Il settore agricolo francese è alle prese con una grave carenza di manodopera. Alla vigilia della stagione della vendemmia, scrive Le Monde, due terzi dei viticoltori sono ancora a corto di personale. Questa situazione ha spinto molte aziende a puntare sulle macchine. “Oggi solo un decimo dei 750mila ettari di vigneto in Francia è vendemmiato manualmente”, sostiene Philippe Astoin, dirigente dell’azienda meccanica Pellenc. “Sempre più spesso i produttori di vini rosati o bianchi scelgono di raccogliere di notte per evitare il forte caldo diurno”. Di fatto restano vendemmiati a mano solo i vigneti per la produzione di particolari tipi di vino, come lo champagne.
La vendemmia delle macchine
Donne non pagate
Secondo un rapporto del governo di Tokyo, il lavoro non pagato svolto ogni anno dalle donne giapponesi vale 111mila miliardi di yen (705 miliardi di euro), pari a circa un quinto del pil nazionale. La cifra, scrive Bloomberg, è notevolmente più alta rispetto a quella stimata per i lavori non pagati svolti dagli uomini, che si fermano a 32mila miliardi di yen.
Un furto milionario
L’Aurubis, il più grande produttore europeo di rame, ha scoperto che nei suoi magazzini mancano metalli per centinaia di milioni di euro. Il 1 settembre le sue azioni alla borsa tedesca di Francoforte sul Meno hanno perso il 17 per cento. L’azienda di Amburgo, spiega il Financial Times, ha aperto un’inchiesta interna per capire se il furto di metalli (rame e altri materiali ottenuti con l’attività di recupero di prodotti usati) sia dovuto alla complicità tra un gruppo di suoi dipendenti e alcuni fornitori. L’indagine, in cui è stata coinvolta anche la polizia tedesca, dovrebbe essere chiusa entro la fine di settembre. L’Aurubis aveva già subìto un furto simile, che a giugno aveva portato all’arresto di sei persone.
Polizze troppo rischiose
A causa dell’aumento degli eventi meteorologici estremi, come tornado e inondazioni, le compagnie assicurative sono meno disposte a coprire le aziende e i proprietari d’immobili esposti ai disastri naturali. Negli Stati Uniti, scrive il Washington Post, almeno cinque grandi gruppi assicurativi – Allstate, American Family, Nationwide, Erie Insurance Group e Berkshire Hathaway – hanno dichiarato all’autorità di mercato, la National association of insurance commissioners, che la maggiore frequenza degli eventi estremi, riconducibile alla crisi climatica, li ha convinti a smettere di proporre polizze in alcune regioni del paese o comunque a escludere la copertura di determinati eventi e a chiedere premi più alti. La Nationwide ha fatto sapere che già dal 2020 ha smesso di offrire polizze in alcune zone della California, in particolare per i beni che si trovano troppo vicini alla costa, perché sono più esposti agli uragani. L’azienda ha annunciato ulteriori restrizioni già dalla fine del 2023. ◆
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