Scienza

Immuni al covid

Uno studio britannico fornisce una possibile spiegazione del perché alcune persone sembrano immuni al covid-19. Lo UK covid-19 human challenge ha monitorato il sistema immunitario di alcuni adulti sani che erano stati infettati con una bassa dose di sars-cov-2. I volontari non erano mai stati positivi al coronavirus né erano stati vaccinati. Dopo il contagio alcuni hanno sviluppato dei sintomi lievi, altri una infezione transitoria, mentre altri ancora sono risultati negativi al tampone. I gruppi cosiddetti transitori e abortivi, già prima dell’esposizione al sars-cov-2, avevano una più alta attività di fondo del gene hla-dqa2 nelle cellule che presentano al sistema immunitario il virus estraneo. I risultati, pubblicati su Nature, suggeriscono che questa caratteristica genetica non garantisce una totale immunità ma favorisce una risposta più efficiente. La scoperta potrebbe aiutare lo sviluppo di trattamenti e vaccini che imitano risposte protettive ottimali.

Spiegare l’inspiegabile

I sintomi inspiegabili possono essere spiegati, scrive la rivista medica The Lancet. L’espressione “sintomo inspiegabile” è usata per descrivere un disturbo fisico persistente che non si riesce a ricondurre a una malattia. Di solito si tratta di problemi muscolo-scheletrici o gastrointestinali. Quando si presenta un caso di questo tipo, il medico cerca una causa e se non la trova non interviene. “Le persone con sintomi fisici persistenti spesso si sentono bloccate, non credute e impotenti”, scrivono i ricercatori. Secondo loro è invece possibile intervenire anche senza una diagnosi precisa. Cercare la causa è comunque necessario: nello studio, per esempio, una persona con sintomi gastrointestinali non spiegabili è risultata affetta da una forma di cancro. Ma anche quando non si trova una malattia, gli autori consigliano di continuare a seguire il paziente, spiegando la situazione e fornendo le indicazioni migliori per controllare i sintomi. Secondo lo studio è opportuno “concordare le azioni da intraprendere sulla base della spiegazione, per gestire i sintomi o limitarne gli effetti”. ◆

Il catalogo dei grani antichi

Una collezione di grani antichi potrebbe aiutare i selezionatori a sviluppare varietà migliori, resistenti alle malattie e ad altri stress. La raccolta è stata avviata nel 1924 dal botanico britannico Arthur Ernest Watkins, e contiene varietà di Triticum aestivum provenienti da diverse parti del mondo. L’analisi genetica di queste varietà è stata pubblicata su Nature.

Souvenir dalla Luna

CCTV

Il 25 giugno la missione cinese Chang’e 6 si è conclusa con l’atterraggio della capsula di risalita (nella foto), che ha portato con sé i primi campioni di roccia provenienti dalla faccia nascosta della Luna. A causa delle difficoltà di comunicazione con il lato del satellite che non è mai rivolto verso la Terra, il processo è stato in gran parte automatizzato, scrive New Scientist. L’analisi del materiale, raccolto vicino al polo sud lunare, potrebbe offrire indicazioni sulla presenza di acqua, una risorsa importante in vista delle missioni con equipaggio che Pechino vuole realizzare entro il 2030.

Terremoto sul Gange

Circa 2.500 anni fa un forte terremoto ha colpito l’area del delta del Gange, tra India e Bangladesh. L’analisi dei sedimenti rivela che il sisma è stato abbastanza intenso da deviare il corso del fiume. Secondo gli autori dello studio, pubblicato su Nature Communications, nelle pianure alluvionali le scosse di questa portata sono poco frequenti ma possibili. Se un evento simile si ripetesse oggi le conseguenze sarebbero catastrofiche, dato che l’area è una delle più popolate al mondo.

Fabrizio Lavezzi © Evolutionsmuseet, Knuthenborg

Paleontologia Secondo uno studio pubblicato su PeerJ, i resti fossili rinvenuti nel 2019 in una cava in Montana, negli Stati Uniti, appartengono a una specie finora sconosciuta di dinosauro ceratopside (nell’immagine), vissuta circa 78 milioni di anni fa, che gli autori hanno chiamato Lokiceratops rangiformis in onore del dio norreno Loki. Altri ricercatori sono invece convinti che l’esemplare appartenga a una specie già nota.

Salute È stata prodotta una mappa delle cellule del midollo spinale dei topi, che riporta la posizione di circa mezzo milione di cellule. La mappa varia nel tempo, registrando i cambiamenti prima e dopo una lesione. Potrebbe quindi essere utile per studiare le lesioni del midollo spinale e l’uso della terapia genica per recuperare il movimento dopo una paralisi. Lo studio è stato pubblicato su Nature.

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1569 - 28 giugno 2024
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