Almeno 64 persone sono morte in un’imboscata della provincia di Enga, in Papua Nuova Guinea, dov’è in corso un conflitto tra gruppi tribali. L’attacco è avvenuto il 18 febbraio vicino a Wabag, a circa seicento chilometri dalla capitale Port Moresby, scrive The National. La polizia provinciale sostiene che tra le vittime ci sono molti mercenari, uomini che vagano per le campagne offrendosi di aiutare le tribù a regolare i conti con i loro rivali. Gli scontri tribali, spesso provocati da dispute territoriali o accuse di furto, sono frequenti in questa parte del paese, dove la popolazione è più che raddoppiata dal 1980, esercitando una pressione crescente sulla terra e sulle risorse naturali e intensificando le rivalità fra le tribù.
Scontri tribali
Stop ai profughi dalla Birmania
Il governo del Bangladesh resiste alle pressanti richieste della Nazioni Unite di accogliere i rohingya in fuga dalla guerra civile in Birmania. Dhaka, che ospita già un milione di profughi della minoranza, sostiene di non poterne ricevere altri, scrive il Friday Times.
Trattori in piazza
Gli agricoltori indiani sono tornati in piazza dopo le grandi proteste del 2020 contro la riforma agraria, durate un anno. Stavolta chiedono al governo prezzi garantiti per i loro prodotti. Il 21 febbraio, dopo il fallimento del quarto round di colloqui con le autorità, i manifestanti hanno ripreso a marciare verso New Delhi. La polizia ha bloccato gli accessi alla capitale, ma in 14mila sono accampati con 1.200 trattori alle porte della città e assicurano di poter rimanere lì per mesi. Ad aprile in India si terranno le elezioni generali e gli agricoltori sono una parte influente dell’elettorato, scrive Scroll.
La protesta dei medici
In Corea del Sud è in corso una protesta che rischia di bloccare il sistema sanitario nazionale. Il 20 febbraio più della metà dei medici tirocinanti ha rassegnato le dimissioni e una parte ha chiesto un congedo a tempo indeterminato, costringendo le strutture a posticipare interventi chirurgici e a respingere malati nei pronto soccorso. I giovani medici, scrive il Korea Herald, contestano la decisione del governo di aumentare del 65 per cento il numero dei posti nelle scuole di medicina, che ora accettano tremila studenti all’anno. In questo modo l’esecutivo vuole far fronte alla grave carenza di personale negli ospedali. La Corea del Sud ha un rapporto di 2,5 medici ogni mille abitanti, uno dei tassi più bassi tra i paesi industrializzati. E tra gli stati dell’Ocse è uno di quelli che ha i medici meglio pagati, con uno stipendio medio di 185mila euro all’anno (a fronte di una retribuzione media nel paese di 32mila euro). Il governo calcola che entro il 2035 mancheranno 15mila medici. Secondo i sondaggi, l’80 per cento dei cittadini approva la riforma del presidente Yoon Suk-yeol. ◆
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