso da un piccolo studio statunitense pubblicato su medRxiv, ma non ancora sottoposto a revisione paritaria (peer review). I ricercatori hanno monitorato ventinove persone con lavori ad alto rischio di contagio prima che risultassero positive alla variante omicron a dicembre. I volontari sono stati sottoposti tutti i giorni a test rapidi nasali e a test molecolari (Pcr) salivari per misurare la loro diversa efficacia nel rilevare il virus. I test salivari hanno rilevato l’infezione fino a tre giorni prima di quelli nasali, forse perché omicron tende a raggiungere la gola prima del naso. Il rischio è che persone che risultano negative al test nasale possano continuare a circolare contagiando gli altri. Se i risultati dello studio fossero confermati, bisognerebbe riconsiderare l’uso dei tamponi rapidi nasali nei luoghi di lavoro.
Omicron e test nasali
La demenza nel mondo
Nei prossimi trent’anni le persone affette da demenza nel mondo potrebbero triplicare, passando da 57,4 milioni nel 2019 a 152,8 milioni nel 2050. Un forte aumento è previsto in Nordafrica e in Medio Oriente. In Arabia Saudita, per esempio, si prevede una crescita dei casi dell’898 per cento. Nei paesi ricchi dell’Europa occidentale e dell’Asia orientale l’aumento dovrebbe essere più contenuto. Per elaborare la proiezione i ricercatori si sono basati sui dati dell’aumento della popolazione e del suo invecchiamento. Hanno anche considerato i fattori che incidono sulla comparsa della demenza, sia quelli di rischio – come il fumo, le malattie del metabolismo, l’inattività fisica, l’inquinamento atmosferico e l’isolamento sociale – sia quelli protettivi, come il livello d’istruzione. Le stime, definite apocalittiche, potrebbero essere modificate da eventi imprevisti. La comparsa del covid-19, per esempio, avrebbe già cambiato il quadro, mentre la scoperta di nuovi farmaci potrebbe migliorare alcuni dati. Lo studio può essere utile per limitare i fattori che contribuiscono alla comparsa della demenza. ◆
Come nascono le stelle
Le stelle nascono quando nubi di gas e polveri si condensano, grazie alla forza di gravità, formando nuclei abbastanza densi da collassare innescando fusioni nucleari, mentre campi magnetici tengono insieme la materia e rallentano il processo. Osservando la nube molecolare Lynds 1544 con il radiotelescopio Fast, alcuni ricercatori hanno scoperto che in presenza di campi magnetici deboli le stelle si formano fino a dieci volte più velocemente di quanto si pensava. La scoperta, scrive Nature, potrebbe rivoluzionare le teorie sulla formazione delle stelle.
La clitoride dei delfini
Le femmine di delfino Tursiops truncatus potrebbero essere dotate di una clitoride attiva. Da uno studio di anatomia, pubblicato su Current Biology, è emerso che la clitoride è dotata di molte terminazioni nervose ed è probabilmente erettile. La presenza dell’organo fa pensare che le femmine provino piacere durante l’accoppiamento, anche di tipo omosessuale, e durante la masturbazione. Chiarire questo aspetto potrebbe aiutare a capire il comportamento dei delfini. Nella foto: due delfini durante l’accoppiamento
Grazie al cuore di un maiale
L’università del Maryland, negli Stati Uniti, ha annunciato che il cuore di un maiale geneticamente modificato è stato trapiantato per la prima volta su un essere umano. Tre giorni dopo il paziente di 57 anni, per il quale non erano disponibili altre opzioni, stava bene. L’obiettivo della manipolazione genetica è evitare che l’organo possa essere rigettato dal corpo umano. La procedura, scrive l’Associated Press, potrebbe risolvere il problema delle lunghe liste d’attesa per i trapianti di cuore.
Paleontologia I resti fossili di una foresta pluviale sono stati trovati nel New South Wales, in Australia. I ricercatori hanno rinvenuto fossili di piante, uccelli (nella foto, una piuma), pesci e invertebrati. La regione, attualmente costituita da boscaglia, praterie e deserti, era molto umida tra 23 e cinque milioni di anni fa, ma poi si è inaridita a causa della riduzione delle piogge, scrive Science Advances.
Coronavirus Quasi tre milioni di persone potrebbero essere morte di covid-19 in India, sei volte in più rispetto ai dati ufficiali. Il paese sarebbe quindi quello con più vittime al mondo. Lo studio, pubblicato su Science, è basato sui dati della mortalità tra giugno 2020 e giugno 2021. In alcuni stati, tra cui il Gujarat, l’aumento della mortalità rispetto agli anni precedenti è stato addirittura del 230 per cento.
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