Nella Repubblica Democratica del Congo è stata testata una tecnica che dimezza i tempi per rilevare il virus della poliomielite e permette di limitare la diffusione della malattia. La tecnica, conosciuta come ddns, è basata sul sequenziamento a nanopori già usato per altre malattie infettive come covid-19, ebola e morbillo, scrive Nature Microbiology. Oggi i campioni di feci sono inviati all’estero e analizzati con il metodo tradizionale delle colture cellulari, che produce risultati nel giro di un mese. La ddns ha permesso di ridurre i tempi di diciannove giorni, rilevando inoltre il poliovirus in 62 campioni rispetto ai 51 del metodo tradizionale. Gli autori dello studio sottolineano l’importanza di usare la tecnica anche in altri paesi africani. Se adottata a livello globale, potrebbe contribuire all’eradicazione della poliomielite, comparsa di recente in città considerate sicure come Londra, New York e Gerusalemme.
A caccia del poliovirus
La musica nel cervello
Alcuni ricercatori hanno ricostruito una canzone basandosi sull’osservazione dell’attività cerebrale degli ascoltatori. La ricostruzione è parziale, ma permette di riconoscere il ritmo e altre caratteristiche del pezzo. Alla ricerca hanno partecipato ventinove persone affette da forme di epilessia resistenti ai farmaci, che sono state sottoposte all’ascolto di Another brick in the wall dei Pink Floyd. I ricercatori hanno identificato le aree del cervello che si attivano durante l’ascolto e ottenuto degli elettroencefalogrammi che sono stati analizzati con l’aiuto di modelli informatici. Come previsto da studi precedenti, è risultato più attivo l’emisfero destro. Il brano ricostruito permette di riconoscere il ritmo e la melodia della canzone, mentre le parole sono quasi indistinguibili. Lo studio si aggiunge a ricerche simili che hanno permesso di ricostruire il linguaggio grazie al monitoraggio dell’attività cerebrale. L’obiettivo generale è mettere a punto dispositivi che aiutino le persone che non sono più in grado di parlare. La nuova ricerca potrebbe favorire l’inclusione di elementi ritmici, favorendo una comunicazione più naturale. ◆
Memoria emotiva
Per capire come lo stato emotivo influisca sulla percezione del tempo i ricercatori dell’università della California a Santa Barbara, negli Stati Uniti, hanno mostrato a circa ottanta volontari delle coppie di immagini che evocavano eventi neutri o negativi. Quando i volontari erano sottoposti a immagini che suscitavano emozioni negative, avevano la percezione che il tempo passasse più lentamente. Questo avveniva solo quando guardavano le immagini negative dopo quelle neutre. Il fenomeno, afferma lo studio pubblicato su bioRxiv, è legato a variazioni nello stato emotivo.
Prima delle magnetar
È stato scoperto un nuovo tipo di stella che potrebbe essere il progenitore delle magnetar (stelle con un enorme campo magnetico). Le osservazioni hanno permesso di stabilire che una delle stelle del sistema binario Hd 45166, più grande del Sole, ha un campo magnetico ed è ricca di elio. Finora non si era a conoscenza di stelle magnetiche con elio. Al termine della sua evoluzione, scrive Science, la stella (nel disegno) potrebbe diventare una magnetar, dotata di un campo magnetico ancora più forte.
Droghe e danni al cuore
Da un nuovo studio è emerso che l’11 per cento dei pazienti ricoverati in terapia intensiva a causa di problemi cardiaci ha fatto uso di droghe. Questi pazienti tendono ad avere un decorso peggiore rispetto agli altri. Lo studio, condotto in Francia, individua una chiara correlazione, ma non un rapporto diretto di causa ed effetto. Le conseguenze cardiovascolari delle droghe, scrive la rivista Heart, potrebbero essere sottostimate dai medici e dagli utilizzatori.
Salute Un ampio studio ha stabilito che l’efficacia delle lenti per computer non è dimostrata. Da alcuni anni sono in vendita occhiali speciali che dovrebbero assorbire la luce blu degli schermi e proteggere gli occhi. Ma secondo il Cochrane Database of Systematic Reviews, non è stato possibile dimostrare gli effetti positivi sugli occhi e il miglioramento della qualità del sonno.
Covid-19 Alcuni ricercatori statunitensi hanno monitorato per due anni i pazienti colpiti dal covid-19, confrontando la loro salute con quella di chi non era stato infettato. Il rischio di morte era maggiore per le persone infettate e ricoverate, ma non per gli altri pazienti. Tuttavia, le persone infettate ma non ricoverate avevano più sintomi, tra cui problemi gastrointestinali e cardiaci, rispetto a quelle non infettate. Lo studio è stato pubblicato su Nature Medicine.
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