L’8 settembre le aziende attive nel settore dell’energia eolica hanno disertato un’asta organizzata dal governo del Regno Unito per assegnare licenze di costruzione di parchi eolici offshore, scrive la Reuters. Secondo le aziende, il prezzo di partenza previsto da Londra era troppo alto rispetto ai costi attuali del settore. Una pessima notizia per i piani di decarbonizzazione del paese, che vuole raggiungere l’obiettivo di eliminare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050, usando tra l’altro parchi eolici offshore con una potenza complessiva di cinquanta gigawatt dal 2030. Attualmente il Regno Unito dispone di una potenza di 14 gigawatt.
Un’asta andata deserta
Il picco si avvicina
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), la domanda mondiale di petrolio, gas naturale e carbone raggiungerà il picco prima del 2030, scrive la Bbc. Il consumo delle tre principali fonti d’energia fossili comincerà a diminuire alla fine dell’attuale decennio grazie alla crescita delle fonti rinnovabili e alla diffusione delle auto elettriche.
Svalutazione ottimistica
L’8 settembre lo zloty, la valuta polacca, ha perso il 3 per cento rispetto all’euro dopo che la banca centrale della Polonia ha annunciato un nuovo taglio al costo del denaro. La decisione non è piaciuta ai mercati, spiega il Financial Times, visto che nel paese l’inflazione è superiore al 10 per cento . “Una moneta più debole rischia di alimentare ulteriormente l’aumento dei prezzi, perché farà crescere il costo delle importazioni e allo stesso tempo stimolerà le esportazioni”. Il governatore della banca centrale, Adam Glapiński, ha giustificato la scelta con i timori legati al calo dell’economia tedesca, un mercato chiave per le esportazioni. Glapiński, inoltre, prevede un miglioramento dell’inflazione nei prossimi mesi.
Previsioni negative
Nel 2023 l’economia dell’Unione europea crescerà solo dello 0,8 per cento e nel 2024 dell’1,4 per cento. Lo sostiene la Commissione europea, che nelle previsioni precedenti, pubblicate a maggio, parlava di una crescita dell’1 per cento quest’anno e dell’1,7 per cento l’anno prossimo. Per quanto riguarda l’inflazione, sottolinea il Financial Times, Bruxelles prevede che nel 2023 cali al 6,5 per cento (invece del 6,7 per cento annunciato a maggio) e nel 2024 resti al 3,2 per cento. La correzione dei dati, spiega il quotidiano britannico, è dovuta all’indebolimento dell’economia europea, frenata dal calo della produzione manifatturiera, dal rallentamento delle esportazioni verso la Cina, dal ritiro di molte misure di sostegno pubblico decise durante la pandemia e dalla stagnazione dei consumi, messi in difficoltà dall’aumento dei prezzi e dal rialzo degli interessi sui prestiti. Sono state riviste al ribasso (-0,3 per cento) anche le previsioni sul pil dell’Italia, che nel 2023 crescerà dello 0,9 per cento e nel 2024 dello 0,8 per cento. ◆
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