Il Partito nazionale, di centrodestra, ha sconfitto i laburisti del governo uscente, ottenendo 50 seggi in parlamento. L’Act, il suo alleato, ha ottenuto 11 seggi e insieme avrebbero i 61 necessari per governare. Ma data la maggioranza esigua si dovrà aspettare il 3 novembre per sapere se la coalizione dovrà allargarsi ai populisti di New Zealand First. Lo scrutinio dei circa 570mila voti dall’estero e fuori dai collegi elettorali, che in genere premiano la sinistra, è ancora in corso, e il risultato potrebbe cambiare gli equilibri. Tra le promesse del leader conservatore, Christopher Luxon ( nella foto ), ci sono sgravi fiscali per i redditi medi, lotta contro la criminalità giovanile, divieto di usare gli smartphone nelle scuole.
Problema nazionale
No ai matrimoni omosessuali
In risposta a una serie di richieste di legalizzare i matrimoni omosessuali, il 17 ottobre la corte suprema indiana si è rifiutata di farlo, dicendo che la decisione spetta al parlamento. Sulla questione la corte ha dichiarato di essere divisa e ha scritto quattro sentenze separate, scrive Scroll.
Gli indigeni senza voce
Come previsto dai sondaggi, gli australiani il 14 ottobre hanno bocciato il referendum costituzionale per il riconoscimento ufficiale delle popolazioni indigene e per la creazione di un organo che consigli il parlamento sulle questioni che le riguardano. Il no ha vinto con il 60 per cento dei voti.
Dieci anni di via della seta
Il 17 e 18 ottobre a Pechino si è tenuto il forum per il decimo anniversario della Belt and road initiative (Bri), il gigantesco piano infrastrutturale noto come nuova via della seta con cui la Cina vuole collegare il mondo intero. “Dal punto di vista cinese, la Bri ha raggiunto i due obiettivi originari: usare la capacità costruttiva e finanziaria in eccesso nel paese per progetti che generano profitti all’estero e diffondere un’immagine positiva della Cina nei territori interessati dalla Bri, aumentando l’influenza politica sui loro governi”, scrive Nikkei Asia. Finora 150 paesi e trenta organizzazioni internazionali hanno aderito alla Bri, firmando accordi di cooperazione, e i contratti per la costruzione di infrastrutture hanno raggiunto i duemila miliardi di dollari. Ma secondo il Fondo monetario internazionale negli ultimi otto anni sono anche raddoppiati i paesi in difficoltà a causa dei debiti con la Cina. ◆
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati