Sparatoria in Michoacán

El Aguaje, Messico, 23 aprile 2021 (Alan Ortega, reuters/Contrasto)

“La procura dello stato del Michoacán, nel centro del Messico, ha annunciato che venti persone sono morte nell’attacco compiuto il 27 marzo da un commando armato a Las Tinajas”, scrive Animal Político. La strage è avvenuta in una sala per i combattimenti tra galli. Nello stato c’è da mesi una grave ondata di violenza causata dagli scontri tra una decina di gruppi criminali e il cartello Jalisco nueva generación per il controllo della regione. Dal Michoacán proviene il boss del narcotraffico Nemesio Oseguera Cervantes, detto el Mencho, che è anche il più ricercato del paese. ◆

Pedro Castillo si salva

Mary Altaffer, REUTERS/Contrasto

Il presidente di sinistra Pedro Castillo ( nella foto ) è scampato il 28 marzo a un voto di sfiducia in parlamento, dove la destra ha la maggioranza. Il leader peruviano, che ha già fatto quattro rimpasti di governo, è accusato di “incapacità morale” per il coinvolgimento in un caso di corruzione e per non aver escluso la possibilità di un referendum per concedere alla Bolivia uno sbocco al mare. “Data la situazione tossica della politica peruviana, è difficile che Castillo arrivi alla fine del suo mandato”, scrive il Financial Times.

Dimissioni forzate

Il 28 marzo si è dimesso Joaquim Silva e Luna, presidente dell’azienda petrolifera statale Petrobras. “Secondo gli analisti, dietro le dimissioni c’è il presidente Jair Bolsonaro, che in un anno elettorale vuole dimostrare chiaramente di non essere contento dell’aumento del prezzo del combustibile”, scrive il quotidiano brasiliano Folha de S.Paulo. All’inizio di marzo l’azienda aveva annunciato un aumento del 18,6 per cento del prezzo della benzina e del 24,9 per cento di quello del diesel a causa delle tensioni sui mercati mondiali del petrolio causate dalla guerra in Ucraina.

Le spese di Washington

Spese militari di Stati Uniti, Cina e Russia nel 2020 (sipri)

Il presidente statunitense Joe Biden ha presentato la proposta di bilancio federale per l’anno fiscale 2023. “I piani di spesa dei presidenti raramente sono condivisi completamente dal congresso, ma danno un’idea di quali siano le sue priorità politiche”, scrive Npr. La proposta di Biden, che ammonta a 5.800 miliardi di dollari, prevede un aumento del 10 per cento delle spese militari, giustificato con la necessità di rispondere all’aggressività della Russia e alle ambizioni della Cina. Per far fronte all’ondata di criminalità in molte città, la Casa Bianca vuole dare più fondi ai dipartimenti di polizia e ai programmi per prevenire la violenza causata dalle armi. L’amministrazione Biden vorrebbe anche spendere di più per finanziare i progetti contro la crisi climatica e offrire alloggi a prezzi accessibili. Per ridurre il deficit propone di aumentare le tasse sui patrimoni superiori a cento milioni di dollari e sulle multinazionali .

Vittoria per Trudeau

L’Ontario, la provincia canadese con più abitanti, ha raggiunto un accordo con il governo federale per introdurre un programma che dovrebbe tagliare i costi delle famiglie per i figli. “Secondo il premier Justin Trudeau, l’accordo permetterà di ridurre i costi da novanta a dieci dollari canadesi al giorno entro il 2026”, scrive il Toronto Star. L’Ontario è l’ultima provincia ad accettare il piano del governo. In quelle che lo hanno fatto nei mesi scorsi i costi per l’assistenza all’infanzia sono diminuiti rapidamente. Ma alcuni esperti del settore credono che sarà difficile raggiungere gli obiettivi se non saranno affrontati altri problemi, in particolare la mancanza di educatori, che si dimettono a causa degli stipendi bassi.

Honduras Il 28 marzo la corte suprema di giustizia ha respinto l’ultimo ricorso presentato dall’ex presidente Juan Orlando Hernández e ha ordinato di estradarlo negli Stati Uniti. L’accusa è di complicità nel traffico internazionale di droga.

Messico Il 28 marzo il Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti, parte della Commissione interamericana dei diritti umani, ha presentato un rapporto sulla sparizione dei 43 studenti di Ayotzinapa, nel 2014. Fin dall’inizio dell’inchiesta il governo messicano avrebbe falsificato le prove.

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1454 - 1 aprile 2022
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