È morta in un ospedale di Bangkok l’attivista per la democrazia Netiporn Sanae-sangkhom, che per 65 giorni aveva fatto lo sciopero della fame in carcere. Sanae-sangkhom, 28 anni, era stata arrestata il 26 gennaio con l’accusa di lesa maestà, un reato che in Thailandia prevede fino a quindici anni di reclusione, scrive la Bbc. Nel 2020 insieme ad alcuni manifestanti aveva bloccato un convoglio della famiglia reale. L’azione faceva parte di una serie di proteste che chiedevano l’introduzione di alcune di riforme per limitare il potere della monarchia.
Morte di un’attivista
Segreti pericolosi
David McBride, ex avvocato dell’esercito australiano, è stato condannato il 14 maggio a cinque anni e otto mesi di carcere . È accusato di aver sottratto documenti segreti sui crimini di guerra commessi dai militari australiani in Afghanistan tra dal 2007 al 2013, tra cui l’uccisione di civili e prigionieri. McBride ha ammesso di aver rubato più di duecento file riservati e di averli consegnati all’emittente australiana Abc.
Il Kashmir in rivolta
Gli scontri avvenuti dal 10 al 13 maggio tra forze dell’ordine e manifestanti nel Kashmir pachistano hanno causato quattro morti e più di cento feriti, scrive Hindustan Times. La protesta, inizialmente pacifica, è diventata violenta in seguito all’intervento della polizia contro i manifestanti, scesi in piazza nel capoluogo Muzaffarabad per protestare contro il rincaro dei prezzi della farina e dell’energia elettrica. Alcuni organizzatori delle proteste erano stati arrestati. Poi, nella notte tra il 12 e il 13 maggio, dopo la morte di un poliziotto negli scontri, il governo regionale ha schierato il corpo paramilitare dei rangers pachistani, che ha aperto il fuoco sulla folla causando la morte di tre persone. Il giorno dopo il primo ministro Shehbaz Sharif ha annunciato lo stanziamento di 23 miliardi di rupie in sussidi (circa 80 milioni di euro) per abbassare i prezzi del grano.
Il voto delle donne
“Con una silenziosa rivoluzione nell’affluenza alle urne, le donne sono un fattore decisivo nelle elezioni del 2024”, scrive il direttore di India Today. Negli ultimi dieci anni la partecipazione femminile al processo elettorale in India ha raggiunto risultati importanti. Già nel 2019, per la prima volta nella storia del paese, la percentuale di donne che aveva esercitato il diritto di voto era stata superiore a quella maschile. Una tendenza riscontrata anche nei cinque anni successivi nelle elezioni locali. Quest’anno c’è già stato un aumento del 7,5 per cento delle donne che si sono registrate: trenta milioni in più rispetto al 2019. Tra i motivi di questa rivoluzione ci sono il crescente tasso di alfabetizzazione femminile, il maggiore spazio accordato all’uguaglianza di genere nei governi locali e l’informazione sempre più disponibile grazie ai telefoni. Storicamente l’elettorato femminile ha sostenuto il premier Narendra Modi e ora il partito del Congress sta cercando di recuperare terreno. ◆
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