Il 10 ottobre è cominciato il ritiro delle truppe francesi dal Niger ( nella foto, un veicolo militare francese ), come richiesto dalla giunta militare che ha preso il potere a Niamey il 26 luglio dopo aver deposto il presidente Mohamed Bazoum. In Niger, precisa Africa News, la Francia aveva inviato 1.400 soldati per affiancare le forze armate locali nella lotta contro i jihadisti. Lo stesso giorno gli Stati Uniti hanno ufficialmente dichiarato che quello in Niger è stato un colpo di stato. Di conseguenza hanno sospeso gli aiuti economici al paese, stimabili in centinaia di milioni di dollari.
Il ritiro francese
Nelle mani degli Emirati
La Blue Carbon, una società con sede a Dubai, ha firmato il 29 settembre un memorandum d’intesa con lo Zimbabwe, che le concederà un quinto del suo territorio per produrre crediti di carbonio. L’azienda è presieduta dallo sceicco Ahmed Dalmook al Maktoum, della famiglia reale di Dubai. In cambio di 1,5 miliardi di dollari, la Blue Carbon avrà il controllo di 7,5 milioni di ettari di foreste zimbabweane, scrive Middle East Eye. Nelle settimane precedenti l’azienda aveva concluso una serie di accordi simili con altri paesi del continente. Tra questi c’è la Liberia, che vuole concedere all’azienda un’area pari al 10 per cento del suo territorio per trent’anni, anche se la decisione infrange le leggi locali che regolano la proprietà della terra. “La serie di contratti stipulata dalla Blue Carbon arriva poco prima della conferenza sul clima delle Cop28, prevista a Dubai a fine novembre, in cui i crediti di carbonio saranno una questione di primaria importanza”, scrive il sito. Lo Zimbabwe è il terzo produttore di crediti di carbonio in Africa. Dal 2011 ospita il progetto Kariba, che mira a proteggere 785mila ettari di terreni per sequestrare 3,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. L’iniziativa ha raccolto cento milioni di euro, di cui una parte doveva essere devoluta alle comunità locali, che però non hanno ancora ricevuto il denaro promesso.
La Turchia bombarda i curdi
Nell’ultima settimana la Turchia ha condotto bombardamenti nel nordest della Siria controllato dai militanti curdi, in risposta a un attentato ad Ankara
il 1 ottobre rivendicato dal Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Tra gli obiettivi, scrive Arab News, un centro di addestramento militare ad Al Malikiyah, in cui sono stati uccisi almeno 29 agenti.
Progressi lgbt sull’isola
Il 4 ottobre la corte suprema di Mauritius ha depenalizzato i rapporti sessuali tra uomini con una sentenza considerata una vittoria per la comunità lgbt locale. Ha abolito una legge risalente ai tempi della colonizzazione britannica, che prevedeva cinque anni di carcere per il reato di sodomia, spiega The East African. L’isola va in controtendenza rispetto al resto del continente, dove sono state approvate norme molto dure contro le persone lgbt. Il programma delle Nazioni Unite per l’hiv/aids (Unaids) teme che la criminalizzazione ostacoli gli sforzi per eradicare la malattia. Uno studio realizzato in dieci stati africani ha dimostrato che l’incidenza dell’aids tra i maschi gay è cinque volte più alta nei paesi che hanno leggi repressive, rispetto ai paesi più tolleranti. ◆
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