Il premio Nobel per la pace José Ramos-Horta ha vinto al secondo turno le elezioni presidenziali, battendo con venti punti percentuali di differenza il presidente uscente Francisco Guterres. Entrambi erano stati in prima fila nella lotta per l’indipendenza dal Portogallo. La vittoria di Ramos-Horta, che aveva già guidato il paese tra il 2007 e il 2012, potrebbe rilanciare un grande progetto di estrazione del gas che solo la Cina sarebbe pronta a finanziare, scrive Asia Times.
Democrazia in declino
“È paradossale che dall’inizio della guerra in Ucraina la reazione dell’India sia stata molto simile a quella della Cina”, scrive l’analista Sushant Singh su Caravan. “I due paesi hanno votato, o non votato, in modo identico negli organismi multilaterali, ed entrambi sono impegnati ad aggirare le sanzioni occidentali per continuare il commercio con la Russia. L’India si è trovata in compagnia di un paese a cui non vuole essere associata. La lenta crescita economica l’ha messa in difficoltà quando si è trovata di fronte a scelte delicate in politica estera. Ma è la politica interna del primo ministro Narendra Modi – andare contro tutti i valori dell’occidente – a guidare le scelte di New Delhi. Il governo Modi vuole tutti i benefici dell’essere un partner degli Stati Uniti ma non vuole essere un loro alleato contro la Cina. Sta cercando di dare forma a una democrazia con caratteristiche indiane, alimentata dal nazionalismo maggioritario, non lontano dal percorso seguito da Pechino con Xi Jinping. Su questioni come i diritti umani, il cambiamento climatico, il trattamento delle minoranze religiose e la libertà d’espressione India e Cina sono allineate”. ◆
Un piede nel Pacifico
Il 20 aprile il primo ministro delle isole Salomone, Manasseh Sogavare ( a sinistra nella foto ), ha annunciato in parlamento di aver firmato con la Cina l’accordo sulla sicurezza, di cui era circolata una bozza il mese scorso. Sogavare non ha svelato quando il documento sarà reso pubblico ma ha assicurato la popolazione dell’arcipelago che “abbiamo trattato con la Cina tenendo gli occhi aperti, guidati dall’interesse nazionale”. A marzo la notizia aveva messo in allarme Australia e Stati Uniti, preoccupati che grazie all’accordo Pechino potesse costruire una base militare alle Salomone, mettendo un piede nel Pacifico. Canberra ha cercato fino all’ultimo di dissuadere Sogavare, scrive il Solomon Times.
La polizia spara sulla folla
Le proteste che da settimane chiedono le dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa continuano. Il 19 aprile la polizia ha sparato sui manifestanti a Rambukkana, una città a novanta chilometri da Colombo, uccidendo una persona e ferendone 24, scrive The Island. Il paese sta attraversando la peggiore crisi economica di sempre e la mancanza di elettricità, carburante e beni primari sta stremando la popolazione.
Gli hazara presi di mira
Due esplosioni davanti a due scuole nel quartiere di Kabul dove vive la minoranza sciita degli hazara hanno provocato sei morti e più di venti feriti, scrive Tolo News. Gli attentati nella capitale sono diminuiti da quando i taliban sono tornati al governo, ma il gruppo Stato islamico (Is) continua a essere una minaccia. I due attacchi non sono stati rivendicati ma somigliano molto, nelle modalità e nell’obiettivo, a quelli messi a segno dall’Is in passato. Gli hazara sono uno dei gruppi etnici più numerosi in Afghanistan e tra i più a rischio nel paese, a maggioranza sunnita. Sono uno dei popoli più perseguitati del mondo, storicamente emarginati e presi di mira anche dai taliban, scrive Al Jazeera.
Hong Kong Tam Tak-chi, ex dj e attivista per la democrazia, è stato arrestato con l’accusa di “aver pronunciato parole sediziose”. È la prima persona che viene arrestata dal 1997 per aver violato la legge antisedizione di epoca coloniale.
Taiwan Il 20 aprile l’emittente tv Chinese Television System (Cts) si è scusata per aver causato il panico mandando in onda per sbaglio vari avvisi di un attacco militare cinese sull’isola.
Giappone Tokyo ha espulso otto cittadini russi con l’accusa di spionaggio.
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