Il Partito liberaldemocratico giapponese (Pld), che governa il paese quasi ininterrottamente dal dopoguerra, ha eletto presidente Shigeru Ishiba, che automaticamente il 1 ottobre è diventato primo ministro. Ishiba ha sconfitto l’esponente della corrente di destra del partito, Sanae Takaichi, conquistando la presidenza dopo averci provato già quattro volte.

Ex ministro della difesa, Ishiba, riflessivo e serio, è un politico di spicco e indipendente che probabilmente saprà farsi valere sulla scena internazionale. A giudicare dai suoi discorsi misurati e dall’atteggiamento amichevole anche se rigoroso, potrebbe essere un premier calmo ma inflessibile.

Un politico onesto

Ishiba, 67 anni, è stato eletto per la prima volta alla camera dei rappresentanti nel 1986. Rispetto al terzo classificato, Shinjirō Koizumi, 43 anni e figlio dell’ex primo ministro Junichirō Koizumi, Ishiba è considerato l’adulto nella stanza ed è quindi improbabile che dica o faccia qualcosa di avventato.

“In una fase di declino della potenza statunitense bisogna capire come creare un sistema di sicurezza collettiva nella regione; combinando tra loro in modo organico le nostre molte alleanze… Alla luce dei tanti problemi di sicurezza che abbiamo di fronte, faremo in modo di proteggere il Giappone”, ha dichiarato Ishiba dopo essere stato eletto.

Come il premier uscente Fumio Kishida, Ishiba è favorevole a rafforzare le relazioni con le altre democrazie. Ad agosto è andato in visita a Taipei con una delegazione parlamentare per incontrare il presidente taiwanese Lai Ching-te e ha dichiarato che la pace nello stretto di Taiwan richiede una maggiore deterrenza contro l’aggressione cinese, sostenendo che “l’Ucraina di oggi potrebbe essere l’Asia orientale di domani”.

Ishiba ha invocato una Nato asiatica, ma sembra concepirla non tanto come un’alleanza dominata dagli Stati Uniti, quanto come un modo per far sì che Wash­ington, potenzialmente inaffidabile, rispetti gli impegni per la sicurezza del Pacifico occidentale. Stati Uniti e Corea del Sud sono piuttosto freddi riguardo all’idea di una Nato asiatica, ma probabilmente con Ishiba i rapporti bilaterali sulla difesa prospereranno con entrambi i paesi, oltre che con le Filippine, l’Australia e l’Europa.

Il governo di Ishiba

◆ Il 1 ottobre 2024 Shigeru Ishiba, eletto presidente del Partito liberaldemocratico (Pld) il giorno prima, è stato incaricato dal parlamento giapponese di guidare il governo (per convenzione il leader del partito di maggioranza diventa anche primo ministro). A luglio il premier uscente Fumio Kishida, dopo lo scandalo dei finanziamenti che ha coinvolto le correnti del Pld, aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato alla guida del partito e quindi del governo. Ishiba ha scelto i suoi ministri tra i politici del Pld estranei allo scandalo e con esperienza nel campo della difesa. “In vista delle elezioni legislative del 27 ottobre il premier cercherà ora di unire il partito, diviso dalle lotte interne per la leadership e per gli incarichi di governo”, scrive il Japan Times. Agli esteri e alla difesa Ishiba ha nominato Takeshi Iwaya e Gen Nakatani, entrambi esperti di sicurezza.


Allo stesso tempo, Ishiba ha criticato l’ostilità nei confronti del Giappone emersa durante la campagna elettorale statunitense, dato che democratici e repubblicani hanno usato toni duri, e spesso fortemente nazionalistici, per la proposta della Nippon Steel di acquisire la Us Steel, produttrice di acciaio. “Ultimamente gli Stati Uniti hanno la tendenza a imporre accordi e minacce anche ai loro alleati. Questo non avviene solo con i paesi della Nato ma anche con il Giappone. Mi chiedo se sia un atteggiamento corretto. È molto importante che il governo giapponese discuta seriamente simili questioni”.

Il ministero degli esteri cinese ha dichiarato che l’elezione di un nuovo premier è un affare interno del Giappone, ma ha espresso la speranza che Ishiba “promuova relazioni bilaterali pacifiche e stabili”. Secondo un esperto di affari internazionali citato dal Global Times, quotidiano vicino al Partito comunista cinese, “anche se all’interno del Pld Ishiba è considerato un conservatore, le sue posizioni sono equilibrate e moderate. Pur sostenendo la necessità di contenere lo sviluppo militare della Cina, spera anche di avviare un dialogo sulla difesa con Pechino per costruire rapporti di fiducia e dissipare i dubbi”.

Dei nove candidati alla guida del Pld, Ishiba è l’unico a non aver frequentato un’università statunitense. Si è invece laureato alla Keiō, uno dei due principali atenei privati giapponesi, e ha lavorato nella banca Mitsui prima di entrare in politica. A differenza di altri candidati del Pld, non è famoso per la sua conoscenza della lingua inglese; porta però in dote una grande esperienza. È stato direttore generale dell’agenzia per la difesa prima che questa diventasse un ministero; è stato ministro dell’agricoltura, delle foreste e della pesca, ministro incaricato di contrastare il declino demografico e rivitalizzare l’economia locale, presidente del consiglio di ricerca politica e poi segretario generale del Pld.

Ishiba rappresenta la prefettura di Tottori, un’area in gran parte rurale sulla costa occidentale del mar del Giappone, ed è stato deputato in 12 legislature. Può dunque presentarsi in modo credibile come autentico sostenitore dello sviluppo economico regionale, una delle sfide più impegnative che il Giappone deve affrontare in un contesto di calo demografico.

Ishiba è considerato un politico abbastanza onesto, non coinvolto negli scandali finanziari che hanno fatto capitolare l’impopolare governo Kishida. Il forte sostegno che il nuovo premier ha sempre espresso a favore di una “politica che rispetti le regole” e di una “trasparenza senza limiti” dovrebbe perciò tornargli utile alle prossime elezioni generali, indette per il 27 ottobre. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1583 di Internazionale, a pagina 41. Compra questo numero | Abbonati