Il 20 giugno Roberto David Castillo Mejía, presidente esecutivo dell’azienda Desarrollos energéticos (Desa), è stato condannato a ventidue anni e mezzo di prigione per l’omicidio di Berta Cáceres (nella foto), un’attivista per la difesa dell’ambiente, uccisa nel 2016 alla Esperanza, nel dipartimento di Intibucá, nell’ovest del paese. Altre sette persone erano state condannate nel 2019. “Cáceres è stata uccisa perché si opponeva al progetto della Desa di costruire la diga idroelettrica di Agua Zarca lungo il fiume Gualcarque, considerato sacro dai nativi lenca che vivono in quel territorio”, scrive Bbc mundo. ◆
Bolsonaro canta vittoria
Tre persone sono state arrestate per l’omicidio del giornalista britannico Dom Phillips ( nella foto ) e dell’esperto di popolazioni native Bruno Pereira, scomparsi nella valle del Javari il 5 giugno. I loro corpi sono stati ritrovati e identificati dopo la confessione del pescatore Amarildo da Costa. “La morte di Phillips e Pereira è una vittoria per il presidente Bolsonaro, che si aggiunge alla distruzione della fragile struttura creata da diverse persone per proteggere l’Amazzonia”, scrive il quotidiano Folha de S.Paulo.
Emergenza prolungata
“ Il 20 giugno il governo del presidente conservatore Guillermo Lasso ha prolungato ed esteso a sei province del paese lo stato d’emergenza dichiarato tre giorni prima per far fronte allo sciopero nazionale convocato il 13 giugno dalla Confederación de nacionalidades indígenas (Conaie)”, scrive il sito Gk. Le manifestazioni e i blocchi stradali vanno avanti da giorni. La Conaie chiede al governo di prendere provvedimenti contro l’aumento del prezzo della benzina, la mancanza di fertilizzanti agricoli e in generale la crisi economica. Nelle proteste è morta una persona.
Caccia all’insegnante
All’inizio del 2021 Cecelia Lewis, una preside afroamericana del Maryland, era pronta a trasferirsi nella contea di Cherokee, in Georgia, dove avrebbe ricoperto il ruolo di responsabile delle iniziative su diversità, uguaglianza e inclusione. Ma poi ha cominciato a ricevere strane telefonate dagli amministratori del distretto scolastico, che le intimavano di non parlare agli studenti della critical race theory (Crt), una teoria accademica secondo cui il razzismo è insito nelle istituzioni statunitensi. Lewis non aveva mai sentito parlare della Crt, che peraltro non s’insegna nelle scuole ma solo nelle università. “Nonostante questo”, scrive ProPublica, “è partita una campagna violenta contro di lei sui social network”. Durante una riunione del consiglio scolastico, un gruppo di genitori ha cominciato ad aggredire i dirigenti, chiedendo il licenziamento di Lewis. Poco dopo un genitore, intervistato dalla rete di destra Fox News, ha detto che la Crt si stava infiltrando nella loro comunità. A quel punto Lewis ha deciso di rinunciare al lavoro, ma per i genitori infuriati non era abbastanza. “Hanno continuato a minacciarla, cercando di farle perdere anche il suo nuovo lavoro: direttrice degli studi sociali nella contea di Cobb, uno dei distretti più grandi della Georgia”.
Un sindacato alla Apple
“Per la prima volta un gruppo di dipendenti della Apple negli Stati Uniti ha aderito a un sindacato di settore”, scrive The Verge. “È successo nel punto vendita dell’azienda a Towson, in Maryland, dove i lavoratori chiedono da tempo di avere voce in capitolo su retribuzione, orari e sicurezza sul luogo di lavoro”. L’azienda californiana è da sempre ostile ai sindacati: “In passato ha assoldato avvocati per contrastare gli sforzi dei lavoratori e ha chiesto ai responsabili dei negozi e degli uffici di sconsigliare ai dipendenti d’iscriversi al sindacato”. A maggio i lavoratori di un negozio di Atlanta avevano rinunciato al voto sull’adesione al sindacato sostenendo che il comportamento della Apple rendeva impossibile una consultazione corretta.
Stati Uniti Il senato degli Stati Uniti ha approvato una proposta di legge che introduce alcune modeste limitazioni alla vendita e al possesso di armi. Il provvedimento ora passa alla camera, che dovrebbe approvarlo senza problemi.
Colombia Il 17 giugno un giudice colombiano ha condannato a più di 23 anni di carcere quattro persone ritenute responsabili dell’omicidio di Marcelo Pecci, il procuratore anticorruzione paraguaiano ucciso a maggio su una spiaggia della Colombia mentre era in luna di miele.
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