Le colpe dei genitori

“James Crumbley, il padre di Ethan Crumbley, il ragazzo che nel 2021 ha ucciso quattro studenti aprendo il fuoco in una scuola del Michigan, è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo”, scrive il Washington Post. A febbraio anche la madre, Jennifer Crumbley, era stata condannata per lo stesso reato, mentre Ethan sta scontando l’ergastolo. Qualche giorno prima della strage James Crumbley aveva regalato al figlio una pistola e la donna lo aveva accompagnato al poligono di tiro. I genitori hanno ignorato gli allarmi sui propositi omicidi del ragazzo lanciati dai professori.

I cento giorni di Milei

Agustin Marcarian, Reuters/Contrasto

“Sono finiti il 19 marzo i primi cento giorni di governo del presidente ultraliberista Javier Milei (nella foto), la cosiddetta luna di miele, in cui si prendono i provvedimenti più difficili e si consuma il grosso del proprio capitale politico”, scrive il sito Infobae. “Milei ha tagliato le pensioni, le opere pubbliche e le prestazioni sociali. Nella sua nuova Argentina non c’è spazio per uno stato regolatore”, afferma El País.

Trump cerca soldi

“Donald Trump, candidato alle presidenziali di novembre, è in una situazione economica difficile”, scrive la Bbc. A febbraio è stato condannato da un tribunale di New York a pagare 454,2 milioni di dollari (415 milioni di euro) per frode finanziaria. “Può fare ricorso, ma solo se nel frattempo versa una cauzione pari al 110 per cento della somma. Trump ha due scelte: sborsare la somma di persona o rivolgersi a una società di cauzioni che gli faccia da garante. Se dovesse perdere l’appello e non fosse in grado di pagare, toccherebbe alla società versare i soldi. Per Trump la seconda è l’unica strada praticabile, ma i suoi avvocati hanno fatto sapere che finora non hanno trovato nessuno disposto a fare da garante. Se non si troverà una soluzione entro il 25 marzo, alcuni beni immobiliari di Trump potrebbero essere sequestrati”.

Troppe ore al buio

Durante un blackout a Bauta, 18 marzo 2024 (Yamil Lage, Afp/Getty)

Centinaia di cubani sono scesi in piazza il 17 marzo a Santiago de Cuba, nel sudest del paese, per protestare contro le continue interruzioni di elettricità e la scarsità di generi alimentari. Negli ultimi giorni in città, la seconda più popolosa dell’isola dopo L’Avana, ci sono stati blackout anche di quattordici ore consecutive. Sono state le manifestazioni più grandi da quelle dell’11 luglio 2021, che terminarono con centinaia di arresti. Il sito cubano 14ymedio scrive che le proteste si sono estese poi ad altre province, come Bayamo e Artemisa. Sul social network X il presidente Miguel Díaz-Canel ha riconosciuto “il malcontento popolare per il servizio elettrico e la distribuzione dei generi alimentari, ma ha denunciato che i nemici della rivoluzione stanno cercando di trarre vantaggio dalla situazione con obiettivi di destabilizzare il governo. Cuba attraversa la crisi economica più grave degli ultimi trent’anni”.◆

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