Il 4 settembre il governo tedesco ha approvato un nuovo pacchetto di misure per ridurre i costi dell’energia. Gli aiuti costeranno circa 65 miliardi di euro, scrive la Süddeutsche Zeitung. Per dicembre è previsto un bonus energetico una tantum di trecento euro per i pensionati e un altro di duecento euro per gli studenti . Inoltre aumenterà l’importo degli assegni familiari. Ci saranno aiuti per le aziende con cicli produttivi ad alto consumo di energia e una proroga del biglietto unico da nove euro al mese per i trasporti pubblici locali. Le misure saranno in parte finanziate tassando i profitti straordinari registrati dalle aziende energetiche.
Aiuti energetici
Un prestito dall’Fmi
Il 31 agosto il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha concesso allo Zambia aiuti per 1,3 miliardi di dollari nell’ambito di un accordo raggiunto tra i creditori per ristrutturare l’enorme debito del paese africano, scrive Le Monde. Il finanziamento prevede un programma triennale per risanare i conti e riservare più risorse ai servizi pubblici essenziali.
Più immigrati da integrare
Il governo spagnolo ha adottato una riforma che ha l’obiettivo d’integrare gli stranieri nel mercato del lavoro, sia quelli già presenti sul territorio sia quelli che ancora si trovano nel loro paese, scrive Mediapart. “Le nuove regole, che si aggiungono a quelle approvate lo scorso luglio, si propongono di far venire alla luce l’economia sommersa, che costringe le persone senza documenti a lavorare in nero, senza diritti o tutele”. Secondo il ministro delle migrazioni, José Luis Escrivá, bisogna “incoraggiare un’immigrazione regolare, ordinata e sicura”. La Spagna è alle prese con una grave carenza di manodopera in alcuni settori vitali per la sua economia, come l’agricoltura, l’edilizia e il turismo.
Mosca teme le sanzioni
“La Russia potrebbe subire una recessione più grave e duratura a causa delle sanzioni occidentali, compromettendo settori vitali per la sua economia”, scrive Bloomberg Businessweek citando un rapporto interno preparato per il governo di Mosca. “Il documento descrive uno scenario molto più negativo di quello emerso dalle dichiarazioni ufficiali dei dirigenti russi”. Due dei tre scenari del rapporto parlano di una contrazione che si rafforzerà nel 2023, con l’economia russa che tornerà ai livelli precedenti alla guerra solo intorno al 2030 o anche più tardi. “Il blocco delle forniture di gas all’Europa potrebbe costare fino a 6,6 miliardi di dollari all’anno, una perdita che non potrà essere compensata dall’individuazione di nuovi mercati nel medio periodo”. Il rapporto sostiene anche che se l’economia mondiale cadesse in recessione, la Russia potrebbe registrare un ulteriore calo delle esportazioni, che provocherebbe la svalutazione del rublo e un aumento dell’inflazione. ◆
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