Asia e Pacifico

Il futuro della dinastia Kim

Seoul, Corea del Sud, 9 febbraio 2023 (Jung Yeon-je, Afp/Getty)

L’8 febbraio a Pyongyang si è celebrato il 75° anniversario dell’Armata del popolo coreano (Kpa). Le foto pubblicate dal quotidiano di partito Rodong Sinmun mostrano più di una decina di missili balistici intercontinentali a piazza Kim Il-sung. Il leader della Corea del Nord Kim Jong-un ha assistito alla parata militare insieme alla figlia. Secondo NK News, è la quinta volta che la giovane appare in pubblico con il padre. Nonostante i mezzi d’informazione nordcoreani non ne abbiano mai fatto cenno, gli analisti concordano nel sostenere che sia lei l’erede designata. ◆

Condannati a tacere

Bruxelles, 14 dicembre 2022 (Valeria Mongelli, Bloomberg/Getty)

Il 12 febbraio una delle ultime testate indipendenti della Cambogia è stata chiusa su ordine del primo ministro Hun Sen ( nella foto ). The Voice of Democracy (Vod) aveva scritto che, oltrepassando i limiti delle sue funzioni di capo delle forze armate, il figlio del primo ministro, Hun Manet, aveva autorizzato l’invio di aiuti umanitari in Turchia. “A nulla è valso spiegare che la notizia era stata diffusa dal portavoce del governo”, spiega The Diplomat. “Vod ha pubblicato articoli ben più critici, ma questa notizia arriva in un momento delicato: a luglio si svolgeranno le elezioni e Hun Sen sta organizzando il passaggio di testimone al figlio”.

Nessuno tocchi la costituzione

Il 2 febbraio il parlamento mongolo ha diffuso un comunicato stampa in cui afferma che “non si sta emendando la costituzione”, anche se il governo ha creato un gruppo di lavoro proprio per modificarla. Secondo il sito Asia Democracy Chronicles, così si mettono a rischio 32 anni di democrazia in un paese che “sostiene elezioni e stampa libere mentre è stretto tra due superpotenze autoritarie come la Russia e la Repubblica popolare cinese”.

Un altro attacco alla Bbc

Il 14 febbraio sono cominciate le perquisizioni del fisco indiano nelle sedi della Bbc a New Delhi e Mumbai. Molti dipendenti sono stati trattenuti negli uffici e l’emittente britannica ha spiegato di stare “cooperando con le autorità” e di “augurarsi una rapida risoluzione della situazione”. Il procedimento arriva a poche settimane dalla trasmissione di India: the Modi question , l’inchiesta che, grazie a un documento riservato scritto da diplomatici britannici, ricostruisce il ruolo di Narendra Modi nelle rivolte del Gujarat nel 2002: il primo ministro era governatore dello stato quando si consumò uno degli episodi di violenza religiosa più sanguinosi della storia del paese, in cui morirono almeno mille persone, in gran parte musulmani. Il documentario si può vedere solo nel Regno Unito, ma New Delhi aveva subito cercato di bloccarne la diffusione sui social network del paese, descrivendolo come “spazzatura intrisa di colonialismo, pericolosa per la sicurezza e l’integrità del paese”. Il portavoce del Bjp, il partito del primo ministro, ha applaudito la perquisizione e ha definito la Bbc “l’organizzazione più corrotta del mondo”. Nell’India di Modi le accuse di evasione o di reati comuni sono diventate una prassi per intimidire i giornalisti e gli oppositori del governo, spiega l’ong per la libertà di stampa The editors guild of India.

Le memorie di Abe

L’8 febbraio è uscito Abe Shinzō: Kaikoroku , il libro che raccoglie le memorie dell’ex primo ministro giapponese ucciso in un attentato nel luglio 2022. Nikkei Asia scrive che alle nove di mattina su Amazon il volume era già esaurito e che l’indomani è andato in ristampa, per un totale di centomila copie. Si tratta di diciotto interviste raccolte da due giornalisti del quotidiano conservatore Yomiuri Shimbun in cui Abe racconta aneddoti su diversi leader, tra cui l’ex presidente statunitense Donald Trump, con cui stava ore al telefono: “L’argomento principale occupava un quarto d’ora. Il resto del tempo parlavamo di golf o criticavamo gli altri capi di stato”.

Sorveglianza pericolosa

Melbourne, Australia (Tsi Braverman, Getty)

Il governo australiano ha deciso di rimuovere 913 telecamere di sorveglianza di fabbricazione cinese dai propri uffici, riporta The Conversation. Un’azione “completamente sbagliata e discriminatoria”, secondo Pechino. Le aziende che le producono, la Hikvision e la Dahua, sono le più grandi al mondo nel settore della sorveglianza, ricevono sussidi dal governo cinese e sono legate al controllo della popolazione uigura nella regione dello Xinjiang.

Altro da questo numero
1499 - 17 febbraio 2023
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Black Friday Promo