“Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha annunciato il 27 settembre che inviterà i rappresentanti dei governi di dieci paesi dell’America Latina e dei Caraibi a Città del Messico per discutere dell’aumento dei flussi migratori”, scrive la Cnn. L’annuncio è arrivato dopo l’impegno da parte del Messico ad aiutare Washington a far fronte al numero crescente di arrivi alla frontiera meridionale degli Stati Uniti. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha invitato i governi della regione ad assistere i migranti e a trovare soluzioni a lungo termine.
Collaborazione necessaria
La decisione di Morales
Il 24 settembre l’ex presidente Evo Morales (nella foto) ha annunciato che si candiderà con il Movimento al socialismo (Mas) alle elezioni del 2025, “due anni prima del voto e senza che il partito abbia organizzato le primarie”, scrive il sito World politics review. “È l’ultimo episodio della lotta sempre più aspra tra Morales, costretto a dimettersi nel 2019 dopo l’accusa di brogli, e l’attuale presidente Luis Arce, del Mas”.
Paralisi al congresso
Il 30 settembre il congresso degli Stati Uniti è riuscito ad approvare un provvedimento per evitare lo shutdown, la chiusura parziale delle attività del governo federale. Secondo la legge statunitense spetta al congresso finanziare le attività dell’esecutivo. “L’accordo trovato poco prima della mezzanotte, frutto di un’intesa tra i democratici e una parte del Partito repubblicano, è temporaneo”, scrive il Los Angeles Times. “Durerà 45 giorni, quindi alla fine di novembre il paese potrebbe ritrovarsi nella stessa situazione”. La vicenda ha evidenziato le fratture della politica statunitense. Per prima cosa, i leader del Partito repubblicano non riescono più a tenere sotto controllo la fazione più radicale e vicina all’ex presidente Donald Trump. Questo gruppo di deputati si è schierato contro il provvedimento e ha promosso un voto di sfiducia contro Kevin McCarthy (nella foto), lo speaker repubblicano della camera che ha trovato un compromesso con i democratici. Il 3 ottobre McCarthy è stato destituito. Inoltre si sta allargando il fronte dei parlamentari contrari a sostenere ancora la resistenza ucraina. Dal testo della legge sono stati esclusi nuovi aiuti militari a Kiev. “I democratici, che restano favorevoli agli aiuti, sperano comunque di approvare un provvedimento separato” su questo punto. I sondaggi mostrano che la maggioranza degli statunitensi continua a sostenere le sanzioni economiche contro la Russia e l’invio di forniture all’Ucraina, ma molti elettori repubblicani sono contrari. Intanto a New York è cominciato un processo civile contro Donald Trump e due dei suoi figli. Avrebbero commesso una frode gonfiando per anni il valore del patrimonio immobiliare e finanziario della Trump Organization, la multinazionale dell’ex presidente. ◆
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