Il 17 novembre il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è stato ricevuto a Berlino dal presidente Frank-Walter Steinmeier e dal cancelliere Olaf Scholz. I leader hanno parlato della guerra in corso a Gaza (Erdoğan ha chiesto un cessate il fuoco, mentre Scholz ha ribadito il diritto d’Israele a difendersi), ma non solo: “La Germania vuole che la Turchia porti avanti l’accordo con l’Unione europea per arginare il flusso di migranti verso l’Europa. In cambio, Erdoğan ha chiesto un allentamento delle norme sui visti per i cittadini turchi e l’autorizzazione di Berlino alla vendita di quaranta aerei da combattimento Eurofighter ad Ankara”, scrive Gazeta Wyborcza.
Incontro d’interessi
Frontiere chiuse
La ministra dell’interno finlandese, Mari Rantanen, ha annunciato la chiusura di quattro degli otto valichi di confine con la Russia e la costruzione di nuove barriere, in risposta all’aumento dei migranti senza documenti che attraversano quei varchi. La maggior parte viene da Iraq, Yemen, paesi africani e del Medio Oriente e, sostiene Helsinki, è spinta alla frontiera dalle autorità di Mosca. Secondo l’Etelä-Suomen Sanoma la decisione finlandese è giustificata, ma bisogna considerare gli aspetti etici di questa scelta, che rischia di lasciare i richiedenti asilo nel gelo della terra di nessuno tra i due paesi.
Le stelle dello scandalo
Due settimane dopo essere stati colti in flagrante mentre dipingevano delle stelle di David su alcuni edifici di Parigi ( nella foto ), due cittadini moldavi, un uomo e una donna, sono stati espulsi l’11 novembre, scrive France Info. Mentre era in custodia della polizia, la coppia – che era in Francia illegalmente – ha affermato di essere stata ingaggiata da un uomo russo.
Rishi Sunak non si arrende
Anche se la corte suprema britannica ha bocciato il piano del governo per trasferire in Ruanda i profughi che chiedono asilo nel Regno Unito, il premier Rishi Sunak ha confermato di non voler abbandonare la strada intrapresa. Per realizzare il progetto, Sunak ha promesso che ricorrerà a una legge d’emergenza che classifichi il Ruanda come “paese sicuro”, superando così le obiezioni della corte. Secondo il Guardian, il premier si rifiuta di abbandonare il suo piano perché se “non riesce a mantenere la promessa di ‘fermare le barche’ dei migranti, perderà anche la sua ultima carta a disposizione per poter vincere le elezioni del 2024”.
Il terzo governo Sánchez
Il primo ministro Pedro Sánchez ha presentato il suo nuovo governo ( nella foto ), formato da politici del Partito socialista e della coalizione di sinistra Sumar: 22 ministri, dodici donne e dieci uomini, quasi tutti riconfermati dal precedente esecutivo. Nessun incarico per Podemos, parte del governo uscente, che però ha dato la fiducia a Sánchez. Il ministero della giustizia è stato affidato a Felix Bolaños, braccio destro del premier: dovrà gestire il delicato tema dell’amnistia per gli indipendentisti catalani. Secondo El País Sánchez “ha messo insieme un governo molto politico e fin dai primi discorsi è chiaro che i ministri andranno all’attacco, con un’agenda sociale ben definita”. ◆
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