Il settore alimentare statunitense attraversa un momento difficile perché l’ondata di contagi dovuta alla variante omicron del virus sars-cov-2 tiene lontano dalle fabbriche e dai negozi molti lavoratori, lasciando addirittura gli scaffali vuoti, scrive il Wall Street Journal. “In Arizona un decimo dei dipendenti degli impianti di produzione e di distribuzione di una grande azienda alimentare è in malattia. Nel Massachusetts i contagi hanno rallentato l’arrivo dei prodotti ittici nei supermecati e nei ristoranti”. Il quotidiano spiega che secondo i dirigenti e gli esperti del settore la situazione potrebbe continuare così per settimane, anche se l’ondata di contagi dovesse rallentare.
Un settore in difficoltà
La grande frenata
Quest’anno il rallentamento delle due principali economie globali – gli Stati Uniti e la Cina – sarà più forte del previsto, rischiando di influenzare negativamente il resto del mondo, scrive il New York Times. Lo conferma l’ultimo World economic report del Fondo monetario internazionale, secondo il quale il pil globale crescerà del 4,4 per cento.
Il nuovo crollo del bitcoin
Il 24 gennaio il valore del bitcoin è crollato a quasi 33mila dollari, un calo di più del 50 per cento rispetto al picco storico toccato a novembre 2021, cioè 68.992 dollari, scrive Le Monde. “Chi vedeva nella criptovaluta un rifugio sicuro contro l’inflazione ora ha capito che le cose non stanno così”, commenta il quotidiano francese. “Il rialzo dei prezzi in tutto il mondo e la previsione di un aumento del costo del denaro fatta dalla Federal reserve (Fed, la banca centrale degli Stati Uniti) tengono i capitali lontano dagli investimenti più rischiosi”. Dopo l’esplosione della pandemia il bitcoin ha beneficiato della liquidità che ha invaso i mercati. Prima del dicembre 2020 non aveva mai superato la soglia dei ventimila dollari.
Contro l’addio ai cookie
Il 24 gennaio le principali aziende editrici e pubblicitarie tedesche hanno chiesto all’Unione europea di intervenire contro Google, che vuole bloccare l’uso di cookie di terze parti nel browser Chrome a partire dal 2023, scrive il Financial Times. I cookie sono piccoli file di testo che permettono a un sito web di ottenere informazioni sulla navigazione di un utente; sono molto usati per la pubblicità online. Circa cento aziende si sono rivolte a Margrethe Vestager, la commissaria europea per la concorrenza, sostenendo che la decisione impedirà di analizzare le preferenze degli utenti, un’attività fondamentale per la pubblicità personalizzata. Secondo le aziende, in questo modo il colosso statunitense concentrerà nelle sue mani un’enorme mole di dati lasciando intatta solo la sua offerta di pubblicità collegata alle ricerche online. L’iniziativa è un ulteriore tentativo di spingere Bruxelles ad avviare un’indagine che potrebbe significare per Google una multa pari anche al 10 per cento del suo fatturato. ◆
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