Il 21 febbraio la corte costituzionale della Colombia, con il voto favorevole di cinque giudici su nove, ha depenalizzato l’interruzione di gravidanza fino alla ventiquattresima settimana. Finora l’aborto era autorizzato solo in caso di stupro, pericolo di vita per la madre e malformazione grave del feto. Le persone che ricorrevano all’interruzione volontaria di gravidanza per altri motivi erano punite con pene dai sedici ai 54 mesi di prigione. “La decisione della corte è un incentivo per il parlamento e il governo ad adottare subito politiche pubbliche che tutelino la salute e i diritti delle donne”, scrive El Espectador. ◆
Un crimine razzista
Il 22 febbraio un tribunale federale ha condannato per crimini d’odio William Bryan, Gregory McMichael e Travis McMichael, i tre uomini che nel febbraio 2020 inseguirono e uccisero Ahmaud Arbery, un nero di 25 anni, mentre faceva jogging a Brunswick, in Georgia. Nel gennaio 2022 tutti e tre erano stati condannati all’ergastolo. “La sentenza del 22 febbraio è particolarmente importante perché di solito è molto difficile dimostrare che un crimine sia motivato dal razzismo”, scrive il New York Times.
Eliminare le mascherine
Mentre i contagi da covid-19 diminuiscono nel paese, tutti gli stati tranne uno (le Hawaii) hanno deciso di eliminare l’obbligo di indossare la mascherina. Lo stesso hanno deciso di fare la maggior parte delle grandi aziende, dalla Apple alla compagnia di crociere Royal Caribbean International. Al momento gli Stati Uniti registrano circa ottantamila contagi e 1.900 morti al giorno. Nella fase peggiore dell’ultima ondata i casi erano 800mila e le vittime più di tremila al giorno. “Oggi il 69 per cento degli statunitensi sopra i cinque anni è completamente vaccinato”, scrive Time.
Protesta senza confini
Le forze dell’ordine canadesi sono riuscite a liberare la zona di Ottawa che da quasi un mese era occupata dal cosiddetto Freedom convoy, il movimento nato dalla protesta dei camionisti canadesi contro le restrizioni anticovid. Durante le operazioni di sgombero la polizia ha arrestato più di cento persone che facevano resistenza. Anche se la situazione nella capitale si è calmata, il 21 febbraio il parlamento ha approvato la richiesta del primo ministro Justin Trudeau di adottare misure speciali contro il Freedom convoy, che consentono al governo di bloccare i conti correnti dei manifestanti e impedire l’accesso in determinate aree. È la prima volta nella storia del Canada che questi poteri vengono invocati per contenere una protesta antigovernativa. Nel frattempo emergono nuovi segnali di contatti e legami tra i camionisti canadesi e la destra statunitense. Dall’inizio della protesta i camionisti hanno ricevuto circa dieci milioni di dollari in donazioni, di cui quasi la metà provenienti dagli Stati Uniti. I soldi sono arrivati soprattutto dai quartieri ricchi a maggioranza repubblicana. “Intanto il dipartimento della difesa statunitense ha deciso di mobilitare la guardia nazionale a Washington in vista di una serie di manifestazioni organizzate dai camionisti a partire dalla prossima settimana”, scrive il Washington Post.
Un muro con Haiti
Il 20 febbraio è cominciata la costruzione di un muro sull’isola caraibica di Hispaniola, il territorio diviso tra Repubblica Dominicana a est e Haiti. “Il presidente dominicano Luis Abinader ha inaugurato l’opera nella città di Dajabón e ha detto che la barriera ridurrà drasticamente l’immigrazione irregolare e il contrabbando di armi e sostanze stupefacenti”, scrive la Reuters. Il muro, che dovrebbe coprire un po’ meno della metà dei quasi 400 chilometri di confine tra i due paesi, sarà alto circa quattro metri e sormontato da una rete metallica. Inoltre, sarà dotato di fibra ottica, sensori di movimento, telecamere e droni. Secondo l’ultimo rapporto sull’immigrazione, nella Repubblica Dominicana vivono circa cinquecentomila haitiani.
Ecuador Il presidente Guillermo Lasso ha annunciato il 22 febbraio un provvedimento di grazia per cinquemila detenuti per ridurre il sovraffollamento nelle prigioni. Nel 2021 più di 320 persone sono morte nelle violenze scoppiate nelle carceri.
Perù È cominciato il 21 febbraio il processo contro l’ex presidente Ollanta Humala e sua moglie Nadine Heredia. Entrambi sono accusati di corruzione e di aver ricevuto finanziamenti illeciti dal governo venezuelano e dall’azienda edile brasiliana Odebrecht.
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