Alcuni ricercatori dell’università di Cambridge, nel Regno Unito, hanno creato il primo embrione umano sintetico a partire da cellule staminali pluripotenti. Non hanno quindi usato ovociti e spermatozoi, né staminali prelevate da embrioni umani naturali. Si tratta di un embrioide, cioè una struttura con tessuti simili a quelli delle cellule umane, spiegano i ricercatori su bioRxiv. Lo sviluppo è stato bloccato a uno stadio precoce in cui gli organi non sono ancora formati, che corrisponde ai quattordici giorni di un embrione umano naturale (il limite massimo per la coltivazione nel Regno Unito). Gli embrioidi potrebbero aiutare a studiare lo sviluppo neurologico dal momento dell’impianto, le cause degli aborti spontanei e la tossicità dei farmaci durante la gravidanza. Ma la ricerca sugli embrioidi, anche se sintetici, solleva comunque una serie di questioni etiche e legali, scrive Nature.
Embrioidi umani
Endometriosi batterica?
Un batterio potrebbe contribuire allo sviluppo dell’endometriosi, una malattia ginecologica in cui le cellule dell’interno dell’utero si diffondono anche all’esterno. La malattia è piuttosto comune: colpisce fino al 15 per cento delle donne con meno di 49 anni, causando dolori e infertilità. Non si conoscono a fondo le sue cause e sono disponibili pochi trattamenti, principalmente quello ormonale e la chirurgia. Ora un nuovo studio ha individuato come possibile causa un’infezione da Fusobacterium nelle cellule dell’endometrio dell’utero. Su 155 donne coinvolte, il 64 per cento di quelle con endometriosi aveva l’infezione, contro il 7 per cento di quelle senza. L’ipotesi è che i batteri inducano un particolare tipo di cellule, i fibroblasti, a trasformarsi in miofibroblasti, capaci di moltiplicarsi e migrare in altre parti della regione pelvica. Da una sperimentazione sui topi è emerso che gli antibiotici, usati contro i batteri, limitano le dimensioni e la frequenza delle lesioni associate all’endometriosi. Conoscere meglio le origini e il meccanismo della malattia sarà fondamentale per sviluppare nuovi trattamenti. ◆
L’asse terrestre si è spostato
In meno di due decenni l’asse terrestre si è spostato di circa ottanta centimetri a causa dell’attività umana di estrazione di acqua dal sottosuolo. Un gruppo internazionale di scienziati ha calcolato l’impatto della ridistribuzione idrica sulla posizione dei poli terrestri, e quindi dell’asse intorno a cui ruota la Terra: tra il 1993 e il 2020 sono state estratte più di 2.150 miliardi di tonnellate d’acqua, scrive Geophysical Research Letters. Una diversa inclinazione dell’asse può alterare le precipitazioni e la distribuzione del calore, influenzando anche il cambiamento climatico.
Rinoceronti senza corni
Per contrastare la caccia illegale al rinoceronte nero (Diceros bicornis), in pericolo critico, è diffusa da tempo la pratica di rimuovere i corni, dato che è per impossessarsi di questa parte pregiata che i bracconieri uccidono gli animali. In effetti, la pratica ha ridotto la mortalità dei rinoceronti. Tuttavia, scrive Pnas, è emerso che dopo l’intervento gli esemplari riducono gli spostamenti e i contatti sociali. Non è ancora chiaro se questo abbia conseguenze sulla riproduzione della specie. Nella foto: Klerksdorp, Sudafrica
Esopianeti inabitabili
Le osservazioni con il telescopio spaziale James Webb indicano che l’esopianeta Trappist-1c è privo di atmosfera. Un risultato simile era già emerso per l’esopianeta Trappist-1b. La scoperta, scrive Nature, suggerisce che i pianeti con condizioni favorevoli alla vita potrebbero essere più rari di quanto si pensasse. Il sistema formato dalla stella Trappist-1 e da sette pianeti con dimensioni simili a quelle della Terra è considerato potenzialmente adatto allo sviluppo di forme di vita.
Paleoantropologia Uno dei più antichi antenati umani era in grado di stare in piedi e camminare. Ricostruendo al computer i muscoli della gamba e della regione pelvica di Lucy, un esemplare femmina di Australopithecus afarensis vissuto 3,2 milioni di anni fa, è emerso che la percentuale di muscoli era maggiore e occupava più spazio rispetto agli esseri umani moderni (nell’immagine), scrive Royal Society Open Science.
Salute Secondo uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour, l’isolamento sociale è associato a una maggiore mortalità generale (ma gran parte dei dati proviene da paesi ad alto reddito). L’isolamento sociale sarebbe anche associato a un maggiore rischio di morte per cancro e per malattie cardiovascolari. Gli autori concludono quindi che intervenire per ridurlo possa allungare la vita.
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