L’intelligence danese è finita nuovamente al centro delle polemiche per l’arresto del capo dei servizi segreti militari (Fe) Lars Findsen, avvenuto l’8 dicembre. La notizia è stata diffusa dopo che il tribunale di Copenaghen ha tolto il segreto su richiesta dello stesso imputato. Findsen è accusato di aver rivelato segreti di stato e rischia fino a dodici anni di carcere. Il processo si svolge nel più assoluto riserbo, ma pare che il caso sia legato allo scandalo che ha investito l’Fe nel 2021, quando è emerso che aveva aiutato la National security agency statunitense a spiare alcuni politici europei: i servizi segreti civili (Pet) sospetterebbero che sia Findsen l’autore delle rivelazioni. Pochi giorni dopo l’ex ministro della difesa Claus Hjort Frederiksen ha dichiarato di essere accusato dello stesso reato. “O lo stato sta cercando di distruggere i suoi stessi servizi segreti, oppure il capo dell’intelligence ha messo in pericolo la sicurezza nazionale”, commenta Politiken. “Entrambe le ipotesi sono ugualmente preoccupanti”. ◆
Servizi segreti nel caos
Passaggio di consegne
La nuova presidente del parlamento europeo è la maltese Roberta Metsola ( nella foto ), del Partito popolare europeo (Ppe). Metsola, 43 anni, era la vicepresidente del parlamento e ne aveva preso temporaneamente la guida dopo la morte di David Sassoli. È stata eletta grazie a un accordo tra il Ppe, i socialisti e i liberali di Renew Europe. “Nelle istituzioni europee le dinamiche sono cambiate”, scrive Politico. “Un tempo sarebbe stato impensabile che la carica andasse a un paese piccolo come Malta”. La nomina ha suscitato polemiche per le posizioni antiabortiste di Metsola.
Affollamento a sinistra
L’ex ministra della giustizia Christiane Taubira, 69 anni, ha ufficializzato la sua candidatura alle presidenziali francesi di aprile. Per unificare il campo progressista, diviso tra quattro candidature, Taubira ha rilanciato le “primarie popolari”, che si terranno tra il 27 e il 30 gennaio. Il problema, spiega Libération, è che i suoi rivali hanno già chiarito che si presenteranno comunque alle elezioni, pur avendo pochissime probabilità di arrivare al ballottaggio.
Un weekend di proteste
Le restrizioni introdotte nei paesi europei per affrontare l’aumento dei contagi da covid-19 sono state accolte in diverse città del continente da proteste e manifestazioni. La mobilitazione più grande si è svolta ad Amsterdam, nei Paesi Bassi ( nella foto ), dove il 16 gennaio migliaia di persone sono scese in piazza contro le misure del governo. Il paese continua ad avere un numero elevato di contagi (il 17 gennaio erano 42mila su una popolazione di 17 milioni di persone) e ha avuto uno dei lockdown più duri d’Europa. Nel fine settimana cortei simili si sono tenuti anche a Bruges, in Belgio; nelle principali città francesi, dove in migliaia hanno protestato contro il pass vaccinale; alla Valletta, a Malta; e a Budapest, in Ungheria, dove la mobilitazione contro vaccini e misure anti-covid è stata organizzata dal partito di estrema destra Movimento patria nostra, riferisce la Reuters.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati