Nel 2020 una ricerca italiana aveva riscontrato tracce di microplastiche nella placenta di quattro donne che avevano avuto gravidanze e parti senza complicanze. Ora i ricercatori dell’università del New Mexico hanno rilevato dai 6,5 ai 790 microgrammi di microplastiche per grammo di tessuto in 62 campioni di placenta. Per il 54 per cento si tratta di polimeri di polietilene, e per un altro 20 per cento di pvc e nylon. Non è chiaro quali fattori contribuiscono a concentrazioni così diverse, spiegano gli autori della ricerca su Toxicological Sciences. Inoltre non si sa se questi livelli influiscono sullo sviluppo della placenta o del feto, o se abbiano altre conseguenze sulla salute. In ogni caso la presenza di microplastiche nella placenta è preoccupante, dato che questo tessuto ha una vita di appena otto mesi.
Microplastiche nella placenta
Come abbiamo perso la coda
Gli esseri umani e le scimmie antropomorfe, come scimpanzé, gorilla e oranghi, non hanno la coda. È una caratteristica che li distingue dagli altri primati, e che probabilmente ha inciso sullo sviluppo dell’andatura bipede. Si stima che questo ramo dei primati abbia perso la coda circa 25 milioni di anni fa, separandosi dalle altre scimmie. È stato ipotizzato che la comparsa di questo tratto sia dovuta alla disattivazione di un gene, il tbxt. Ora uno studio pubblicato su Nature ha verificato che la perdita della coda è dovuta alla disattivazione di quel gene a causa dell’inserzione di un altro tratto di dna. La ricerca è stata condotta sui topi, che hanno caratteristiche genetiche molto simili. L’inserzione di un tratto di dna simile a quello dei primati porta alla produzione di una proteina alterata e fa nascere esemplari senza coda. Si pensa quindi che negli umani e nelle scimmie antropomorfe abbia operato lo stesso meccanismo genetico. Lo studio potrebbe avere anche un’applicazione pratica, aiutando a comprendere alcune malattie congenite dovute a difetti dello sviluppo del tubo neurale. ◆
Maiali modificati
L’agenzia di controllo dei farmaci degli Stati Uniti sta valutando se il consumo di carne di maiali modificati con la tecnica crispr sia sicuro per le persone. Il dna degli animali è stato alterato per renderli resistenti al virus che causa la sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini. La tecnica permette di modificare i geni presenti nelle cellule e non prevede l’inserimento di materiale genetico di altri organismi, come negli ogm. Sarebbe il primo caso di autorizzazione al consumo di animali modificati con la crispr, scrive Science.
Problemi di crescita
Grazie alle immagini del telescopio spaziale James Webb e dell’Atacama large millimeter array è stato studiato d203-506, un disco protoplanetario di una giovane stella nella nebulosa di Orione (nell’immagine). È stato osservato che il disco perde massa a causa dell’interazione con le stelle vicine. Secondo Science, è la prima volta che viene osservato il processo di fotoevaporazione di un disco protoplanetario dovuto alla radiazione ultravioletta. Questo fenomeno potrebbe limitare la formazione di pianeti giganti gassosi.
Aumenta l’obesità
Nel mondo le persone obese sono più di un miliardo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, che ha analizzato i dati di duecento paesi relativi agli anni tra il 1990 e il 2022, l’obesità è in aumento sia tra gli uomini sia tra le donne. I più colpiti sono i paesi polinesiani, mentre l’Africa subsahariana è la regione con la più alta percentuale di persone sottopeso. Alcuni paesi devono affrontare entrambi i problemi.
Zoologia La Danionella cerebrum (nella foto), lunga poco più di un centimetro, è uno dei pesci più rumorosi al mondo: il maschio emette suoni che superano i 140 decibel, pari alla sirena di un’ambulanza o a un martello pneumatico. Una ricerca pubblicata su Pnas spiega che i suoni non sono prodotti dalle vibrazioni della vescica natatoria come negli altri pesci, ma da un apparato formato da una cartilagine, una costola e un muscolo. Questa capacità è essenziale per comunicare nelle acque torbide dei torrenti del Myanmar, dove vive questa specie.
Geologia Ecuador, Libano, Haiti e Turkmenistan sono i paesi con la più alta proporzione di vittime dovute ai terremoti. Il dato dipende dalla sismicità del paese, ma anche dalle sue infrastrutture. Il Giappone, che ha un rischio sisimico molto elevato, è al 28° posto. Lo studio è uscito sul Bulletin of the Seismological Society of America.
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